Se

E’ una ricostruzione lenta, questa.

E’ una ricostruzione lentissima, la mia. Per ricostruire bisogna fare spazio, sia dentro sia fuori.

Per dentro intendo l’area pretestuosamente confinata corrispondente al mio nome ed al mio corpo, distinta da vari dinamiche e convenzioni ed, innanzitutto, dall’illusione di separazione.

Ci sono formule più o meno note e raffinate, ci sono regole più o meno doverose, che legittimano questi confini e, ne sono legittimate.

Ciascuno ha esternamente la sua area operativa o di riconoscimento. Oltre il nome e cognome scritto, la sua casa, la sua famiglia, gli amici che a loro volta hanno un nome e cognome e viceversa.

Sto semplificando la trama di una rete di immagini, intricata ed a volte, persino invisibile.

Scusa, ma da questa rete si può uscire,  o almeno si può almeno crederlo?

Se fosse una rete autentica, passando dal vuoto tra le maglie, infilarci in un non so chi né dove, magari. O altro. E’ possibile …? Potrebbe esserlo …? “.

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 © P N L A / lab Harambèe – Kaapi carla barnabei

Forres & Altrove, Settembre 2012

“Il ponte fra noi immprovvisamente  s’apre, proprio al centro. Da lì , nasce un arcobaleno.”

Dici: “Senza ponte fra noi come faremo? “. 

Ed io, invece, sono preoccupata di restare senza arcobaleno…che intanto, noncurante di noi, risplende”.

(da Free Gift – NPLA 9.2.013)

(NPLA lab in progress – Qui & Altrove 9 .2  . 013  🙂

Dialogo con l’Ombra ( che s’illumina )

Ritorno.

Spesso mi sembra di attraversare il tempo, nel senso che sono qui e contemporaneamente altrove, non so dove. Per questo, sto tornando al blog, dopo aver lasciato Facebook. In FB l’illusione di comunicare e di essere insieme è convincente, ma l’illusione di un tempo concreto, realizzativo, nega la sospensione di essere “fuori” da tempo e spazio o, magari in in bilico (e non si sa dove); la terza dimensione separata della realtà ordinaria, sembra così vera, e FB la conferma nella sua virtualità, illudendo che quella virtualità sia vera (anzi che entrambi, quella virtuale e quella quotidiana tridimensionale siano vere ed insieme).

Eppure, questo riflesso, come del resto tutti gli altri riflessi nello speccho, ha la sua bellezza, la sua voce. Io, preferisco l’inganno della voce delle Sirene, che è un inganno “vero” cioè multidimensionale e fa i conti con la sua “ir-realtà” in questa quotidiana fisica “presenza”.
Il canto delle Sirene ti porta in un abisso in cui puoi scegliere se arrenderti, al non-confine vita e morte, multidimensionale, sconfinato. Una visone dell’altro mondo e della nostra vera identità della nostra vera Casa, senza barriere nè confini.

Tornare al blog ed alla Sirene s-conosciute, ad una specie di spazio forse più vuoto, senza esserlo veramente, in cui l’illusione della comunicazione ti sbatte davanti allo specchio.
Chi sono, chi sei, che c’è?
E non sarà certo nessun riflesso a rispondere.
Insomma, Il blog è più silenzioso senza esserlo.
Parli soprattutto alle parti di te (se è “sè” o meno…) e lo sai, gli altri che leggono od ascoltano, sono riflessi della connessione-tesoro, non scontato non ” a piacere” ma forse, a necessità, in parte nascosta e meno pretesa ed esposta.

“I like ” (in fb) nasconde un’adesione e magari automatica, non segnala semplicemente la lettura….
Nel blog, invece ci sono solo i commenti, nessuna segnalazione esplicita di passaggio. Lo specchio che riflette se stesso, e si mostra com’è. Specchio (e cosa d’altro, se no ?).

Posso così, capire la differenza? Ci ri-provo 🙂

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