“Tutte le strade devono sparire. Finché seguirete la strada di qualcuno, quel cammino è un prodotto del pensiero.
Non è un cammino nuovo. “

Krishnamurti

E’ quasi mezzanotte. Metto un segno per oggi,ma adesso non riesco a scrivere… E ‘ un segno di Lampo…!
A presto
🙂

(23.48 – continua)

Q  u o t i d i a n o


N. B. :
ho cambiato la voce del blog. Anzi no, la voce è sempre di Bob (come potrebbe essere altrimenti?).  E’ il brano ad essere stato cambiato. Ho fatto dei pasticci nel template e non ho anocra avuto modo di rimediare. Per la cronaca, non si tratta di “This dream of you” come indicatoi ma “Forgetful Heart” (Live Performance  Ever, Milwauke, July 2009) entrambi sono in “Trough Togheter Live”.

Se cliccci  q u i   puoi ascoltare il brano (live 1991, per avitare che si sovrapponga all’altro sempre di Bob apri direttamente il link di You Tube…ok?
Da diverse mattine dopo il caffè apro, senza guardare, l’Antologia (un bel librone di ben quattro dita di spessore edito Feltrienelli) di “Lyrics 1962-2001” di Bobby. La pagina mi indica una canzone/poesia che Subito dopo, ascolto (da un cd cercato fra tutti quelli in attesa, oppure videoascolto col pc acceso da You …). Sento, leggo ed ascolto, fino a quando mi chiedo: “Su cosa pongo attenzione, innanziutto? Quale priorità quotidiana, oggi?”

Ad esempio, ecco qua l’indicazione odierna. Vivere,qui ora. A fine giornata, (me) lo racconterò… 😉

 

 

ACROSS THE BORDERLINE
come eseguita da Bob Dylan con Tom Petty and the Heartbreakers allo Shoreline Amphitheater di Mountain View, California, il 5 agosto 1986

ACROSS THE BORDERLINE
by Ry Cooder, John Hiatt, Jim Dickinson


con Tom Petty, Shoreline Amphitheater, Mountain View, California, 5 agosto 1986

There’s a place, so I been told
Every street is paved with gold
And it’s just across the borderline
When it’s time to take your turn
There’s a lesson you must learn
You could lose more than you ever hope to find

And when you reach that broken-promise land
All your dreams flow through your hands
You will know it’s too late to change your mind
You paid the price to come so far
Just you wind up where you are
And you’re still just across the borderline

Up and down the Rio Grande
A thousand footprints in the sand
Reveal a secret no one can define
That river rolls on like a breath
In between my life and death
Tell me, who is next to cross that borderline

And when you reach that broken-promise land
All your dreams flow through your hands
You will know it’s too late to change your mind
You paid the price to come so far
Just you wind up where you are
And you’re still just across the borderline

AL DI LA’ DEL CONFINE
di Ry Cooder, John Hiatt, Jim Dickinson

da “Covering Them”


Esiste un posto, così mi han detto,
dove ogni strada è lastricata d’oro
ed è appena al di là del confine
Quando sarà il tuo turno
c’è una lezione che dovrai imparare
che puoi perdere più di quello che mai potrai sperare di trovare

E quando avrai raggiunto quella terra di promesse infrante
tutti i tuoi sogni ti svaniranno tra le mani
saprai che è troppo tardi per cambiare idea
Hai pagato il prezzo per esserti spinto così lontano
Resterai dove sei
e sarai ancora al di là del confine

Lungo il Rio Grande
migliaia di orme nella sabbia
rivelano un segreto che nessuno può spiegare
Quel fiume scorre come un respiro
tra la mia vita e la mia morte

Ditemi chi è il prossimo che attraverserà il confine

E quando avrai raggiunto quella terra di promesse infrante
tutti i tuoi sogni ti svaniranno tra le mani
saprai che è troppo tardi per cambiare idea
Hai pagato il prezzo per esserti spinto così lontano
Resterai dove sei

e sarai ancora al di là del confine

traduzione di Michele Murino

 

 

( 71109 –  continua)


I n   p r o g r e s s



1

  fra  un incontro  e  l’altro le  parole non  dette
erano rimaste lì insieme alle tracce delle suole vicino
alla  pozzanghera  specchiante  il  cielo
righe parallele a ricordare l’infinito

(senza  punto nè virgola)


(1 . 11 . 09 – 19.26 – continua)

2

un richiamo dentro esprime il futuro nel presente

ascolto

hé è tempo di…
 
È tempo di mettersi in ascolto.
È tempo di fare silenzio dentro di se.
È tempo di essere mobili e leggeri,
di alleggerirsi per mettersi in cammino.
È tempo di convivere con le macerie
E l’orrore, per trovare un senso.
Tra non molto, anche i mediocri lo
diranno.
Ma io non parlo di strade più impervie,
di impegni più rischiosi,
di atti meditati in solitudine.
L’unica morale possibile
È quella che puoi trovare,
giorno per giorno, nel tuo luogo
aperto-appartato.
Che senso ha se solo tu ti salvi.
Bisogna poter contemplare,
ma essere anche in viaggio.
Bisogna essere attenti,
mobili, spregiudicati e ispirati.
Un nomadismo,
una condizione, un’avventura,
un processo di liberazione,
una fatica, un dolore,
per comunicare tra le macerie.
Bisogna usare tutti i mezzi disponibili,
per trovare la morale profonda
della propria arte.
Luoghi visibili
E luoghi invisibili,
luoghi reali
e luoghi immaginari
popoleranno il nostro cammino.
Ma la merce è la merce,
e la sua legge sarà
sempre pronta a cancellare
il lavoro di
chi ha trovato radici e
guarda lontano.
Il passato e il futuro
non esistono nell’eterno presente
del consumo.
Questo è uno degli orrori,
con il quale da tempo conviviamo e al quale non abbiamo ancora
dato una risposta adeguata.
Bisogna liberarsi dell’oppressione
E riconciliarsi con il mistero.
Due sono le strade da percorrere,
due sono le forze da far coesistere.
La politica da sola è cieca.
Il mistero, che è muto,
da solo diventa sordo.
Un’arte clandestina
per mantenersi aperti,
essere in viaggio,
ma lasciare tracce,
edificare luoghi,
unirsi a viaggiatori inquieti.
E se a qualcuno verrà in mente,
un giorno, di fare la mappa
di questo itinerario;
di ripercorrere i luoghi,
di esaminare le tracce,
mi auguro che sarà solo
per trovare un nuovo inizio.
È tempo che l’arte
Trovi altre forme
Per comunicare in un universo
In cui tutto è comunicazione.
È tempo che esca dal tempo
astratto del mercato,
per ricostruire
il tempo umano dell’espressione
necessaria.
Una stalla può diventare
Un tempio e
Restare magnificamente una stalla.
Né un Dio, né un’idea,
potranno salvarci
ma solo una relazione vitale.
Ci vuole un altro sguardo
Per dare senso a ciò
Che barbaramente muore ogni giorno
Omologandosi.
E come dice un maestro:
"tutto ricordare e tutto dimenticare".

 
Antonio Neiwiller, Maggio 1993
 in Movimento Zoè
 

diventa un post intermittente
(2 . 11 . o9 – 11.25 – continua)


I n   p r o g r e s s

 


1
  fra  un incontro  e  l’altro le  parole non  dette
erano rimaste lì insieme alle tracce delle suole vicino
alla  pozzanghera  specchiante  il  cielo
righe parallele a ricordare l’infinito
(senza  punto nè virgola)


(1 . 11 . 09 – 19.26 – continua)

2

un richiamo dentro esprime il futuro nel presente

ascolto

è tempo di…

È tempo di mettersi in ascolto.
È tempo di fare silenzio dentro di se.
È tempo di essere mobili e leggeri,
di alleggerirsi per mettersi in cammino.
È tempo di convivere con le macerie
E l’orrore, per trovare un senso.
Tra non molto, anche i mediocri lo
diranno.
Ma io non parlo di strade più impervie,
di impegni più rischiosi,
di atti meditati in solitudine.
L’unica morale possibile
È quella che puoi trovare,
giorno per giorno, nel tuo luogo
aperto-appartato.
Che senso ha se solo tu ti salvi.
Bisogna poter contemplare,
ma essere anche in viaggio.
Bisogna essere attenti,
mobili, spregiudicati e ispirati.
Un nomadismo,
una condizione, un’avventura,
un processo di liberazione,
una fatica, un dolore,
per comunicare tra le macerie.
Bisogna usare tutti i mezzi disponibili,
per trovare la morale profonda
della propria arte.
Luoghi visibili
E luoghi invisibili,
luoghi reali
e luoghi immaginari
popoleranno il nostro cammino.
Ma la merce è la merce,
e la sua legge sarà
sempre pronta a cancellare
il lavoro di
chi ha trovato radici e
guarda lontano.
Il passato e il futuro
non esistono nell’eterno presente
del consumo.
Questo è uno degli orrori,
con il quale da tempo conviviamo e al quale non abbiamo ancora
dato una risposta adeguata.
Bisogna liberarsi dell’oppressione
E riconciliarsi con il mistero.
Due sono le strade da percorrere,
due sono le forze da far coesistere.
La politica da sola è cieca.
Il mistero, che è muto,
da solo diventa sordo.
Un’arte clandestina
per mantenersi aperti,
essere in viaggio,
ma lasciare tracce,
edificare luoghi,
unirsi a viaggiatori inquieti.
E se a qualcuno verrà in mente,
un giorno, di fare la mappa
di questo itinerario;
di ripercorrere i luoghi,
di esaminare le tracce,
mi auguro che sarà solo
per trovare un nuovo inizio.
È tempo che l’arte
Trovi altre forme
Per comunicare in un universo
In cui tutto è comunicazione.
È tempo che esca dal tempo
astratto del mercato,
per ricostruire
il tempo umano dell’espressione
necessaria.
Una stalla può diventare
Un tempio e
Restare magnificamente una stalla.
Né un Dio, né un’idea,
potranno salvarci
ma solo una relazione vitale.
Ci vuole un altro sguardo
Per dare senso a ciò
Che barbaramente muore ogni giorno
Omologandosi.
E come dice un maestro:
“tutto ricordare e tutto dimenticare”.

Antonio Neiwiller, Maggio 1993
in Movimento Zoè
diventa un post intermittente
(2 . 11 . o9 – 11.25 – continua)