Da quando sono tornata dal Viaggio in Mongolia, una settima precisa fa, sento un’attrazione irresistibile per l’in-visibilità. No, non cancello, non separo. Piuttosto, sento la memoria, il suo profumo vivo.
La mia percezione si è rarefatta, sento lo spazio, ho bisogno della sua libertà, e della mia, dal “riempimento delle cose e delle persone”. No, non voglio liquidare tutto, ma rispettare l’essenza, di “chi e cosa”. Per questo, occorre spazio. Liberamoci, dunque. Ora, scrrivo, sospinta dalla voce di un’immagine appena scoperta. Mi dice:
“Quello che non vedi, c’è …!”
Ecco, qui sotto, l’immagine. Il titolo. “Hanging-Scroll-Japanese-Painting-White-Hawk-Paint-Japan-Asian-art-Paper-old”. Ma il Falco (Hawk) lo si vede o no ?
“Non ti farò un ritratto, mai. Di te disegnerò l’impressione, lo spazio liberato da un’inclinazione di lato verso la luce.
Dipingerò nell’ombra la tua scintilla. Il volo”.
“Japanese-Painting-Hanging-Scroll-Japan-Dragon-Character-Paint-Kakejiku-“
NPAL Diary & Meetings 0509015