https://www.youtube.com/watch?v=j8f4y336ts0
Questo collage di post(s) archiviati, scritto prima del mio ultimo viaggio a Glastonbury, risale a più di un mese fa!
Nell’incipit al post (cambiato) ho ritrovato:
“Un ponte che ti mostri proprio dove sei … Be’, non si può neanche vivere nella paura. ma vivere…”
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Poco fa ho cercato un post come un riferimento.
Sai, quando viaggiando guardiamo qualcosa attraverso una finestra e, magari la finestra non c’è neanche potrebbe essere l’obiettivo di una macchina fotografica, o qualcosa d’altro che ci consenta d’incorniciare, in parte, ciò che potrebbe essere visto di fronte o intorno a noi. Oppure , potremmo anche non essere in viaggio fuori casa, ma considerarci in viaggio, dovunque.
“Non è tanto importante ciò che vedi, o credi di vedere, se guardando ti liberi dall’ansia di vedere, trovare un’immagine o forse una compensazione?”
Una compensazione che potrebbe farci dimenticare, per un istante almeno, ciò che nell’ombra ci rende così difficile stare, restare, fare e, ci fa nascondere o fuggire, altrove.
Altrove, dove?
Altrove potrebbe essere lì, (magari una paginadel blog o di facebook), dove indifferentemente si possa sostituire ciò che vorremmo o dovremmo fare, con un click, (uno sguardo, click fotografico o della tastiera del pc o smartphone)
(questo è rimasto dall’incipit del post scritto giorni fa o ieri: un ponte che ti mostri proprio che non si può neanche vivere nella paura ma vivere…
NOTA 1
lascio questo post in sospeso e non lo pubblico, come pro-memoria riletto a come scrivo e come scrivevo.
Sto rileggendo vecchi post e mi meraviglio: li ho scritti davvero io?
Adesso, non mi sembra di saper più scrivere in tal modo. Perché? Forse, perchè ora non faccio più riferimento a fatti o persone accaduti, incontrati in questa dimensione e che possano essere trascesi proprio attraverso il racconto scritto o disegnato, dal giudizio, dall’idealizzazione, dall’esaltazione, insomma dall’illusione.
Ultimamente, scrivo per compensare le frecce che non ho saputo, sentito o voluto lanciare.
Scrivo per dire alle compagne di viaggio quanto sono state incoerenti rispetto a chi credono e dicono di essere o stronze, stronzizzime. Scrivo per esprimere la mia delusione di non aver trovato interlocutrici per esaminare la dinamica di separazione fra noi, complice la competizione; ma sbaglio perché non trasmuto non trascendo , pontifico.
E così. non racconto la storia dell’evento per lasciarlo andare. Piuttosto, ne parlo per affermare la mia posizione presunta corretta e per crogiolarmi nella sconfitta o nella vittoria ( a volte non c’è una gran differenza)
Non cancello il post qui sotto, che avevo citato all’inizio come riferimento per scrivere qualcosa.
Direi, che ora sia prioritario considerare perché scrivo e cosa potrei scrivere durante il viaggio a Glastonbury, il prossimo viaggio. Già adesso, si sta rivelando qualcosa, no? Stanno incrinandosi alcune maschere e stereotipi , in me. Bene.
“Questa nota mi rincuora e mi incoraggia anche a comperare un usato i Pad da portare in viaggio. Sì, mi sto accorgendo che urge un ” lavoro sull’intero/interno”, una meditazione sia pur breve e quotidiana, un esercizio fisico mattutino (sia pur breve), fare il bagno ogni giorno, adesso che l’acqua calda c’è grazie alla riparazione dello scaldabagno, e fare un disegnino, come parte di un disegno grande, da portare in viaggio ( una specie di collage, anche da combinare dopo, o da fare su u foglio in cui uno schema, anche semplice, come un mandala circolare con gli assi delle direzioni o una spirale,da riempire con fogli piccoli anche strappati da disegni o fotocopie di disegni, in modo che il frammento sia comunque energicamente connesso alla piu’ grande e o più piccola parte ed anche testimoni l’apertura di lasciare andare. E, fare la fotocopia ma non stracciare il sdegno).
Sulla parete dello studiolo sopra la cassettiera o in camera da letto mostrare a me stessa questa testimonianza che potrebbe essere trascesa (ho paura di perdere qualcosa, ma vedo la mia paura e “me” la guardo) .
NOTA 2
Prima, nell’incipit al post (cambiato) avevo scritto: ” Un ponte che ti mostri proprio dove sei … Be’, non si può neanche vivere nella paura ma vivere…”
“Four Strong Winds blow lonely”
(il testo nei commenti)
N.B.:
20 . 10 . 017
Quello che ho scritto qui sopra, più di un mese fa, mi sembra in buona parte ossessivo ed in parte svanito. La testimonianza, come tal, (se lo è) testimonia un limite.
Forse sono proprio loro, i limiti, i veri testimoni?
Intendo dire, non censuro quello che ora rileggendo, mi sembra ingenuo perché sfuggito alla rappresentazione (guarda “chi sono” o guarda chi vorrei sembrare d’essere) o all’opposto rappresentato proprio per questo motivo, inconsapevolmente. A questo proposito , ho scritto, rimandando il pranzo per l’urgenza di dirlo, un commetto ad un post su facebook, magari lo replicherò anche qui.
Il Vento Soffia, soffia. Soffia via. Grazie!
2 giugno 2008
Angoli & Spigoli
In un Angolo c’è una mappa di Mondi da decifrare. Tutto lo spazio fra Soli, Lune, Stelle e Altro ancora.
La Luce e l’Ombra del Cielo e della Terra fra noi, lontani e vicini, nell’Angolo, in una Stanza, dietro Porte e Finestre, siamo noi.
Per Strada, nelle Piazze, oppure su Sentieri diversi che diano la Speranza o l’Illusione di una comune e reciproca appartenenza nell’essere stretti, isolati, selvaggi.
In un Angolo di Recinto, Casa, Stanza, Porta, Finestra, ed anche in una Stella disegnata, nell’Occhio grande o piccolo, persino in un Sentiero, c’è uno Spigolo, almeno uno.
Quello spigolo che tende la curva della quale è Inizio o Fine, quell’altro che invece si specchia in altri dirimpettai ortogonali: nei riquadri di Ingressi ed Uscite, stanno a ricordare, nel percorso dentro, fuori e dovunque, un tratto o un momento in cui la Direzione dei Passi, dello stare fermi o dell’andare via o alrove, cambia direzione. A volte supera, a volte torna indietro, altre s’inabissa o vola via.
Dove stiamo andando?
Dove stiamo andando, veramente, intendendo lo Spazio ed il Tempo, oltre quel confine di Recinto, Stanza, Ingresso e Uscita, oltre la misura del Tempo suddiviso nei Giorni.
Dove stiamo veramente andando, nel Tempo indefinito, in quel Momento che unisce e separa la nostra Vita quando comincia e quando finisce.
Dove stiamo andando, da soli ed insieme, nelle nostre Vite separate ed intrecciate. Chi comincia prima e chi dopo. E poi, quando finirà…?
E soprattutto, cosa stiamo facendo?
Cosa stiamo veramnete facendo da soli ed insieme, per Noi stessi e per l’Altro vicino e lontano?
Anche oggi, insieme a Te che diventi sempre più sottile, silenzioso, rimpicciolisci fisicamente, e ti stai allontando da questa Vita, a poco a poco, io mi avvicino piano piano. Vengo verso di Te. E cambio Direzione … 🙂
(Ma comincio a sentire che sto andando anche verso parti di me che non conosco proprio, o quasi …). Grazie.
C l i c k
FOUR STRON WILD WINDS BLOW
Think I’ll go out to Alberta
Weather’s good there in the fall
I got some friends that I could go to working for
Still I wish you’d change your mind
If I ask you one more time
But we’ve been through this a hundred times or more
Four strong winds that blow lonely
Seven seas that run high
All those things that don’t change, Come what may.
If all the good times are all gone
Then I’m bound for movin’ on
I’ll look for you if I’m ever back this way
If I get there before the snow flies
And if things are lookin’ good
You could meet me if I send you down the fare.
But, by then it would be winter
Not too much for you to do
And those winds sure can blow cold ‘way out there.
Got some friends that I can go to working for,
Still I wish you’d change your mind
If I asked you one more time,
But we’ve been through that a hundred times or more.
If I get there before the snow flies,
And if things are going good,
You could meet me if I send you down the fare.
But by then it will be winter, there ain’t too much for you to do,
And those wind sure can blow way out there.
Four strong winds that blow lonely
Seven seas that run high
All those things that don’t change, Come what may.
If all the good times are all gone
Then I’m bound for movin’ on
I’ll look for you if I’m ever back this way.
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Songwriters: IAN TYSON