Si esclama “Era ora!” alludendo al momento presente un poco in ritardo rispetto alle aspettative; si usa un tempo al passato, per indicare qualcosa di già avvenuto nella nostra immaginazione e da allora rimasto in attesa?
“Inizia da oggi!”
Se vivo l’inizio e lo percepisco sospeso e sempre lontano dalla conclusione di un’azione che da tempo è attesa a completarsi, cosa accadrà?
Invece, potrei rispettare e riconoscere un percorso di nuovi inizi, ricorrenti e successivi, inanellati come le stagioni; sarò, mio malgrado, nel cambiamento, nella connessione al mistero di quel tempo che mai separa l’inizio dalla fine, (come il Seme sottoterra separato non è dall’Albero e dalla Foglia che diventerà . . . )?
Se la mia attenzione è sulla mancanza, sull’incompletezza, sulla distanza da una meta che forse mai sarà raggiumta… ecco, vedrò nello sforzo un’inizio affaticato, perduto. Un miraggio all’incontrario!
“Quando sarà l’Ora, la nostra apparenza, il colore della nostra Voce saranno immagine del Vuoto e del Silenzio,
quell’immagine che sempre ci attende per svanire… ”
(continua – in progress)