“Nessuno sapeva dove ero, nessuno mi stava aspettando”.
Si traccia una mappa fra dove sei fisicamente, e dove sei, là… ma dove? Questa domanda non è “pesante”, non interroga; piuttosto, apre uno spazio di risposta, di scoperta o forse di miracolo.
“Prendi a caso una frase dallo specchio e, lasciala andare.”
A caso, un atto di presenza: fai un gesto, lo riconosci mentre lo lasci accadere, lo trovi, ti fai attraversare: e lo lasci andare, lontano da te. Non aspetti un ritorno.
Parlo alle piante, qui sul terrazzo e dentro casa: “Buonanotte ragazze”, dirò fra poco e domattina le saluterò di nuovo: “Buona giornata”!
Celebrare la distanza come uno spazio di libertà e di presenza. Qualche settimana fa ho incontrato una Septaria ( click), attratta dal suo disegno.
Mi sarebbe piaciuto che proprio quel disegno apparisse sul pavimento che vorrei dipingere, anche se non vorrei imprigionarlo… Così ho chiesto ispirazione, in merito.
E, la Septaria ha raccontato, con quella vibrazione (click) che connette la paura della mancanza al Vuoto, alla sua libertà dalla personalità di un luogo o di una creatura, vivente o morente, o di un luogo.
Ci sono delle “figure” che sembrano maschere o mappe intrecciate e, come tali se ti lasci connettere, ti parlino del vuoto, dell’essere uno schermo, nella rappresentazione, un paesaggio, uno spettacolo. Ti cambiano, se lasci accadere.
Va bene, la maschera ha una sua generosa consapevolezza, non ti imbroglia, si sovrappone o si sottopone, fino a quando la toglierai. Decidilo! Sai, che scoperta, dopo? 🙂
* NPAL Diary & Journey – Septarian Necklace 0407017
P.S.: in seguito, ad un post del 2016 ripubblicato poco fa, su facebook (certe escursioni veloci possono essere “profonde”).
invece, questo post è decisamente in progress. Se vedem … 😊🌱Ty.
** NPAL Diary & Journey – Mongolia, August/September 2015
NPAL Diary & Journey 407017
8 . 7 . 2017
“Scusa, stai dando i numeri?”
Sì!
1.
“Vado in reazione subito, quando nella conversazione con qualcuno, mi sembra che mi diano ordini. Magari non è così, l’altro si esprime spontaneamente senza usare condizionali, fa un’ipotesi usando un imperativo. A me sembra, di sentire un’energia particolare in questi casi, di controllo e dominio, ma forse viene da una mia mancanza.”
2.
Tendo a idealizzare gli altri, e a volte la mia disponibilità viene usata a fini di potere od affermazione, forse? Comunque, anche se riconosco la mia responsabilità nell’essere stata disponibile ad oltranza in passato, ancora non lo sopporto.
3.
Ho bisogno di distanza per respirare, mi sento invasa. Mi sento inchiodata ad un ruolo, esclusa dal dialogo e reagisco immediatamente, mettendo la distanza che non c’era, invocando spazio e tempo oltre quell’ambito angusto in cui mi sento stretta.
Non sono un personaggio da inserire in un teatrino a recitare la sceneggiatura scritta da qualcun altro o neanche da me . . . E cosa, chi sono? Lo sto esplorando, non è per niente facile, anzi è proprio pericoloso, ma è “un’avventura per la vita”.
“Fra la vita e la morte, sempre ci muoviamo, non dimenticarlo. E, sorridi!”
5.
Però, occorre accettare che gli altri magari non amino l’avventura e chiedano di continuare la recita. Senza offendere, innanzitutto, ma anche senza offendersi.
Riuscirò a tradurre l’intento di accettare che mi venga richiesto, magari inconsapevolmente o indirettamente , di recitare, di stare in una scena fissa o uno spettacolo ripetuto, senza offendere senza offendermi; senza reagire, riconoscendo i limiti e cercando una risposta al mio intento ogni volta, in quel momento?
6.
Viaggiare senza sceneggiatura precostituita, alleggerisce il bagaglio ma è pericoloso per ogni aspettativa e per ogni credenza . Ed anche per i comò, quelli delle tre civette e quelli pesanti che mi porto dentro, affolandone i cassetti di ricordi.
7.
Ed anche dentro , come fuori, non si tratta di buttare via (le cose, le persone o le loro maschere, le emozioni, gli eventi, ecc.), con una negazione distruttiva, ma invocando quello spazio, che non sia una pretesa chiesta a qualcuno, o una compensazione ad un ruolo nel quale sei rimasto o sei uscito inconsapevolmente …?
“Non si tratta di distruggere, di fare piazza pulita, ma di fare spazio alla pace (dentro e fuori) e prendersene cura, sempre!”
8.
La via continua. Buon cammino a tutti, a chi va ed a chi resta (a chi lo sa ed a chi no).
Grazie 🙂
****
“Night again
the Shadow of Universe
covers my shadow.”
NPAL Diary & Journey – “Dare i Numeri” (per ora fino a 8) – 08072017
* “Mr Train” – Patti Smith, Ed. Feltrinelli
** articolo di Paolo Vites
*** “Sound of Silence” (byPaul Simon) and “I like a Rolling Stone” (by Bob Dylan)- Sainkho koomii and “From me to You”
**** Federico Pistone – Guida “Mongolia”- ed. Polaris – “The Nature of Feeling” Haiku
from Mongolia – Bremson Editor