Acquarello

La nostra pienezza si compie lontano, nello splendore degli sfondi”.

Rainer Maria Rilke

“Lo sfondo bisogna dipingerlo prima”, dicevi.

Non c’era bisogno di disegnare quello che ci sarebbe stato se fosse arrivato, perchè avrebbe potuto essere sotto o dentro allo sfondo, invisibile? Una velatura come un campo d’aria, una zolla di terra dove ciò che per arrivare in volo o spuntare non possa essere visto.

La pittura ad acquarello, come tale, scorre. A volte le resta il tempo per asciugare, mentre altre volte scorre via. Mi piace lasciare che accada l’asciugatura, ma mi commuove quando l’acqua si accumula sul confine (dello sfondo o dei contorni *) come gocce di pioggia in una pozzanghera. Un piccolo specchio dove il colore può liberamente sciogliersi in tutte le sue chiarezze (*). Soffiare piano, così che l’acqua possa diramersi in rivoli sul foglio. E poi, il penello lieve qua e là, troverà i suoi percorsi . . .

(continua – in progress)

NPAL Lab 2012020 (24.00)


Phyllis Jackson (35mm film print, cemetery, New Mexico)

HOPE AND INCOMPRENSIBILITY︱A reflection while 2020 is disappearing

— by Eugenio Barba – Odin Theatre 🎭

HOPE AND INCOMPRENSIBILITY︱ — by Eugenio Barba Odin Theatre 🎭

A reflection while 2020 is disappearing.

Without hope we cannot live. Hope can be a strength or a burden. It can fuel mediocre illusions or harmful and fierce beliefs. One of the most refined totalitarianisms of our time, is the obligation to clarity, the disdain for the state of “I do not understand”, the devaluation of the feeling of incomprehension whose secret effects prompt decisive choices in our life. We assume that theatre has above all the aim of communicating. This is true up to a point. For me its primary aim consists in creating relationships and conditions of intensified life. For whom? For the spectator, for the actor? Among the many repercussions which attract me to the theatre, is the moment when a bizarre question suddenly emerges: what other reality is hidden behind that which seems totally clear to us? Is clarity a form of blindness, manipulation or censorship? The cult of clarity, which served to enlighten minds, serves today also to darken them. But without hope we cannot live. Hope is the expression of our strength that, thanks to theatre, still dares to fall in love with reality. /

SPERANZA E INCOMPRENSIBILITÀEugenio Barba – Odin theatre

Una riflessione mentre scompare il 2020

Senza speranza non si vive. Questo vuol dire che la speranza può essere una virtù o una condanna. Può nutrire illusioni mediocri, credenze perniciose e feroci. Uno dei totalitarismi più raffinati del nostro tempo è l’obbligo della chiarezza, il disprezzo per lo stato del non-capisco, la generale condivisa svalutazione dell’esperienza dell’incomprensione e dei suoi effetti segreti che spingono a scelte decisive nella nostra vita. Si crede che il teatro abbia innanzi tutto il compito di comunicare. È vero fino a un certo punto. Per me il suo compito primario consiste nel creare relazioni e condizioni di vita potenziata. Per chi? Per lo spettatore, per l’attore? Tra le tante ripercussioni che amo del teatro, vi è il momento in cui fa capolino una domanda bizzarra: quale altre realtà si nasconde in quel che sembra totalmente chiaro? La chiarezza è una forma di cecità, manipolazione o censura? Il culto della chiarezza, che servì a illuminare le menti, oggi contribuisce a ottenebrarle.Ma senza speranza non si vive. La speranza è l’espressione della nostra forza che, grazie al teatro, osa ancora innamorarsi della realtà.

24 . 12 . 2020

La chiarezza comprende l’invisibilità?

Chi risponde?

Eravamo fuori dalla nostra aula abituale, tanto piccola, ciascuno di noi di fronte ad un grande foglio di carta spessa appoggiato sul pavimento di un corridoio maestoso, larghissimo, molto più vasto dell’aula. O almeno, così ci piaceva credere. Tutti gli studenti erano allineati lungo il perimetro del corridoio ed io mi spostavo su e giù, apprezzando che durante i miei spostamenti non si distraessero e si sentissero liberi di sperimentare.

Avevano ciascuno il proprio foglio fissato con nastro adesivo di carta (quello oggi quasi introvabile, la cosidetta ‘carta gommata’che soltanto se immersa in acqua diventa adesiva restando resistente sul foglio bagnato).

La tavoletta doveva essere inclinata. E, la sperimentazione cominciava da qui: provare rialzi di diverso spessore, confrontarli tra loro, per trovare l’inclinazione giusta.

Giusta per cosa?

mi chiese una ragazza con i capelli rossi, all’estremità della fila. Ed io cominciai a spostarmi portandomi la mia tavoletta preparata per una nuova esperienza (“Il nostro incontro con l’Acquarello”). Forse in modo piuttosto pomposo avevo chiamato così quella “unità didattica” (stavo scoprendo come certi termini potessero aiutare a lasciar passare esperienze poco ufficiali come l’incontro con l’invisibile. . . sdoganando i pregiudizi ?!)

(Liceo artistico 1° e poi di Brera 1987/2009)

(continua – in progress)

N O T E (in arrivo)

15 . 1 . 2021 (oree 13.02)

N.B.:

https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/acquerello/

Il significato etimologico di Acquarello unisce dei presunti opposti (Acqua & Vino)? Oh, quella nostra occidentale credenza o disposizione dualistica a separare e contrapporre… e giudicare il vino annacquato, e la mancanza nell’assenza, quando magari separazione mai c’è ma sempre un sentiero che come una imprevedibile ragnatela di nebbia e luce collega l’ombra all’avventura della scoperta e della meraviglia . . . ?!

(continua, continua in super-progresss 🙂 )

Basilica di Maria Maddalena a Vézelay

https://www.sapienzamisterica.it/vezelay.html

CitAzione (titolo provvisorio?)

(continua – in progress)

19 . 11 . 2020

“Ti elevano , su una Torre . . . (magari) per buttarti giù!”

(al momento te ne rendi conto?)

(lascio qui questa citazione, come inizio di un nuovo post. Per ora, in coda a questo… una coda al vento) (10.53)

8 . 12 . 2020

Giorno dell’Immacolata Concezione. Per un soffio non mi è sfuggito che oggi è festa. Ed allora, che festa sia!

Torno a scrivere qui, non so cosa. Per ora inizio con una citazione, spero diventi un’azione di pace (l’intento c’è, rispetto ad un conflitto che continua a farsi sentire anche se a bassa voce, e forse chiede attenzione. Ascoltarlo per liberarlo e lasciarlo andare, finalmente?!). Grazie

(continua – in progress)

immagine dell’archivio trovata in rete tempo fa ed ora nell’archivio Npal senza riferimento, indicazioni saranno ben accolte!

9 . 12 . 2020

Vinca Alba Maior – ‘Suis le chemin de la forêt profonde’

(monotype aquarelle et collage sur vélin)

“Sento odor di Bosco.”

stai dicendo. Eppure, siamo in casa. Non importa di chi sia abitualmente questo spazio abitativo. Siamo qui.

La finestra è chiusa. Fuori piove. L’immagine del bosco, non è distinta. Unisce le orme al silenzio, la distanza si ravvicina e quasi scompare.

Rimane un sussurro che ancora non è diventato canto quasi come la traccia sonora della caduta di una foglia mentre s’allontana dal suo ramo. O, il suono ovattato nello spazio tutt’intorno a noi quando cade la neve. Quei suoni sommessi che sembra di sentire appena e non si sa se ce li stiamo immaginando?

Ecco ora , sono in attesa di quel canto corale che mi manca . Sto canticchiando piano per sentirlo e seguirlo, evocandolo, ancora . . .

Piove, piove, luccica la strada. Qui, fra le gocce di cristallo s’affacciano piccoli arcobaleni, anche se il lampadario è spento e fuori poca luce al tramonto e piove, piove.

(continua – in progress)