E’ una ricostruzione lenta, questa.
E’ una ricostruzione lentissima, la mia. Per ricostruire bisogna fare spazio, sia dentro sia fuori.
Per dentro intendo l’area pretestuosamente confinata corrispondente al mio nome ed al mio corpo, distinta da vari dinamiche e convenzioni ed, innanzitutto, dall’illusione di separazione.
Ci sono formule più o meno note e raffinate, ci sono regole più o meno doverose, che legittimano questi confini e, ne sono legittimate.
Ciascuno ha esternamente la sua area operativa o di riconoscimento. Oltre il nome e cognome scritto, la sua casa, la sua famiglia, gli amici che a loro volta hanno un nome e cognome e viceversa.
Sto semplificando la trama di una rete di immagini, intricata ed a volte, persino invisibile.
Scusa, ma da questa rete si può uscire, o almeno si può almeno crederlo?
Se fosse una rete autentica, passando dal vuoto tra le maglie, infilarci in un non so chi né dove, magari. O altro. E’ possibile …? Potrebbe esserlo …? “.
© P N L A / lab Harambèe – Kaapi carla barnabei
Forres & Altrove, Settembre 2012
“Il ponte fra noi immprovvisamente s’apre, proprio al centro. Da lì , nasce un arcobaleno.”
Dici: “Senza ponte fra noi come faremo? “.
Ed io, invece, sono preoccupata di restare senza arcobaleno…che intanto, noncurante di noi, risplende”.
(da Free Gift – NPLA 9.2.013)
(NPLA lab in progress – Qui & Altrove 9 .2 . 013 🙂