A Chi?

Vorrei scriverti una lettera, perchè vorrei parlarti, ma non si può. Siamo confinati per lockdown (Covid 19 Virus), o almeno così crediamo.

Vorrei parlarti, sì. E’ come se mi avesse colpito un fulmine. E se l’ha fatto, è accaduto, intensamente ma dolcemente, nel senso che non ho sentito un colpo ma . . . luce. Ammesso che la luce si possa sentire, nel senso di feeling o di abbaglio, sono in questo chiarore forte ed evanescente, cioè in movimento, non stabile.

Vorrei scriverti una lettera, non un messaggio (whatsap o sms) e o una email. No, proprio una lettera, scritta su carta, magari con un disegnino, non esplicativo, ma che si manifesti di per sé, sul foglio. E, che sia nella sua libertà indipendente, come la meraviglia. 🙂

Forse, non una lettera vorrei scriverti. Piuttosto riconoscere uno spazio, che sia ponte fra te e me, noi, o addirrittura un burrone per perdersi e cielo per volare ( via, da soli ed insieme, un sentiero per aria, non qualcosa da possedere in terra). Qualcosa da condividere ma non per obbligo, per scoperta di un viaggio che già incominciato perda il suo programma (se mai lo abbia avuto).

Adesso che la libertà sta cambiando suoni e colori, s’assottiglia nel tempo (breve o no, chissà) che ci resta, ci incontra diversamente , diventa essenziale e senza fronzoli nè aspettative. Libertà libera da definizioni, di esser quello che è e che non è stata finora.

(continua – in progress 29042020)

Immagini:

NPAL LAb 2015-16 Findhorn Foundation – “Così vicini all’Oceano ed alle Stelle” – “So close to the Ocean, the Moon and the and Stars”)

(continua – in progress 29042020)

Blowin’ in the Wind


“Non importa se vedi in Bianco e Nero o a Colori. Ascolta . . .

C’è un vento pazzesco, tutto ondeggia, in cielo ed in terra. Anche la macchina sopraffata dal  movimento dell’aria e mio, sposta immagini oltre l’obiettivo, fotografando un’imprevista inquadratura. Mentre,  quella  rimasta fuori si libera, potrebbe raggiungere tutte le altre immagini liberate, chissà dove?

“Quando non puoi vedere, ascolti.”

NPAL Lab – “Blowing in the Wind”- Findhorn & Elsewhere, August/September 2012

(continua – in progress)

26 . 7 . 2019

Quando comincio a raccontare, spesso non so  se farlo con un  tempo presente o passato prossimo o remoto. Il racconto, a volte è un ospite inatteso, si manifesta poco a poco. Questo, accade nel presente  (sono, sei).  Se  evoca dal passato ciò che già era accaduto o non accaduto , acoltando sento altre storie (ero, eravamo, eravate, erano). Ricordo, o non ricordo, mi è accaduto o l’ho sognato e, che differenza ci sarebbe?

Parlare del tempo non è una negazione (c’è stato o non).

Piuttosto, chiedersi “chi  sono?” sia  una domanda (esssere presenti mentre lo si chiede, con umiltà non sottomessa  e spirito bambino) nei limiti consentiti dalla trasformazione della nostra consapevolezza che invecchiando può consentirci nuovi inizi … ?

1 Tutto rRcordare e Tutto Dimenticare-IMG_0805

NPAL LAb Exhibition & Illusion, Milan & Elsewhere 2012

“A volte, non c’è confine fra domanda e risposta.”

Viaggiano insieme, oltre confine. E, se “la risposta è dentro di te”, è importante non essere soltanto, o sempre,  fuori . . .  ;.)

(continua –  in progress)

7 .  2 . 2019

La distanza fra due immagini di paesaggi potrebbe essere intesa come uno spazio da percorrere, a piedi o in volo, da soli o iinsiemead altri, con un mezzo di trasporto, o senza.

Un cammino o un volo, accade fra cielo e terra, sulla terra in questa cosidetta terza dimensione o nelle altre. Trovarsi nello stesso viaggio in questa o in altre realtà multidimensional, fa una certa differenza, ma se navighi davvero ad un certo punto sei oltre confine,  per ipotesi… Come esserne mai certi? (no separation) 🙂

NPAL - foto via Corelli                                 NPAL Lab – Diary & Journey “Passano e ripassano”                                  via Corelli, Milano & Altrove 27 Febbraio 2019

(- continua)

28 . 2 . 2019

Immagine di treni in transito, tanti viaggi tra di  loro, intervalli, immagini, cambiamenti. Sospirando canto Amapola, perchè ne sento l’aria.  Ed  adesso, scusatemi, vado a cercare quel libro “Il Viaggiatore Notturno” di Maurizio Maggiani.

Si, proprio quel libro che mi aveva fatto ricordare di aver sentito cantare quella canzone da mio nonno Felice, sottovooce, quando cantava ormai solo così, spesso da solo davanti alla finestra,  dopo aver condiviso, da giovane,  per tanti anni la sua voce con un coro.  Quanti ricordi vissuti o, ascoltati raccontare.

Mia mamma Renata, piccola piccola, lo accompagnava  quando  lui andava a cantare nel coro, verso sera. E poi,  lei seduta ad ascoltare, seguiva lui in silenzio, intanto imparava le canzoni di un  vasto repertorio  di generi musicali diversi.  Per tornare a casa, a notte fatta, con la sua manina nella tasca grande del cappotto del suo papà altissimo, bellissimo  e dolcissimo. Credo di aver ereditto quel senso dell’essere compagni musicali, sonori nel vivere, anche condividendo il silenzio.  Grazie.

Quando, non molto tempo fa, ho comimciato ad essere  rassicurata nell’ascolto,  piuttosto che nell’essere ascoltata, ho cominciato ad intendere come il bisogno di raccontare prescinda dall’ascoltare, ascoltarsi nell’essere “insieme” (anche se l’altro non c’è o non si vede). Però, per questo… working in progress, mentre sta arrivando un’altra Primavera!

Ho preso tanti treni nella mia vita e quanti ne ho persi! Ne resta una immagine mossa, di tracce sempre in divenire. Perchè, in fondo, un viaggio non è mai finito e le mete sono sempre in movimento fra loro. Un treno in transito  questo lo sa…

Il viaggio non va atteso, va vissuto in ogni momento, dovunque tu sia, lo spirito del viaggio è sempre con te. Non sei mai solo nè fermo.

“Non aspettare di partire, comincia a viaggiare dove sei, anche se sei seduta  davanti alla finestra della tua stanza.”                                                          

(lascia andar via  i pensieri ed ascolta. Forse,  c’è  una storia che è appena partita e sta arrivando da te … )

49245149_10218215971288610_3478975947015716864_o-1Kaapi Carla Barnabei – NPAL Lab  “Waiting for a Tales” – Findhorn Foundation – 2012

“Non sono le persone che fanno i viaggi, ma i viaggi che fanno le persone”.                         

John Steinbeck

(- continua)

3 . 3 . 2019

NPAL Lab  – Diary & Journey “Listening”,  Milan and Elsewhere, 3 March 2019

“Nell’Acqua c’è uno Specchio. E, nello specchio il fluire dell’immagini, chissà dove.” 

Le immagini riflesse, come treni d’altra dimensione, vanno Altrove?

P.S.: Il viaggio mi  porti “qui”,  dove sono. Nessun confine vorrei percepire ( rilasciando l’illusione di percepirlo) 🙂

(in progress)

ore 21.47

Lascio qui un paio di appunti per la mia ricerca sulla  esperienza passata ed in progress “Mappe per/del Silenzio”. Titolo assolutamente indicativo,  provvisorio ed in trasformazione. Insomma, per il poco che ne so, una storia multidimensionale di segni sonori ed in-visibili . Spazi e mondi.

Da anni ci penso e l’incontro con il khoomi mongolo a Ulan Batar (Giugno 2018), la mia resa (“non ce la faccio a cantare così, riconosco il mio limite e, ti seguirò ascoltandoti, fino all’infinito”) e la testimonianza del maestro (che emozione risentirlo nel video!) hanno segnato una svolta facendomi  da ponte nella nebbia.

* (ho trovato la prima di queste tracce sottostanti, sbirciando fra i vecchi post del 2007 per la prima, e da questa ho trovato la successiva 🙂  o procedo, quando non sto ferma per associazioni e per  incontro con  “quello che arriva” o trovo.. Si rinnova la gratitudine che ho sentito allora e sento ora. Grazie 🙂

(fantastico, ascoltare tutte  e tre le tracce, video, contemponeamente . . . ) 🙂

(in progress)

4 . 3 . 019

** Procedo, quando non sto ferma, per associazioni e per  incontro con  “quello che arriva” o trovo (siano parole, immagini o suoni).

Adesso  un altro arrivo!

Grazie 🙂

“Fatti i cazzi tuoi…!” (ma quali?)

“C’è una foto con qualcuno (io), ma non guardare “chi”  (me) , guarda  vicino, guarda il Cielo…”

Classificare e dividere, come se gli Esseri umani fossero superiori alle Pietre o alle Nuvole. Una proiezione di separazione che, riprospettata su piani social-politici, potrebbe diventare razzista e nazi-fascista?   Non m interesso (più ) di politica, mi sforzo di non ignorarla e, piuttosto, non riesco a non indignarmi. Si tratta di priorità, sia nelle relazioni personali sia nelle relazioni sociali.

Si tratta di responsabilità. Bisogna farsi qualche domanda, del tipo: questa azione procura sofferenza a qualcuno? Ne posso fare a meno, e ci potrebbe essere una alternativa?

In fondo, che sia  una questione di immaginAzione e di Libertà inseparata  (mia/tua/nostra/vostra/loro)? Si tratta, di aprire la visuale, di ampliare lo sguardo? E, di non farsi i”cazzi propri” come se gli altri (in senso lato:  persone, popoli, paesi, razze e mondi) non esistessero?

Che poi, “i cazzi, o fatti, nostri” visti con uno sguardo limitato ci condizionerebbero,  ci renderebbero schiavi, diciamolo!

Per vedere chiaro, bisognerebbero essere in pace, dentro di noi, con noi stessi e conoscere la nostra Oscurità. Come, altrimenti, potremmo vedere, in quel Buio? E, cosa potremmo vedere se non  le nostre paure ed i nostri rancori proiettatti su qualcuno o qualcosa d’altro, fuori di noi?

E’ lo spettacolo inconsapevole, il film di una vita non vissuta, l’illusione di  una realtà apparente, recitata inconsapevolmente (una trappola individual-sociale).

Però,  la possibilità di risveglio c’è… ma non si compra, ci vuole l’intento di cambiamento, di risveglio ( non rifugiarsi in compensazioni)!!!

Ed allora, dai … ! 🙂

Grazie, sempre.

 

NPAL DIARY 01022018 (in progress)

(Ispirato da un post di Simona Emme) ☺

*** (foto dall’Archivio NPAL, tratte dal web, per ora non ho preciso riferimenti. Grazie :-))

Mr Train (2.) – (“Essere Suono”)

https://www.google.it/amp/s/auralcrave.com/2017/03/06/il-big-bang-della-musica/amp/

Quello che conta son le storie, non quello che trovi o  porti a casa.

S’apre uno spazio d’ascolto ad ogni incontro, con qualcuno, qualcosa, un paesaggio, un’immagine, un segno visivo o sonoro. Oltre le parole, s’apre uno spazio di ascolto.  Non sai cosa arriva non sai perché.    Restare connessi attraverso l’ascolto senza aspettative e senza richieste, come una porta ( o una finestra) che si lascia attraversare, come una strada che si trasforma al passaggio dell’acqua, in fiume …

Le storie sono sempre presenti, persino su una pagina personale di ebay, dove qualcuno espone cose da vendere. Sono presenti, soprattutto dove non le cercheresti mai; forse stanno in attesa e, ti sorprendono, se le lasci apparire.? Dipende, forse,  da noi quello che troviamo, così come dipende sempre da noi se non troviamo qualcosa…? 🙂

Le storie si manifestano come suono, hanno un ritmo secolare che ha loro consentito di intrecciarsi insieme e di cambiare,  trasformandosi in un’altra storia, connessa ad altre, e così via. La separazione nel tempo e nello spazio è dissolta, se ascolti e racconti, se sei ascoltato e raccontato.

Quando racconti, sei una Voce fra tante, accogli una storia in te …  Sia benvenuta!

NPAL Lab – “Travelling”,  2016

NPAL Diary & Journey,10072017 (in progress).

N


Non solo (a me).

*1.

Questo è un posto a cui appartengo, ma non è al posto che appartengo veramente.

Appartengo a ciò a cui il posto stesso appartiene. Ed è un’appartenenza,  che sto scoprendo o che si sta rivelando. Non solo a me, si sta rivelando . . . . Perchè?

Siamo indivisi, e scoprirlo è un percorso.

Sì, è un percorso e , come tale attraversa e si fa attraversare, oltre  (o nonostante), le parole, le aspettative e , soprattutto, oltre ogni catalogo o catalogazione . . .

 “Si tratta di affidarsi, e non di con-trattare . . . “

Dicevi, come una Nuvola nel Cielo. Sussurrava il Vento.

Sì, le  Nuvole sussurrano, altrimenti come potrebbero cambiare forma… ?   Il Vento le attraversa mentre insieme cantano.  Oltre è un luogo (o non-luogo) esiste, non è speciale.  Lì, non è dove sei di più ( o meno) , ma senza misura sei , così vicino al Niente che ancora temi (?).

   Oh,  (mi) fai delle domande meravigliose, non sono inquisitorie.  Sono un dono, aprono mondi da esplorare.

*2.

Ti ringrazio.

o

E,  questa gratitudine è una chiave che apre la mia porta chiusa, e chiude la mia porta aperta.  Libera (me ) da paure ed entusiasmi (chiusure & aperture), riconosce il confine.

Il confine,  esiste?

Vivrò ancora, con me e con te, per scoprirlo.

E tu, invisibile, trasformerai ogni domanda. Fino  fondo, là dove non c’è misura o fine separata da un altro inizio.

Grazie. 🙂

*3.

*** 1, 2, 3

NPAL  diary & Journey –  Gobi Desert & Elsewhere, Summer 2015

(in progress – 1705017)

“Abbiamo tanti legami con luoghi dove abbiamo vissuto che ci sembra più facile, lasciandoli, lasciare noi stessi.”  –  Marguerite Yourcenar

In-visibile

Da quando sono tornata dal Viaggio in Mongolia, una settima precisa fa, sento un’attrazione  irresistibile per l’in-visibilità. No, non cancello, non separo. Piuttosto, sento la memoria, il suo profumo vivo.

La mia percezione si è rarefatta, sento lo spazio, ho bisogno della sua libertà, e della mia, dal “riempimento delle cose e delle persone”. No, non voglio liquidare tutto, ma rispettare l’essenza, di “chi e cosa”. Per questo, occorre spazio. Liberamoci, dunque. Ora, scrrivo, sospinta dalla voce di un’immagine appena scoperta. Mi dice:

“Quello che non vedi, c’è …!”

Ecco, qui sotto, l’immagine. Il titolo. “Hanging-Scroll-Japanese-Painting-White-Hawk-Paint-Japan-Asian-art-Paper-old”. Ma il Falco (Hawk) lo si vede o no ?

$_57

 

“Non ti farò un ritratto, mai. Di te disegnerò l’impressione, lo spazio liberato da un’inclinazione di lato verso la luce.

Dipingerò nell’ombra la tua scintilla.  Il  volo”.

 

$_57-1
“Japanese-Painting-Hanging-Scroll-Japan-Dragon-Character-Paint-Kakejiku-“

NPAL Diary & Meetings 0509015

El Abrazo Partido

Partire, perdere e ritrovare. Cosa? un abbraccio che “è stato” e più non è, lo stesso.

“Apparentemente non c’è più, eppure lo sento”.

Ecco, ci sono una bambina ed una donna, non sono proprio separate mai,  ma hanno, a volte, problemi di comunicazione tra loro.

Se una di loro ha il sopravvento, l’altra si assenta. Così, si perpetua una dinamica. L’altra aspetta di essere riconosciuta, e nell’ombra, si spegne.

E’ una storia semplice, urla e silenzi, svenimenti e svanimenti, lampi di luci e buio pesto. Cantando ed urlando, sopirando o tacendo ciò che non si riesce a dire. Il tempo passa?

Storia di una separazione apparente, illusoria. Storia di riconciliazione e scoperta di un spazio, che non è di nessuno… Ed d è di tutti, libero.  C’è un viaggio in sospeso (andare via e ritornare).

E’ lo spazio di un abbraccio perduto e, ritrovato.

NPAL Diary 19 12 014

Avevo come la sensazione di voler abbracciare qualcuno, ma senza sapere perché.”                                             da: “El Abrazo Partido”

Ring Them Bells

S

 

Suona, suona. Questa canzone che parla di fine e contemporaneamente di risveglio, come se fossero in fondo inseparati.                                  Non c’è risveglio  senza fine. E, la fine sta accadendo, ora.

 

“Non è  quello che dici, ma la voce che hai.  Come è diventata la tua voce, dopo innumerevoli pianti ed innumerevoli sorrisi, nell’uragano e nel sole. Sta camminando da lungo tempo, ancora. Non è se ti risveglierai ma dove sei ora, e se lo  sai … ! “.

 

Ritornare a Casa. Questo, ritorno, qui ora. Ascolto. E, mi sembra ad ogni minuto una nuova partenza, infinita,  qui, ora, verso casa … Grazie.

 

 

Le voci di Bob, vanno oltre il testo, mi portano a sentire un cambiamento che segna il momento presente, provvisorio, in continuo cambiamento, eppure nella “sua” eternità …

Thank you so much 🙂

 

NPAL Meetings and Memories 0607014     IMG_5637

 

 

 

P.S.: nei commenti, come al solito, lyric e riferimenti, in progress… (tanti sono ! 🙂