Ascoltare la Salvia e la Selva

Ho ritrovato un articolo sul blog di Renato e Manu, ora entrambi  in un’altra dimensione, da qualche anno. L’ho trovato insieme ad un ricordo per il mio caro amico Antonio  Caronia, postato l’anno scorso su Facebook.

“Sono piuttosto cauta, ora,  nella frequentazione  di Facebook. Cerco di passare attraverso la negazione ed anche le mie riserve, come cerco di farlo rispetto ad ogni automatismo nella comunicazione (ad esempio:domanda e risposta, giudizio, organizzazione del consenso ed auto-conseso – I like- , compensazione, dimenticare la responsabilitò, stare nel pettegolezzo e sorridere a vanvera,). Però apprezzo quel meccanismo che riporta ad oggi le pagine postate, un anno prima,lo stesso giorno. Oggi ha riportato insieme il loro ricordo.”

Comincio quindi, qui, un post in progress (doto il tempo imitato che ho). Il loro ricordo porta immediatamente delle connessioni. Comincio con Renato e Mau, che non conoscevo di persona, ma è come se li avessi conosciuti …

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da. http://selvatici.wordpress.com/2011/01/30/ascoltare-la-salvia/

Sulle “Medicine Naturali” incombe la scure Europea o almeno sembra o forse incomberà … vaghiamo nel vago. Le “medicine naturali” e la “pratica dell’autogestione della salute” prendono in considerazione e curano le cause della malattia, con un’ attenzione particolare all’alimentazione e agli stili di vita.

La nostra amica Etain racconta così il suo rapporto con le medicine naturali: …L’attenzione credo che sia un grande segreto. Qualche mese fa, mi sono accorta che gli episodi di vomito ed emicrania che mi capitavano inspiegabilmente erano periodici e infatti avvenivano due giorni prima delle mestruazioni. Va bene, sarà la menopausa, pensai, ma ero sconcertata: io che non ho mai sofferto per le mestruazioni, le gravidanze o i parti, ora mi tocca questo? Per fortuna da un po’ di tempo ho un vero medico, il quale mi ha dato una tintura di salvia.

Allora ho preso la tintura per il primo mese, ma ho anche preso l’abitudine di passare a salutare la salvia vicino al cancello di casa e di mangiare una foglia. Bene, arriva il giorno del crollo e non crollo, sto molto meglio delle altre volte. Il secondo mese non prendo più la tintura, mangio salvia e saluto la pianta. Arriva il giorno del male e sto bene, meglio di prima. Il terzo mese non mangio più foglie di salvia, saluto solo la pianta tutti i giorni (con un pò di paura, perché se non mi ascolta e sto male, sono due giorni d’inferno) ed ecco che arriva il giorno delle mestruazioni senza il minimo disturbo. Bisogna chiedere aiuto e credere che arrivi! Devono bastare le orme dell’Uomo Verde come conferma della sua presenza. –

L’Occidente nutre ancora sospetti sulla medicina omeopatica, che usa quantità infinitesimali di sostanza naturali per guarire, ma il concetto di “sola Informazione” che passa da una pianta ad un essere umano, in altre parti del mondo fa parte di tradizioni sciamaniche. Spiega uno sciamano dell’Amazzonia: “Quando devo fare un medicinale, vado a cercare la pianta che mi aiuta e sto in silenzio li per lungo tempo. Ascolto il canto della pianta e quando l’ho imparato faccio ritorno. Preparo una bacinella d’acqua del fiume e poi, tenendo nel cuore la pianta, io canto quel canto sopra la superficie dell’acqua. Uso quell’acqua per guarire. Io faccio questo perché non tutti gli uomini hanno la capacità di ascoltare a lungo.”

( il brano è tratto da Lato Selvatico )

Immagino Etain che va dal “medico della mutua” e gli racconta il suo approccio all’omeopatia… e provo anche a immaginarmi il medico…

Seguire e fidarsi delle intuizioni, imparare ad ascoltare le voci e le energie sottili del mondo naturale, vivere con cura e leggerezza ogni giorno che ci è dato; nel tempo globalizzato del capitale ogni piccolo gesto di autogestione potrebbe diventare un gesto di liberazione.

Ascoltare la “Salvia” . . . e buon cammino.”

Fresh-picked bunch of flowering sage, casting natural shadow on white.

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Qualche volta, mi hanno raccontato di un Bosco interiore. Se invisibile, si fa sentire attraverso una Radice comune ad altre storie di connessioni o  ad una storia infinita.

A volte le immagini fotografiche hanno dell’incredibile, forse per una sproporzione o per un’improbabile associazione fra forme e creature diverse, rimandano ad un altro punto di vista e, forse ad un altro mondo.

Qui io vedo tre alberi. Vedo bene?

(un punto di vista è un punto di vita, un altro punto di vista è un altro punto di vita). 🙂

NPAL Diary 1502016 (in progress)

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