1. Lascio solo un appunto, dopo il viaggio in Mongolia, non sopporto di vedere teleobiettivi puntati con modi da safari fotografico, mi spiace di non sopportarlo ma è tanto più forte di me, come se io fossi animata da una Voce gentile e determinata nel dire: “Non se ne può più!”. Al Safari fotografico corrispondono modi di classificazione della diversità, del capro espiatorio ed anche di un certo cinismo di pseudo superiorità verso chi non la “pensa uguale a me” e di fare bottino di immagini da mettere “al posto di qualcosa d’altro (che non c’è proprio) …?
2. E, ricordo:”Continui a fotografare Fiori così da vicino, ma hai mai celebrato il loro profumo?
3. Ora, un titolo come questo ( al video) , mi da fastidio come certe foto bellissime che addomesticano ll selvaggio in immagine da vetrina e depliant(s). Sento un’espropriazione della cultura/arte tradizionale, sciamanesimo e nomadismo compresi , ecc. a scopo di lucro e di rapina. Un canto tradizionale moltiplicato e duplicato quando non è mai uguale a sé stesso separato, è una rapina. E non solo per lo scopo di vendere cd o di riunire persone per workshops vari ma perché mercifica, ed è una sopraffazione, speculazione energetica non solo economica.
N.B.: Si sa, e si sente, che ogni affermazione è una proiezione, vado ad ascoltare quale è la mia, ora. Se vedem. 🙂
N.B.(2): fare domande, al posto di affermazioni, forse è un trucco, ma mi aiuta a guardare.
Grazie
NPAL Diary (1804016in progress)