“Contemplare è una (non) forma di neutralità. “
Insomma, contemplare senza un perché, senza un’aspettativa, senza un tornaconto o un ritorno.
Stare lì, stare qui, senza un preciso scopo. Soltanto stare qui. Ed è tanto (senza confine).
“Non dare misura all’Infinito, Amore (mio & tuo)”
Nostro, non è una misura, una specialità, un possesso un’organizzazione. Semplicemente, è non-separazione. Sentendo la pacifica assenza (di chi, di cosa?).
Grazie 🙂
Sto partendo, pe Terre lontane, agognate, per la conclusione e, forse, l’inizio di un’altra fase di vita . Il mio non-testamento testimonia una difficoltà a stare qui, ed anche, a cogliere il volo, perché ancora non capisco la differenza fra qui e stare oltre (se).
Così, mi perdo, comunque, e mi ritrovo nel Viaggio.
“Partire è un po’ come morire.”
Parto per la Terra dei Nomadi Guerrierieri/e, Iniziando dalla capitale in movimento (accampamento nomade) , in trasformazione.
Partire è stare in un nomadismo che segue spostamenti geografici ma è stabile alla Radice?!
Nessuna contrapposizione fra restare e muoversi, se si riconosce il processo di trasformazione a cui tutti apparteniamo.
Thanks, again.
Dicevi:
“Tornare a casa è restare qui, ora.
Non esiste un prima ed un dopo, un qua e là, separando nella visione te (me. chiunque) dall’ infinito”.
(anche la congiunzione (“e”) invece dell’opposizion (o””) potrebbe essere separante?