25 . 1 . 2020
Quando mi sembra di sentire quella Voce che incomincia a sussurrare qualcosa, non so proprio se sia un dialogo o se stia arrivando una storia.

Sin da piccola, ho sempre immaginato le storie come persone, o come paesaggi, insomma creature viventi ed in cambiamento. Forse, per questo non so mai se si tratta di un inizio, (un sentiero, un viottolo, una strada, montagne all’orrizonte e cielo) che porti da qualche parte, o un inizio da solo, in attesa.
“Mi hanno detto, alla partenza, di stare attenta. In quel momento, prima di partire, di solito vado in ansia. Non so cosa mettere nel bagaglio e soprattutto come lasciarlo leggero.
Mi dispiace lasciare la casa se non è in ordine, e mancare di rispetto se non le dedico la neccessaria attenzione prima di mettere la chiave nella serratura. E poi, controllare che sia chiusa, anche se quando lo faccio, a volte un sospetto di lasciare apposta la porta aperta mi abbia sfiorato, chissà perchè. Qualcuno potrebbe entrare a visitare la casa senza nuocerle?
Magari, nel caso accadesse, non me ne accorgerei neppure se non dalla scia odorosa lasciata dal temporaneo ospite. Un’ipotesi di condivisione per uno spazio da liberare?
Giro la chiave nella serratura, ed ecco sento quella traccia di cibo in cottura , non ho ancora capito quale, da parte di qualche vicino di casa.
Un ticchettio interviene, proviene da un piano di sopra, forse l’ultimo. E batte, batte, e ribatte. Mi piacerebbe danzare improvvisando, invece stacco la chiave, aspetto l’ascensore. E, scendo con la valigia. Mi guardo nello specchio, mi rigiro e . . . “
(continua – in progress)

NPAL Lab – “Porta d’Albero”, April 2012
NOTE: (*) NPAL Lab – manifesto di “Finlandia.com L’amore per l’Artico” – Metrò MM2 Milano, Aprile 2012
Mi sembra che anche la porta sia di specchio. Non si apre. Forse mi devo specchiare, per davvero?
Si diceva:
“Specchiarsi: riconoscere un’immagine e . . . lasciarla andare (la puoi salutare gentilmente o con freddezza). Altrimenti, non potrai mai incontare l’altra immagine che si cela sotto e ,tantomeno tutte le altre.
Guardarsi in uno specchio richiede uno sguardo liberato, o liberante, dalle maschere e dalle emozioni trattenute, imprigionate. Richiede una sottrazione: sfogliare e sfogliarsi come un libro, fino all’ultima pelle, fino all’ultima pagina, ma non è detto che il racconto,e neanche le tue identità, finiscano lì . . . “?!

(continua – in progress)
(continua – “Storia ri-specchiata” – in progress)
30 . 1 . 2020

Molly Smith- “Abstractlovin”
( continua)
1 . 2 . 2020
Da bambina mi piaceva scrivere o disegnare sui vetri o sugli specchi appannati.
Quando pulisco gli specchi ( durante le operazioni di pulizia della casa), cancellandovi segni ed impronte mi chiedo se siano parte di una mappa vivente da decifrare . . .
(continua – in progress)
Me lo chedo davanti allo specchio, chiudendiogli occhi, per ascoltare senza guardare. Ascolto.
(continua – in progress)
NPAL Lab – “Sottosopra” – via Confalonieri, 11 Milano & Altrove 2013
Eccoti Carla, ti ho trovata. Auguri in ritardo. Perdonami, ma mi ero “persa” il tuo messaggio. Ora ti linko – così sono sicura di non perderti – e vedo se riesco ad iscrivermi alla tua pagina. Un abbraccio :*
Grazie Simona. Mi sto disintossicando da Fb annessi e connessi (ti spiegherò :-), spero funzioni. Vengo spesso qui, a scrivere al volo e poi torno a corregere o a continuare ( anche per questo post). Un abbraccio