I trentatre’
nomi di Dio
1.
Mare al mattino
2.
Rumore della
sorgente sulle pareti di
pietra
3.
Vento di mare
a notte,
su un’isola
4
Ape
5.
Volo triangolare
dei cigni
6.
Agnello appena nato
bell’ariete
pecora
7.
Il tenero muso
della vacca
il muso selvaggio
del toro
8.
Il muso paziente
del bue
9.
La fiamma rossa
del focolare
10.
Il cammello
zoppo che attraversò la
grande città affollata
andando verso la morte
11.
L’erba
L’odore dell’erba
12.
13.
La buona terra
La sabbia e la cenere
14.
L’airone che ha
atteso tutta la
notte, intirizzito,
e che trova
di che placare la sua
fame dell’aurora
15.
Il piccolo pesce che agonizza
nella gola
dell’airone
16.
La mano,
che entra in
contatto
con le cose
17.
La pelle – tutta la superficie
del corpo
18.
Lo sguardo
e quello che guarda
19.
Le nove porte
percezione
20.
Il torso
umano
21.
Il suono di una
viola o di un
fkauto indigeno
22.
Un sorso di una bevanda
fredda o calda
23.
Il pane
24.
I fiori
che spuntano
dalla terra a
primavera
25.
Sonno
in un letto
26.
Un cieco
che canta
e un bambino
invalido
27.
Cavallo
che corre libero
28.
La donna –
dei – cani
29.
I cammelli
che si abbeverano
coi loro piccoli
nel difficile
oued
30.
Sole nascente
sopra un lago
ancora mezzo ghiacciato
31.
Il lampo silenzioso
il tuono fragoroso
32.
Il silenzio
fra due amici
33.
La voce
che viene
da est,
entra dall’orecchio destro
e insegna un canto
22 marzo 1982
“I trentatrè nomi di Dio”
Essai d’un journail sans date e sans prenom personnel
Marguerite Yourcenair
lab harambèe – Milano & Altrove, Febbraio 2006
r i c h i a m o
Ci sono spazi che non si possono descrivere, eppure esistono.
Non hanno nome. Portano le aspettative di riconoscimento fuori da ogni previsione.
Se non posso nominre qualcosa non esiste. Oppure è qualcosaltro. Oppure è poesia…
Lo spazio, a volte, fa paura…
El pablo @:
ehi là… la musica l’ho cambiata… non so se questa è meno trance dell’altra…che dici?
un abbraccio
k.
La bontà è morta, uccisa dalla paura matta di essere “buonista”. Molti non sanno che esiste il contrario di buonismo, il cinismo.
Ma finchè c’è uno spazio per una visita cordiale, un augurio che non significhi altro che le parole di cui è composto, un brindisi tra amici, c’è speranza. Questo spazio non mi farebbe paura. Quello fuori sì.
Ciao ed a presto
STATO DI COSCIENZA
UDV