Blowin’ in the Wind


“Non importa se vedi in Bianco e Nero o a Colori. Ascolta . . .

C’è un vento pazzesco, tutto ondeggia, in cielo ed in terra. Anche la macchina sopraffata dal  movimento dell’aria e mio, sposta immagini oltre l’obiettivo, fotografando un’imprevista inquadratura. Mentre,  quella  rimasta fuori si libera, potrebbe raggiungere tutte le altre immagini liberate, chissà dove?

“Quando non puoi vedere, ascolti.”

NPAL Lab – “Blowing in the Wind”- Findhorn & Elsewhere, August/September 2012

(continua – in progress)

26 . 7 . 2019

Quando comincio a raccontare, spesso non so  se farlo con un  tempo presente o passato prossimo o remoto. Il racconto, a volte è un ospite inatteso, si manifesta poco a poco. Questo, accade nel presente  (sono, sei).  Se  evoca dal passato ciò che già era accaduto o non accaduto , acoltando sento altre storie (ero, eravamo, eravate, erano). Ricordo, o non ricordo, mi è accaduto o l’ho sognato e, che differenza ci sarebbe?

Parlare del tempo non è una negazione (c’è stato o non).

Piuttosto, chiedersi “chi  sono?” sia  una domanda (esssere presenti mentre lo si chiede, con umiltà non sottomessa  e spirito bambino) nei limiti consentiti dalla trasformazione della nostra consapevolezza che invecchiando può consentirci nuovi inizi … ?

1 Tutto rRcordare e Tutto Dimenticare-IMG_0805

NPAL LAb Exhibition & Illusion, Milan & Elsewhere 2012

“A volte, non c’è confine fra domanda e risposta.”

Viaggiano insieme, oltre confine. E, se “la risposta è dentro di te”, è importante non essere soltanto, o sempre,  fuori . . .  ;.)

(continua –  in progress)

7 .  2 . 2019

La distanza fra due immagini di paesaggi potrebbe essere intesa come uno spazio da percorrere, a piedi o in volo, da soli o iinsiemead altri, con un mezzo di trasporto, o senza.

Un cammino o un volo, accade fra cielo e terra, sulla terra in questa cosidetta terza dimensione o nelle altre. Trovarsi nello stesso viaggio in questa o in altre realtà multidimensional, fa una certa differenza, ma se navighi davvero ad un certo punto sei oltre confine,  per ipotesi… Come esserne mai certi? (no separation) 🙂

NPAL - foto via Corelli                                 NPAL Lab – Diary & Journey “Passano e ripassano”                                  via Corelli, Milano & Altrove 27 Febbraio 2019

(- continua)

28 . 2 . 2019

Immagine di treni in transito, tanti viaggi tra di  loro, intervalli, immagini, cambiamenti. Sospirando canto Amapola, perchè ne sento l’aria.  Ed  adesso, scusatemi, vado a cercare quel libro “Il Viaggiatore Notturno” di Maurizio Maggiani.

Si, proprio quel libro che mi aveva fatto ricordare di aver sentito cantare quella canzone da mio nonno Felice, sottovooce, quando cantava ormai solo così, spesso da solo davanti alla finestra,  dopo aver condiviso, da giovane,  per tanti anni la sua voce con un coro.  Quanti ricordi vissuti o, ascoltati raccontare.

Mia mamma Renata, piccola piccola, lo accompagnava  quando  lui andava a cantare nel coro, verso sera. E poi,  lei seduta ad ascoltare, seguiva lui in silenzio, intanto imparava le canzoni di un  vasto repertorio  di generi musicali diversi.  Per tornare a casa, a notte fatta, con la sua manina nella tasca grande del cappotto del suo papà altissimo, bellissimo  e dolcissimo. Credo di aver ereditto quel senso dell’essere compagni musicali, sonori nel vivere, anche condividendo il silenzio.  Grazie.

Quando, non molto tempo fa, ho comimciato ad essere  rassicurata nell’ascolto,  piuttosto che nell’essere ascoltata, ho cominciato ad intendere come il bisogno di raccontare prescinda dall’ascoltare, ascoltarsi nell’essere “insieme” (anche se l’altro non c’è o non si vede). Però, per questo… working in progress, mentre sta arrivando un’altra Primavera!

Ho preso tanti treni nella mia vita e quanti ne ho persi! Ne resta una immagine mossa, di tracce sempre in divenire. Perchè, in fondo, un viaggio non è mai finito e le mete sono sempre in movimento fra loro. Un treno in transito  questo lo sa…

Il viaggio non va atteso, va vissuto in ogni momento, dovunque tu sia, lo spirito del viaggio è sempre con te. Non sei mai solo nè fermo.

“Non aspettare di partire, comincia a viaggiare dove sei, anche se sei seduta  davanti alla finestra della tua stanza.”                                                          

(lascia andar via  i pensieri ed ascolta. Forse,  c’è  una storia che è appena partita e sta arrivando da te … )

49245149_10218215971288610_3478975947015716864_o-1Kaapi Carla Barnabei – NPAL Lab  “Waiting for a Tales” – Findhorn Foundation – 2012

“Non sono le persone che fanno i viaggi, ma i viaggi che fanno le persone”.                         

John Steinbeck

(- continua)

3 . 3 . 2019

NPAL Lab  – Diary & Journey “Listening”,  Milan and Elsewhere, 3 March 2019

“Nell’Acqua c’è uno Specchio. E, nello specchio il fluire dell’immagini, chissà dove.” 

Le immagini riflesse, come treni d’altra dimensione, vanno Altrove?

P.S.: Il viaggio mi  porti “qui”,  dove sono. Nessun confine vorrei percepire ( rilasciando l’illusione di percepirlo) 🙂

(in progress)

ore 21.47

Lascio qui un paio di appunti per la mia ricerca sulla  esperienza passata ed in progress “Mappe per/del Silenzio”. Titolo assolutamente indicativo,  provvisorio ed in trasformazione. Insomma, per il poco che ne so, una storia multidimensionale di segni sonori ed in-visibili . Spazi e mondi.

Da anni ci penso e l’incontro con il khoomi mongolo a Ulan Batar (Giugno 2018), la mia resa (“non ce la faccio a cantare così, riconosco il mio limite e, ti seguirò ascoltandoti, fino all’infinito”) e la testimonianza del maestro (che emozione risentirlo nel video!) hanno segnato una svolta facendomi  da ponte nella nebbia.

* (ho trovato la prima di queste tracce sottostanti, sbirciando fra i vecchi post del 2007 per la prima, e da questa ho trovato la successiva 🙂  o procedo, quando non sto ferma per associazioni e per  incontro con  “quello che arriva” o trovo.. Si rinnova la gratitudine che ho sentito allora e sento ora. Grazie 🙂

(fantastico, ascoltare tutte  e tre le tracce, video, contemponeamente . . . ) 🙂

(in progress)

4 . 3 . 019

** Procedo, quando non sto ferma, per associazioni e per  incontro con  “quello che arriva” o trovo (siano parole, immagini o suoni).

Adesso  un altro arrivo!

Grazie 🙂

A New Beginnig, Again and Again . . .

“Sì. un nuovo inizio e, non sarà l’ultimo!”

“Oddio, mi devo preoccupare? Ogni inizio avrà una fine e viceversa, ma ogni volta, che fatica! Chissà, se  avrò ancora la forza necessaria …

Ormai,  capelli bianchi e schiena curva ho. Saprò ancora inchinarmi ad un Fiore ed al Fulmine?”

(continua – in progress)

1.

Dialogo – NPAL Lab 04032013

25 . 11 . 2018

Cosa è davvero essenziale per un  Dialogo, per comunicare davvero, e non solo per trasmettere o ricevere parole?

“Ascoltare ed ascoltarsi. Ed imparare ad ascoltare il suono di un discorso, non il suo significato codificato attraverso i linguaggi. Aprirsi all’essenziale,”

Sì,  🙂 Riconoscere la musica, tam-tam, drin-drin, op-op-ooop! Ed anche le stonature, le indecisioni, gli errori?

“Se ci sono note in sospeso puoi attendere, ma intanto ascoltare il vento,  chiamalo!”

Il canto come una invocazione e come un ponte fra le realtà ed i mondi.

Contemplare chi  è di fronte a noi come se fosse un Albero, che  accoglie ogni sua Foglia, sempre libera di cambiare e poi, d’andare via.

10421956_10204346782367555_8444999683338113782_n

2.            

“Nell’altro,  davanti a te come uno specchio, c’è un volo (espresso, trattenuto o invisibile), 

così come in  te!”

SONY DSC

3.

Ascoltiamolo, ascoltiamoci!

DSC01157

4.NPAL Lab & Journey 2511018

941859_536200819763309_1797093753_n5

5.

Immagini:

–  NPAL Lab & Journey (1./4.)

1.  “Dialogue” – (Astroshamanic  Training) NPAL Lab 2411012

 2.  “Three” – Iona Island – Findorn Foundation Rose Cottage 1808016

3. “Handmade and Self-Done” workshop – Findormn Foundation 0608014

4.   “No Title” – Zavhan Valley 08017

5. Phonix (Flames and Empty Eyese) from web

29 . 11 . 2018

Qualche giorno fa, ho scritto qui ed allegato, via via, delle foto prese a caso, ed ho continuato a scrivere. Di solito faccio così, comincio a scivere, cerco delle foto (dalla libreria del blog, dal pc o dal web)), punto il mouse a caso, o quasi, ed incollo  una o più immagini. Poi, spesso proprio guardandole    seguito a scrivere, ascoltando.  Alla fine, lascio  il post in progress, aperto ad un nuovo inizio.  Quando, ritorno qui, allego un’altra foto o più, e così via. A volte, sorprendendomi per quello che ri-trovo.

Adesso, rileggendo mi sono accorta come  l’ultima foto,  sia attinente alla trasformazione ed alla rinascita… Condizione indispensabile per ascoltare davvero ( a riparo da condizionamenti e patemi)! Ma, me ne ero accorta prima? No. Quell’immagine era già stata pubblicata nel blog tempo fa. Vorrei cercare quel  post e fare una ricerca in tema.

(continua)

IMG_5952

NPAL Lab – “Forgiveness”  2014 – Iona Island

Quello della Fenice non  sembra solo un mito sulla rinascita, dopo la morte. Racconta un’avventura, sin dall’inizio.

Questa creatura smagliante di vibrazioni luminose dell’intensità dello spettro visivo ed in parte d’Arcobaleno, comincia subito a cercare ciò che la porterà a costruire la sua ultima dimora su un Albero. Subito, si circonda di suoni del volo e di profumi, saranno rametti speziali a diventare giaciglio della sua provvisoria dimora e tomba che sarà incendiata dai raggi dal sole. E, poco a poco, bruceranno insieme, consumanadosi fra luce e profumi, diventando cenere.  Proprio da quelle ceneri balsamiche ed odorose una larva o un uovo, piccoli,  nascerà la nuova Fenice. Avrà continuità verso il Passato e verso il Futuro, contemporaneamente. Percorrerà la sua avventur fino in fondo. E, durante il cambiamento, canterà.

Il suo canto, sospeso fra lamento e grido, sia di monito alla paura del cambiamento e alla sfiducia nell’incertezza ( quella sospesa fra la sicurezza ed il cambiamento). Ascoltiamolo; il suo canto guida,  dalla Luce all’Ombra, dal volo alla stasi ed al riposo. Cova la propria morte cantando. Rinascerà, rinnovando il canto.

Mi piace immaginare, il suo canto, in divenire fra il vagito della nascita ed il grido che invoca la dipartita ed il ritorno a Casa.

“Il canto come invocazione  che diventa ponte fra le realtà ed i mondi.”

(continua)

Riferimenti e bibliografia (in progress):

–  “Il potere del mito” e “L’eroe dai mille volti” (e tutti gli altri libri di ) Joseph Campbell

–  “Il mito della fenice in Oriente ed Occidente” Francersco Zambon e Alessandro                    Grossato di    – ed. Marsilio

–   “L’occhio della fenice” Umberto Capotummino – ed. Sakhem

* dal web spunti in tema.

Toshiyuki Enoki

( c o n t i n u a)

Mr Train (2.) – (“Essere Suono”)

https://www.google.it/amp/s/auralcrave.com/2017/03/06/il-big-bang-della-musica/amp/

Quello che conta son le storie, non quello che trovi o  porti a casa.

S’apre uno spazio d’ascolto ad ogni incontro, con qualcuno, qualcosa, un paesaggio, un’immagine, un segno visivo o sonoro. Oltre le parole, s’apre uno spazio di ascolto.  Non sai cosa arriva non sai perché.    Restare connessi attraverso l’ascolto senza aspettative e senza richieste, come una porta ( o una finestra) che si lascia attraversare, come una strada che si trasforma al passaggio dell’acqua, in fiume …

Le storie sono sempre presenti, persino su una pagina personale di ebay, dove qualcuno espone cose da vendere. Sono presenti, soprattutto dove non le cercheresti mai; forse stanno in attesa e, ti sorprendono, se le lasci apparire.? Dipende, forse,  da noi quello che troviamo, così come dipende sempre da noi se non troviamo qualcosa…? 🙂

Le storie si manifestano come suono, hanno un ritmo secolare che ha loro consentito di intrecciarsi insieme e di cambiare,  trasformandosi in un’altra storia, connessa ad altre, e così via. La separazione nel tempo e nello spazio è dissolta, se ascolti e racconti, se sei ascoltato e raccontato.

Quando racconti, sei una Voce fra tante, accogli una storia in te …  Sia benvenuta!

NPAL Lab – “Travelling”,  2016

NPAL Diary & Journey,10072017 (in progress).

N


To Be or Not To Be . . .

Click: here

Lascio qui un link, come un appunto, dopo un regalo ricevuto.

sto cercando di non confondermi, rispetto ai richiami di faccende pratiche: sto cercando di risolvere (730, ceck-in,  imprevisti che poi, si rivelano incontri) e sento che il mio sguardo s’apre all’inaspettato.

Una paura smette di angustiare e ti porta proprio lì, dove non avresti mai creduto di poter andare, eppure ci sei ed  ascolti, ci stai bene.

Ci stai bene, perché non giudichi ed ascolti . . . ?  Come se fosse una musica: quello che accade non è quello che ti aspetti o che vedi, è quello che ascolti, quello che senti: ecco, il verbo sentire espande  verso un ascolto incondizionato, diventa una scoperta, s’apre alla meraviglia come stato inaspettato di miracolo o semplicemente d’essere bambino, di nuovo 🙂

IMG_0779

“Vola, vola!” – NPAL Diary & Journey  (Altai & Elsewhere, Summer 2016)

Hello darkness, my old friend
I’ve come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
‘Neath the halo of a streetlamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share
No one dare
Disturb the sound of silence

“Fools” said I, “You do not know
Silence like a cancer grows
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you”
But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the neon god they made
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming
And the sign said “The words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls
And whispered in the sounds of silence”

NPAL Diary & Journey, 2906017 (in progress)

Mi lascio e mi trovo e, mi lascio di nuovo

DSC00536

*1.

Sul foglietto era scritto:

“Lasciati e trovati. e poi , lasciati di nuovo . . . “

Era scritto a mano. La calligrafia leggera, pendeva un po’ di qua ed un po’ di là, come se volasse sopra la riga che usualmente guida in un direzione.

E’ una mappa d’appartenenza.

La mappa è invisibile  ed anche l’apparenza, lo è. Lo saranno,  se davvero appartengono ad uno spazio indiviso (non uno spazio rappresentato, codificato, confinato, classificato, temuto od amato, venduto o perduto, ecc,). Là, dove non c’è separazione di forma, valore e tempo, fra noi, intendendo me, (tutte le parti di me), e te (tutte le parti di te) o  lei (tutte le sue parti, lui (tutte le parti in lui).

Più grande sarà la libertà di stare lontano e vicino, più grande sarà lo spazio… verso una dimensione non misurabile, inseperata. C’è un percorso da fare, potrebbe già essere in corso, sicuramente non avrà un punto di arrivo ( e, forse, neanche di ritorno)!

Grazie   🙂

* 2.

NPAL Diary & Journey 1606017 (in progress)

***

*1.  NPAL “No Border” –  3008015, Mongolia & Elsewher

*2.  NPAL “No Border” – 10062013, Milan & Elsewhere

NPAl Diary & Journey 1606017 (in progress)

19 . 06 . 2017

Once upon a time you dressed so fine

You threw the bums a dime in your prime, didn’t you?

People’d call, say, “Beware doll, you’re bound to fall”

You thought they were all kiddin’ you

You used to laugh about

Everybody that was hangin’ out

Now you don’t talk so loud

Now you don’t seem so proud

About having to be scrounging for your next meal.

How does it feel

How does it feel

To be without a home

Like a complete unknown

Like a rolling stone?

You’ve gone to the finest school all right, Miss Lonely

But you know you only used to get juiced in it

And nobody has ever taught you how to live on the street

And now you find out you’re gonna have to get used to it

You said you’d never compromise

With the mystery tramp, but now you realize

He’s not selling any alibis

As you stare into the vacuum of his eyes

And ask him do you want to make a deal?

How does it feel

How does it feel

To be on your own

With no direction home

Like a complete unknown

Like a rolling stone?

You never turned around to see the frowns on the jugglers and the clowns

When they all come down and did tricks for you

You never understood that it ain’t no good

You shouldn’t let other people get your kicks for you

You used to ride on the chrome horse with your diplomat

Who carried on his shoulder a Siamese cat

Ain’t it hard when you discover that

He really wasn’t where it’s at

After he took from you everything he could steal.

How does it feel

How does it feel

To be on your own

With no direction home

Like a complete unknown

Like a rolling stone?

Princess on the steeple and all the pretty people

They’re drinkin’, thinkin’ that they got it made

Exchanging all kinds of precious gifts and things

But you’d better lift your diamond ring, you’d better pawn it babe

You used to be so amused

At Napoleon in rags and the language that he used

Go to him now, he calls you, you can’t refuse

When you got nothing, you got nothing to lose

You’re invisible now, you got no secrets to conceal.

How does it feel

How does it feel

To be on your own

With no direction home

Like a complete unknown

Like a rolling stone?

Oggi, riascoltando questa canzone, ri-trovo una testimonianza che testimonia una condizione per tutti di una discesa là sotto, in quel punto detto “di non ritorno”, nel senso che comunque ritornerai da qualche parte, ma non sarà più la stessa. In quel punto, capire che è stata una fortuna arrivare fin li’ e, morire nella personalità di chi credevi  d’essere e credevano tu fossi.

Essere, almeno una volta in questa vita  come “Like a rolliing I stone”, rilasciare le certezze, rischiarle e vivere da mendicante, senza mendicare. Lasciare la maschera che consentiva di medicare celando quell’elemosina da “ricchi”. E, mendicare davvero, senza più maschera.

Liberarsene e, senza saperlo al momento, trovare la consapevolezza e trasformare quel mendicare nel viaggio di chi porge la ciotola vuota agli altri, senza nome e,  soprattutto,  apprezzandola,  sia vuota sia piena:

“Accetta ed onora quel dono che è anche il vuoto”.

Apprezzare e celebrare  quel vuoto, soprattutto dentro di sé. Uno spazio che si sta liberando,  un ritorno a casa, dolce, struggente, misterioso, indescrivibile. Tutto scompare 🙂

Qualcosa resta? Sì, seguire la musica, il canto che percepisci dentro di te e qualche volta anche fuori, come quando ascolti davvero.

Ascoltare davvero è , sia seguire una voce  quando  corrisponde ad un ritmo che ti annienta e ti fa rinascere, trasformata.. sia accettare altri ritmi  e trovare una distanza…ma continuando a cantare ?

Grazie.

NPAL  1906017 (in progress)

DSC00238.jpg

*3 .   “Masked and Anonymus” – NPAL Diary & Journey, Mongolia 30082015

No Worries . . !

Stai tranquilla con le cose che ti succedono. L’ultima volta Bruno ricordava il fatto che tutto ciò che ci arriva lo abbiamo causato noi ed avendolo creato noi, siamo anche in grado di sopportarne il giogo.  Buona domenica.  Baci.”                                                                                                                                                                                                  

  

*1.

Un messaggio che ha una sua precisione. Impeccabile. Lascia una scia e tu se vuoi, puoi ascoltare, seguire, restare. Senza esclusione . . .

Trovare nelle distanze ponti, nel Silenzio, il Canto nell’Assenza la Presenza… Vivere e morire, rinascere a te tesso/a, inseparato/a?!

Grazie, sempre 🙂

*2.

NPAL Diary & Journey, in progress, 0406017, – Here /Elsewhere

***

 *1.   NPAL diary & Journey. “Mask’s Vision”, Lerici 2013

*2.   NPAL Presence/Absence (Mask), Aries and Tauros Garden, Fhindorn Foundation 2013/2015

5 . 6 . 017

Sopportare, non mi è piaciuto, anzi,  come sottilmente egoico ed agente di complicità, l’ho spesso sentito. Una complicità ad un sistema in cui ognuno ha un suo posto, assegnato, chissà, per nascita, karma o altro. D’accordo, volevi il “posto fisso”? Questo lo è.

In realtà (quella non per forza convenzionale), la fissità totale è … improbabile, o forse neanche esiste. Tutto (proprio tutto?) si trasforma, in modo più o  meno visibile, o addirittura in modo invisibile (dipende dallo sguardo?), quindi mica può restare fisso ed identico, no?

Preferisco l’esperienza della resistenza a quella della sopportazione, perché la sento più profonda, a creare ponti fra quello che succede “fuori” e quello che sentiamo dentro, ad esempio la ribellione, all’ingiustizia, al dolore al tradimento (e qui, ci sarebbe anche un’altra storia, inerente al cambiamento …).

Dici:  “Resilienza, allora!”

Nel senso, che resistere non sia uno sforzo? Riconoscere le risorse (nostre ed altrui, dentro e fuori) soprattutto quelle non riconosciute, e liberarle? Se sopporto, o mi sforzo, ostacolo il cambiamento (dentro e fuori di me)? Liberare le risorse dai condizionamenti precede la loro attivazione ( a volte si auto-attivano, quando sono libere di farlo)?

Ciò che evita lo sforzo consente il cambiamento in  funzione di un Intento (aggiornato, via via, sul riconoscimento di ogni paura, condizionamento, schema della personalità, ecc.)?

(Oh, so many questions!)

IMG_5489

*3.   NPAL Diary & Journey, 2015/2017

Grazie!

NPAL Diary & journey, Dialogue, 0506017 (in progress)

– (continua).

Non solo (a me).

*1.

Questo è un posto a cui appartengo, ma non è al posto che appartengo veramente.

Appartengo a ciò a cui il posto stesso appartiene. Ed è un’appartenenza,  che sto scoprendo o che si sta rivelando. Non solo a me, si sta rivelando . . . . Perchè?

Siamo indivisi, e scoprirlo è un percorso.

Sì, è un percorso e , come tale attraversa e si fa attraversare, oltre  (o nonostante), le parole, le aspettative e , soprattutto, oltre ogni catalogo o catalogazione . . .

 “Si tratta di affidarsi, e non di con-trattare . . . “

Dicevi, come una Nuvola nel Cielo. Sussurrava il Vento.

Sì, le  Nuvole sussurrano, altrimenti come potrebbero cambiare forma… ?   Il Vento le attraversa mentre insieme cantano.  Oltre è un luogo (o non-luogo) esiste, non è speciale.  Lì, non è dove sei di più ( o meno) , ma senza misura sei , così vicino al Niente che ancora temi (?).

   Oh,  (mi) fai delle domande meravigliose, non sono inquisitorie.  Sono un dono, aprono mondi da esplorare.

*2.

Ti ringrazio.

o

E,  questa gratitudine è una chiave che apre la mia porta chiusa, e chiude la mia porta aperta.  Libera (me ) da paure ed entusiasmi (chiusure & aperture), riconosce il confine.

Il confine,  esiste?

Vivrò ancora, con me e con te, per scoprirlo.

E tu, invisibile, trasformerai ogni domanda. Fino  fondo, là dove non c’è misura o fine separata da un altro inizio.

Grazie. 🙂

*3.

*** 1, 2, 3

NPAL  diary & Journey –  Gobi Desert & Elsewhere, Summer 2015

(in progress – 1705017)

“Abbiamo tanti legami con luoghi dove abbiamo vissuto che ci sembra più facile, lasciandoli, lasciare noi stessi.”  –  Marguerite Yourcenar

Touched …

(toccata e fuga)

Tra parentesi, svanisce la fuga, in uno spazio. Forse, neanche lo conosco  ma mi sembra limitato spazio,            nell’essere comunque infinito …  Posso esplorarlo (nell’illusione che sia limitato).                                                        Sì, esploriamo l’illusione (dicevamo)!

” C’era in lei/lui un Esploratore/ Esploratrice (viceversa, senza esclusione),che ogni tanto lanciava un richiamo: “Andiamo!”                                                                                                                                                                                           diceva,  subito aggiungeva sorridendo “Guarda non so dove, che bello! Andiamo”

Andiamo.

IMG_1723 - Versione 2

NPAL  Diary & journey – “G a t e”, Findhorn Summer/Autumn 2012

NPL Diary 21022017 (in progress)

22 . 4 . 017.

Sì, andiamo.

 Eppure, mentre vado sento di restare, ma non sto restando qui, se intendo un luogo circoscritto. Resto qui e vado, solo se non censuro nessuna dimensione, in me, in te in quell’unica reale sconfinata, inseparta dimensione, (senza qui e senza ora) . . .

Grazie 🙂

I believe that she’d stop him if she would start to care
I believe that she’d look upon [the side and? deciding?] to care
And I’d go by the Lord and where she’s on my way
But I don’t belong there.
No I don’t belong to her I don’t belong to [anybody? ev’rybody?]
She’s my [price? prize?]-forsaken angel but she don’t hear me cry
She’s a lone-hearted mystic and she [can? can’t?] carry on
When I’m there she’s all right but [when?] she’s not when I’m gone.
Heaven knows that the answer she’s don’t call in no one
She’s the way a sailing beauty for she’s mine for the one
And I lost the [heavy changing? hesitating?] by temptation as it runs
But she don’t holler me but I’m not there I’m gone.
Now I’ll cry tonight like I cried the night before
And I’ll [lease out the house? her eyes? the heights?] but I dream about
the door
So long Jesus savior blind faith [worth to tell? where’s to tell?]
It don’t have confirmation she’s my own fare thee well.
And I went out she used to live here I was born to love her
But she knows that the kingdom [waits? weights?] so high above her
And I run but I race but it’s not too fast to [slump?]
But I don’t [perceive? deceive?] her I’m not there I’m gone.
Well it’s all about confusion as I cry for her [veil?]
And I don’t need anybody now beside me to tell
And it’s all [information? affirmation?] I receive but it’s not
She’s a lone-hearted beauty but she don’t block the spot
And she gone.
Yes she’s gone like the rainbow that’s shining yesterday
But now she’s home beside me and I’d like to hear she’d stay
She’s a home-seeking beauty and it don’t trust anyone
And I wish I was beside her but I’m not there I’m gone.
Well it’s a-too hard to speaking and I don’t quite believe
It’s so bad ‘cause [she’s using? amusing?] and she’s hard too hard to leave
It’s unknown it’s a crime the way she [moved?] me around
But she told for to hate me just as a [born pathetic? gone pathetic?] clown.
Yes I believe that it’s rightful oh I believe it in my mind
I been told like I said when I before [carried? carry?] on the crime
And she’s all that you told her like I said carry on
I wish I was there to help her but I’m not there I’m gone.

NON CI SONO (1956)
parole e musica Bob Dylan
traduzione di Alessandro Carrera
[Va tutto] bene, e lei è sempre qui in giro nel mio quartiere
piange notte e giorno, lo so perché [è successo lì? lui era lì?]
è una pietra miliare ma lei è sfortunata
e [disperata tutti i giorni?], ma [a far difficile la cosa?] io c’ero.
Credo che lei vorrebbe dirgli basta se cominciasse a pensarci su
credo che vorrebbe ripensare a questo lato della cosa e [decidere di?] pensarci su
e io rispetto Dio e dove me la vedo venire incontro
ma il mio posto non è qui.
No, il mio posto non è vicino a lei, non è vicino a [nessuno?]
è lei l’angelo [abbandonato? senza prezzo?] che mi è stato dato [in premio?], ma non mi sente se piango
è una mistica dal cuore triste e [sa? non sa?] come tirare avanti
finché ci sono io va tutto bene ma [quando?] non è così quando me ne vado.
Lo sa il cielo che la risposta – lei non è tipo da chiamare nessuno
è lei la via, una bellezza dalle vele spiegate perché è mia, per la sola…
e io ho perso [il mutamento greve? l’esitazione?] per come va la tentazione
ma lei non mi può chiamare con un grido, ma io non ci sono, me ne sono andato.
Mi viene da piangere stasera, come mi veniva da piangere anche ieri
e io [affitterò la casa? i suoi occhi? le altezze?] ma sogno di prendere
la porta
addio Gesù, salvezza, fede cieca [da annunciare? dov’è da dire?]
non c’è conferma, il mio addio è lei.
Sono andato fin là dove abitava, il mio destino era di amare proprio lei
ma lei sa che il regno [dei cieli] [attende? pesa?] alto sopra di lei
e corro ma corro ma non troppo forte da non poter [cadere?]
ma [non sento la sua presenza? non la inganno?], non ci sono me ne sono andato.
È tutta una gran confusione mentre io sono qui che piango per il suo [velo?]
e non ho bisogno di nessuno al mio fianco che me lo dica
ed è tutta [informazione? affermazione?] che ricevo, ma non lo è
lei è una bella dal cuore triste ma non occupa il posto
e se n’è andata.
Sì, se n’è andata come l’arcobaleno che ieri splendeva
ma adesso è a casa con me e vorrei sentirle dire che rimarrà
è una bella in cerca di una casa dove stare e non c’è da fidarsi di nessuno
e vorrei esserle vicino ma non ci sono, me ne sono andato.
Sì, è troppo difficile da dire e io ancora non (ci) credo
è una brutta faccenda perché [lei usa? è spiritosa?] ed è troppo, troppo difficile lasciarla
è una cosa inaudita, è un delitto come che mi ha fatto fare quello che voleva lei
ma le è stato detto, per potermi odiare, ma c’è un [pagliaccio nato patetico? abbandonato?].
Sì, credo che sia giusto, oh, nell’animo lo credo
mi hanno detto, come ho detto io, quando prima [portavo? porto?] io il peso del delitto
quando lei è tutto quello che le hai detto, come ho detto, tira dritto
vorrei essere lì ad aiutarla ma non ci sono, me ne sono andato.

Nota. Ho utilizzato alcune trascrizioni apparse su vari web site(s), ma alcune erano incomplete e tutte presentavano varie discrepanze. Credo che questa sia la trascrizione più esauriente finora disponibile, ma posso sempre essere smentito da ricerche ulteriori. Comunque non penso che si possa mai arrivare a un testo definitivo di I’m not There (1956) perché un testo definitivo non c’è mai stato. Può darsi che alcune delle parole incomprensibili non siano nemmeno parole, ma sillabe improvvisate da Dylan sul momento per completare il verso. La traduzione cerca di essere letterale, con qualche necessaria integrazione di senso che può essere giusta o sbagliata, ma senza sapere rispetto a che cosa lo sarebbe.
Alessandro Carrera

Don’t worry . . .

dsc00838

1.

“Non preoccuparti!”

Invece, se la preoccupazione è dentro di te, in te, bisogna occuparsene.

Il verbo “occupare” mi ha sempre affascinato, perché ha, in sè, due opposti (o contrari apparenti): essere occupato nell’impegno, fuori e magari pure dentro,ed essere occupati da altri od altro, fuori ed anche dentro.

Quante sfumature in questa apparente contrapposizione, uniscono gli opposti! E, quanti interrogativi.

Essere impegnato in un lavoro, in una attività, in una passione, fuori o dentro , senza separazione (dentro/fuori( ovunque (tempo e luogo)? Essere occupati, tenuti in pugno, controllati da altri o altro, fuori (e magari fin dentro di noi, in fondo) e o essere inconsapevolmente occupati, condizionati,  controllati,  manipolati da parti di noi, dentro, che agiscono, spesso a nostra insaputa, sottomettendo le altre parti (di noi) ed, a volte, persino l’anima?

“Alla mia età veneranda, sto scoprendo, anzi sono scoperta da Spirito Bambino e, mi chiedo sorridendo se tutte quelle divisioni dalla mente (mia ed altrui) puntigliosamente definite, esistano, o se esistano  solo come differenze di sfumature. Come se,  fra due opposti, esistesse una gamma di tonalità  in divenire, viva, libera da ogni nostra di controllo, che trasformi continuamente gli opposti e la presunta separazione in altro da sé stessi, (e da “noi”), esprimendo una distanza. Una distanza, una terza possibilità , a sua volta, possa espandersi come creatura differenziandosi e comunque, restando inseparata in connessione con la sua ( e nostra) Origine.

E, di fronte a questo miracolo in divenire, all’alba ed al tramonto, puoi stare in silenzio, ad ascoltare.

Storie arrivano, ti confortano e, quando sarai abbastanza confortato/a, o anche solo un pochino sollevato/a, cambieranno sconfinando. Forse potrai trovarti in un altro paesaggio, in un’altra storia. No, non cercare di classificarla, di darle titolo o di venderla. Non è tua e va, va…. Continuerà. Potrai seguirla? Chiediglielo e, chieditelo.

E, magari partirai, o sarai già, in Viaggio!”.

SONY DSC

2.

“Ora. ti chiedo: chi sono?”

“Sei un artista! Perché non lo vuoi ammettere?”.

“Lo sai quanto io resti perplessa o infastidita, per questa parola… Sto cercando il perché, da tanto. Intanto lasciami dire : mi sento , più che altro, una semplice cantastorie ma, da come sento, non sono io, son le storie a cantare … Sì , e le ringrazio, sempre! .

E, ti chiedo di nuovo (sai già, a quale proposito).                                                                                  Sono un canale (di racconti e d’immagini che non sono mie, arrivano e vanno)?                Come un Bastimento raggiunge la Riva, ci raggiungono e poi, ci lasciano, ma sempre fra noi, l’Oceano . . .” 🙂

Grazie grazie, sempre.

cavallo-cavaliere-ed-infinito-dsc00704_2

3.

  1. NPAL Diary & Meetings,  Mongolia, August 2015

2.    NPAL Diary & Journey – Provisional Installation, Milan 2014

3.    NPAL Diary & Journey – HorseS and Infinity – Mongolia , September 2015

*** OCCUPARE: (click)  (Enciclopedia Treccani Vocabolario)

NPAL (this Word or Another One)- – – 12022017 (in progress).

FEBBRAIO 13, 2017

La parola “Silenzio” è abusata? Basta pensarla, sussurrandola e svanisce nel suo significa? Ma cosa intendi per stare in Silenzio?

“Non assenza di suoni, assenza di pensiero e giudizio!”

Ah, be’.  Tutta un’altra storia. Se ti dico di stare zitto, non sono in silenzio, quindi… come posso ascoltare il tuo?

🙂 Grazie.

il_570xN.1090620353_nc3j.jpg

4.   TheSpeculatingRook  – free hand machine embroidered Goat cushion cover.

**** SILENZIO (click)   (Enciclopedia Treccani Vocabolario)

          BE’ (click)   (Enciclopedia Treccani Vocabolario)

NPAL Diary – “This Word or Another One” – 13012017 (in progress)

FEBBRAIO  14, 2017

Una Nota, in attesa che si sviluppi (click)

(in progressssss)  🙂