S e g n a p o s t o

1 e 2 .1. 2022

“Finalmente, è arrivata!” hai detto.

“Ma siamo sicuri che non siano in due (o più)?”, ho risposto.

*1.

(01/02012022 continua – in progress)

*1. immagine pescata dalla rete (web)

3 . 12.2022

Segnare un posto, lasciare qualcosa su un posto vuoto, occuparlo provvisoriamente.

“Passare da Onda in Onda.”

Onda su Onda, ascoltando quella canzone, mi sentivo trasportare in un ritmo incessante. Più tardi l’avrei riconosciuto, tangibilmente . . .(seguirà piccola narrazione).

(030120222 – in progress)

*2.

4 .01 . 2022

Onda su onda, attraversata si sentiva. L’acqua era fuori e dentro di lei. Sentiva la sua forma mutare nel fluire incessante.

Così fuori, così dentro.

Il corpo dov’era? Spogliato di forma esterna. Multidimensionale essenza, semplicemente vibrazione. Frequenza di un riflesso, sull’Acqua.

Nello specchio un sorriso muta le lacrime e s’apre al divenire, all’infinito.

*3.

immagini *2. e *3. : NPAL (Nomadic Provisional Art-Life), “Project for Voices” – Milano & Elsewhere 20102021

4 . 4 . 202 – Viaggio in remoto a Maia.

Sono arrivata ad Airport One, sull’Anello.

Non vedo i miei compagni ma so che ci sono.

Prima di partire indosso tuta e stivali grigio chiaro d’ ordinanza (*).

Salgo su una navicella monoposto, stretta. Patisco, ma non troppo, un po’ stare in uno spazio così esiguo, il viaggio sarà’ brevissimo. Dopo una partenza a scheggia la navicella si stabilizza per qualche minuto e riparte fendendo il buio. Incontriamo la luce di tre Stelle allineate.

Ploff, ecco, siamo arrivati. La porta si apre automaticamente. Dopo un suono soffice, una luce blu intermittente si accende.

Scendo. Paesaggio di sogno, di una bellezza incredibile: un’ immensità ghiacciata e traslucida, illuminata da tre stelle incastonate a V su una volta blu scuro. Che Cielo!!

Montagne e picchi ghiacciati, si intravedono in lontananza. Una bellezza primordiale, accecante.

Nel Ghiaccio s’intuiscono, in punti in cui è piu sottile, quasi delle porte chiuse, trasparenti.

Vicino a me, niente e nessuno. Eppure, non mi sento sola.

Cammino facendo attenzione, cerco di congedare la paura di cadere e scivolare sul ghiaccio scintillante. Confido nell’aiuto dei miei stivali con spesse suole antiscivolo. Ed invoco le Guide (SW and e SN).

Si, ma dove vado?

Continuo a camminare ascoltando lievi vibrazioni nell’aria condensata, per orientarmi in qualche modo. Ed ecco, un suono, indica il percorso.

Di là, vai!”

Senza altri riferimenti, proseguo nel bianco luminescente.

Improvvisamente, percepisco un movimento sotto il ghiaccio, un guizzo. Aspetto, ascolto.

Davanti a me appare dal nulla una piccola Foca Bianca lucente. Si avvicina, mi annusa, mi invita a giocare con lei.

Resto piuttosto perplessa. Ci osserviamo reciprocamente ed ipotizzo che per giocare potrebbe intendere essere seguita in un percorso di scivolate sul ghiaccio, senza pattini… Allora, mi immagino di averli sotto agli stivali e pattinando la seguo.

Si ferma, la raggiungo. Un girotondo, ed infine dopo qualche altro metro, si ferma. Cresce, diventa grande, sempre più lucente.

Anche il suono cresce e diventa voce tonante. Viene da sotto il ghiaccio. Il ghiaccio si assottiglia ad Est. Sta per rompersi?

Ho paura (a parte il freddo forse mitigato dalla tuta, ricordo di non saper proprio nuotare).

La Foca Bianca si trasforma in un Tricheco gigantesco, con lunghe Zanne. Comunque, mantiene la sua espressione giocosa, e con un balzo mi carica sul dorso. Si immerge dove il ghiaccio si è’ sciolto e, mi porta con sé.

All’inizio sono spaventata, cerco di concentrarmi sul suono e sul movimento fluido, ondeggiante del Tricheco/Foca. Mi affido.

In breve ll viaggio acquatico finisce. Siamo davanti ad una grotta ghiacciata. Entriamo.

Dentro, una forte luce azzurra e profumo di neve. Il suono, che non è mai cessato, diventa sottile, timbrico, deciso ma anche delicato (come la neve).

Saluto il Tricheco che ritorna sulla banchisa in acqua. Mentre si immerge, ritorna ad essere una giovane Foca.

Spero d’incontrarli ancora.

Mi guardò intorno. Sul fondo della grotta la Luce diventa sempre più intensa e si condensa in una Presenza luminosa che vibra e risuona. La grotta e’ un altare di Ghiaccio, la Luce una divinità di puro Suono, si riflette in aperture sull’acqua . . . Mi sento toccata, accarezzata e punta dalla Luce. Senza dolore. Un processo di sensibilizzazione?

L’ Azzurro entra in me, e lascia delle lettere i fluttuanti, celesti: K O R E C K.

E’ il mio nome? Chiedo. Non ricevo risposta. Il suono cambia, si espande. Ascolto, mi sento diventare evanescente, liberata da pensieri ed incombenze.

Ed allora, quale sarà’ il mio ruolo?

Il suono sommessamente si modula e rimodula . . . . (indecifrabile) e segue “S C S O M della Visione e dello Specchio” , corrispondenza:

“Proteggere e pulire gli specchi ed i riflessi in ingresso ed in uscita – Favorire l’autenticità delle immagini nella loro provvisorietà“.

Chi parla?

La Voce mi ricorda quella sommessa della Fata e Strega, nel Bosco. Ma guarda, ora la grotta e’ verde e sento odore di Foresta.

La luce diventa una Fiammella Blu /Verde, per un attimo.

Infine, vengo assorbita e catapultata nel buio assoluto. Senza navicella, senza nessun riferimento.

Adesso sono qui, da dove sono partita. La mia tuta è , diventata verde/turchese -non a tinta unita, bensì a nuvole d’acquerello.

Sento riemergere immagini d’infanzia molto vivide e mi commuovo.

Ringrazio chi e cosa, senza separazione, percepisco di ringraziare: il Tutto. Che bello sentirsi grata!

Un saluto ai miei compagni di viaggio, ancora.

Grazie.

– Nome terrestre Kaapi Carla Barnabei- Codice Astro 0202010101 Koreck – Scsom della Visione e dello Specchio *(click)

  • testimonianza dalla pagina FB di Q’Arta– NPAL (Nomadic Provisional Art Life 04012022
  • rielaborazione di un’immagine pescata in rete
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*4.

Nomadic Provisional Art Life 04012022 (in progress)

06 . 02 . 2022

Cosa poteva fare per la loro salvezza (della Bambina e di sé stessa)?

Non sapeva nuotare, avrebbe potuto galeggiare sull’Acqua?

Invocò a lungo, di essere trasportata, senza chiedere dove:

“Trasportatemi da qualche parte…”

disse sospirando.

E così, accade il miracolo. Un piccolo iceberg apparve, galleggiava sull’Acqua. E dentro, c’erano loro.

Frammento di e per “Antica Novella – (Esordio)” (in progress/continua – 06012022)

Concept di un iceberg: una rappresentazione molto comune, ma sbagliata

Foto * (click)

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