Boscoparlante è un non-luogo, sta in silenzio ed ascolta, si lascia abitare ed è contemporaneamente altrove.
E’ uno spazio per le parole pronunciate, per i pensieri desiderati e temuti, per gli errori necessari e per il loro bagaglio, ma chiede siano tutti liberati e rilasciati. Le loro tracce diventino suoni di cambiamento, come il fruscio accompagna la caduta di una foglia dal ramo, attraversando l’aria, a toccar terra, a perder forma, ma mai lontana dal cielo. Come un bisbiglio mentre dormi, oltre il sogno ed oltre la notte, o al risveglio accompagnato dall’eco di ciò che sta per essere dimenticato. Il suono, liberato dalle parole e dal significato , diventa una storia aperta, inconclusa ed inseparata da ogni altra storia, come una creatura vivente non separata da tutte le altre. Una immagine sonora in movimento.
Pss- pss. Un suono, come un richiamo ed un segnale che liberi dal messaggio e dalla sua immagine confinata da uno sguardo condizionato (al visibile ed al giudizio del possibile), incline alla testimonianza sia pur provvisoria di chi passa e si è magari perduto, nella relatività misteriosa dell’attimo e del suo respiro.
Per un coro di respiri, senza nessuna esclusione: sia coro all’unisono sia coro solitario di tutte le voci che ciascuno di noi ha dentro. Tutte da ascoltare. Perchè ogni racconto chiede di essere ascoltato e, viceversa, l’ascolto attende un racconto sia pur silenzioso.
“Senza preclusioni, osserva l’orizzonte. Fino a quando scomparirà.”
Grazie.
Kaapi Carla Barnabei – NPAL Lab (Nomadic Provisional Art-Life) Project
harambee@libero.it
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