A l t r o c h è
m i m o s a …!
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Oggi è l’otto marzo. Ho ricevuto questa mail da Sivia.
8 MARZO …. CROCI ROSA
… Ho visto una foto con una grande croce su cui sono conficcati più di 500 chiodi, è una foto che mi ha sconvolto, perché ogni chiodo rappresenta una giovane donna rapita e riapparsa in mezzo al deserto seviziata, violentata, poi uccisa.
Questa croce è a Ciudad Juàrez, la quarta città del Messico, circa un milione e mezzo di abitanti, al confine con gli Stati Uniti, a quattro chilometri da El Paso, Texas. … E’ una zona di passaggio, di emigranti, di gente povera che insegue il sogno americano.
Oggi Ciudad Juàrez viene chiamata dalle donne messicane la città della morte; solo nell’ultimo anno le rapite sono state 200. Delitti che non hanno mai visto una condanna, ma neanche una vera e propria indagine.
Si racconta che le cause di questo orrore siano il traffico di organi, videotape estremi, giochi sessuali con morte annessa. Quello che è più grave, raccontano alcuni giornalisti disposti a sfidare la vendetta, è che il governo tollera questa situazione. Sono pochi cronisti che cercano di portare luce in una zona d’ombra.
Elena Rivera Morales aveva 16 anni, come Elena Chavez Caldera; Claudia Yverte Gonzales 20 anni, è stata assassinata nel 2001 e il suo corpo fu rinvenuto in un campo di cotone accanto ai resti di altre sette ragazze.
Lilia Alejandra Garcia Andrade aveva 17 anni, mentre Elena Guadian, 26 anni, lasciò due bellissimi bambini e di lei non si è mai più saputo nulla. Sono alcuni chiodi di quella croce…
Enzo Biagi
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Silvia non scrive nessun alto riferimento, se non nel titolo, all’otto marzo o a eventuali festeggiamenti… Neanche io.
Anche se il privilegio di festeggiare o celebrare di solito non lo trascuro…
Se non si tratta di fare dei sacrifici per senso di colpa da privilegio comunque come si fa a far finta di niente…? E come, si fa a non farlo, davvero…?
E le croci potrebbero essere anche azzurre, non farebbe differenza.
Grazie, Silvia.