Che inizio dell’Anno!
Quante domande che assomigliano a scelte. Ed invece, sono solo richieste di attaccamento, non lasciare andare né questo né quello, non mollare niente. E mi raccomando, poi sorridi.
Tutte lì, sullo scaffale le maschere allineano attaccamenti a ruoli e pretese.
Tutti lì, sullo scaffale, così vicino a me, progetti inconclusi, prospettive che allunano futuro e presente nell’attaccamento al passato, quello che è stato, quello che ero ed o avrei dovuto essere. E non sono, quello che sono non è sullo scaffalo, certo, è qui, sempre più vicino ( a me?).
E mi chiedo: “C’è poi così bisogno di domande, risposte, spiegazioni e conferme?”
Forse, basta ascoltare?
Ad esempio, da tanto tempo ormai, dall’adolescenza son passati quaranta anni almeno, ascolto Bob Dylan e non mi è mancata la comprensione dei testi in inglese, che non ho avuto. La sua voce, nella sua continua trasformazione, sia a lungo percorso sia in ogni momento, dice e continua a raccontare, Sento una cosa e poi un’altra diversa, a volte all’opposto: nello specchio-canzone, nel’immagine-specchio, lasciate accadere, posso trovare parti di me, scoprirle quando disegno o scrivo e quando ascolto le “altre” da me?
Ed infine, c’è tutta questa separazione, fra il mio ed il tuo-vostro, o fra me, te, e voi, fra me e l’altro?
Grazie.
(da rielaborare, e continuare – in progress NPAL Diary & Rave 07 01 015)
http://grooveshark.com/s/She+s+Your+Lover+Now/khQUN?src=5
“An’ you, just what do you do anyway? ain’t there nothin’ you can say?”
🙂
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