U s c i r e
d a l
S i l e n z i o …

lab Harambèe – Luxor & Altrove, 2 Gennaio 2006
a n d a r e
r e s t a r e
E n t r a r e
n e l
S i l e n z i o …
E viceversa
A s c o l t a r e .
U s c i r e
d a l
S i l e n z i o …

lab Harambèe – Luxor & Altrove, 2 Gennaio 2006
a n d a r e
r e s t a r e
E n t r a r e
n e l
S i l e n z i o …
E viceversa
A s c o l t a r e .
U s c i r e
d a l
S i l e n z i o …

lab Harambèe – Luxor & Altrove, 2 Gennaio 2006
a n d a r e
r e s t a r e
E n t r a r e
n e l
S i l e n z i o …
E viceversa
A s c o l t a r e .

©lab harambèe – Phile & Altrove, Gennaio 2006
p r e n d e r s i
Ci sono gesti indescrivibili. Fanno spazio.
Dentro.
Non son gesti per… Sono spazio. Rivelazione. Quello che non si può descrivere esiste, perchè si sente. Magari non si vede.
E non è più il risultato del fare,è sentire.
Sentirsi…
E’ s e m p l i c e.

lab harambèe – Phile & Altrove, Gennaio 2006
i n c o n t r o

©lab harambèe – Phile & Altrove, Gennaio 2006
p r e n d e r s i
Ci sono gesti indescrivibili. Fanno spazio.
Dentro.
Non son gesti per… Sono spazio. Rivelazione. Quello che non si può descrivere esiste, perchè si sente. Magari non si vede.
E non è più il risultato del fare,è sentire.
Sentirsi…
E’ s e m p l i c e.

lab harambèe – Phile & Altrove, Gennaio 2006
i n c o n t r o
Stiamo aspettando ,cercando di rallentare i giorni e frenando i treni, lasciamo che le lancette dei tachimetri siano bassi ,velocità nulla.In un mondo dove si cerca di avere mezzi e spostamenti più veloci, si spendono soldi e parole ,parole e soldi per arrivare mezz’ora prima , ma dove poi? Perchè poi?Non ho mai visto cadere una foglia morta come un sasso , o il sole chiudere il suo arco in un minuto,quale è il vantaggio di avere fretta , treni ad alta velocità aerei che superano barriere invisibili,esserev rapidi ,guadagnare minuti e minuti,forse secondi, ma io voglio andare al ritmo dei miei sogni disillusi, voglio camminare al passo lento dei pensieri notturni, voglio vivere al ritmo pigro di questi fiocchi di neve che scendono piano.Ho bisogno di sincronizzare il mio passo al battito del mio cuore, e ho bisogno di sincronizzare il mio cuore al ritmo lento di onde e onde ,lente e dolci nel rollio ammaliante.Nessuna velocità, cercare di dilatare ogni secondo come se fosse un secolo assaporandone l’amaro di mandorla o il dolce di miele, con le mani strappare il telo del tempo e vivere al confine del pacato.
Gagarin
L’u l t i m o
f i a m m i f e r o

lab Harambèe – Milano & Altrove, Gennaio 2006
M i a o
Ritorno a casa dal freddo della città. Oh, finalmente.
Appena rientrata, sento la dolce penombra della mia casa schiudersi ad un canto sommesso ed al vapore di una tazza di the.
S’allegerisce subito la stanchezza della prima giornata di sQuola, dopo le vacanze…
Ed anche qui, in questa seconda casa, trovo ad accogliermi voci amiche e nuove tracce silenziose… Grazie!
Ora, scendo di nuovo… Presto! I negozi stanno per chiudere. Non ci sono più fiammiferi per accendere il camino,il fornello del gas, gli incensi (ecc.) e manca anche il pane; a quest’ora non troverò quello scuro e ruvido che mi piace tanto (lo mangio più volentieri da solo tanto è buono.
(continua, a tra poco…)
Ore 19.45
Non ho trovato pane di nessun tipo, ho ripiegato su dei crostini. Ho già acceso il camino, gli incensi ed i lumini sulla finestra. Vado a cucinare. Polentina, formaggi vari, verdure stufate allo zenzero, vino rosso e panna cotta.
Stasera, cena improvvisata, per tre.

Foto Uomodvetro
Titolo: "Profumo"
"Firenze – Ponte vecchio-Gennaio2006"
I Profumi di un tempo mi appartengono più
ciò che vivo.
E’ una strana sensazione vedere persone calpestare suoli ove ogni pietra ha una responsabilità e dignità considerevole.
Vedere persone non curarsi di calpestare una città ove volumi e forme passate sono represse ed annoiate.
Vedere nobili ideali lambire le sinuosità dei "marmi ignudi"
e umani di ogni razza a fotografare una città in posa da 600 anni.
Vorrei una Tregua.
UdV
V.
c i n q u e
“Tra la mia natura spirituale sublime e la mia umanità più istintiva ho scelto di essere il luogo in cui si produce il rapporto. Sono al servizio di questa comunicazione tra il basso e l’alto,la mia missione è unire gli opposti apparenti.
Un ponte non è una patria, è soltanto un luogo di passaggio.
Consente la circolazione delle energie creatrici del fenomeno, magnificamente illusorio, che chiamiamo esistenza. Non è isolandomi ma imboccando tutte le vie che comunico la buona novella. Allontano dalla mia bocca qualunque parola che mi appartenga, sommergo il mio cuore nella pace e nell’assenza di desideri per lasciare posto unicamente al suo amore, ed elimino dalla mia volontà persino la volontà di eliminare la volontà.
In me esiste lo stesso ordine che c’è nell’universo. Sono un vascello vuoto,senza forma,che trasporta la luce là dove la porta il vento. Mi colloco fra il cielo e la terra, esortogli abitanti della speranza a elevarsi sin lassù,dove non ci sono limiti. A ciò che sta ancorato alla materia o allo spirito trasmetto la potenza superiore che dà vita all’inanimato. Tramite me,la carne ascende fino allo spirito per esplodere in un sublime fuoco d’artificio. Tramite me,il gregge di energie angeliche discende verso il freddo dellamateria per disolversi in tiepide onde amorose.
Rifiuto ogni maledizione. Benedico ciò che odo,ciò che vedo,ciò che sento. Chiamo l’amore come un uccello dalle ali smisurate,affinchè si posi sulla piccolezza di un cuore. Che ne faccio delle vostre litifamiliari,delle vostre pene,delle vostre ferite? Le costringo a mettersi in ginocchio e a pregare. Lasciatemi venire da voi: benedirò tutto il vostro mondo,perfino i vostri problemi.
Investite della mia missione le vostre azioni,svegliatevi di fronte alla forza del sacro: ogni vostro gesto minimo, ogni atto,diventerà a sua volta sacro.
Conoscerete l’estasi di chi non parla per sè.
Il pastorale che vedete nella mia mano non è uno strumento per dare ordini. E’ il simbolo del mio gioioso annientamento. Ho pacificato i miei desideri, ho trasformato questo branco di lupi affamati in un
volo di rondini che festeggiano l’alba con il loro canto. L’oceano tumultuoso che mi agitava il cuore l’ho trasformato in un lago di latte,sereno e dolce come quello che sgorgava dal seno della Madonna. Chiunque ha sete può venire a bere al mio spirito. Non nego nulla a nessuno.
Sono la porta che può essere aperta con tutte le chiavi.
Chiunque entri nella mia anima,potrà proseguire fino al limite estremo dell’universo,fino alla fine dei tempi: sono l’ultima frontiera fra le parole e l’impensabile.”
<br
Alejandro Jodorowski, Marianne Costa
– LA VIA DEI TAROCCHI –

lab Harambèe – Luxor, Gennaio 2006
B u e n a
S u e r t e

lab Harambèe – Dicembre 2005 / Gennaio 2006
1.
Mi raccontavi:
“Lo specchio riflette trame di storie già ascoltate. Ritornano anche diverse diverse. Le riconosco.
Non le cancello, non le evado. Mi sposto leggermente, di lato. Quanto basta… così che possano passare via.
Scivolo via io, invece, che le storie senza vita, senza rispetto per l’unione della testa con i piedi ed il resto, han bisogno di essere liberate!
Eh sì, non sono storie da ascoltare più, da entrarci dentro. Non si può neanche uscirne se non ci si può entrare dentro. Oltretutto.
E allora, sto ad osservare questo flash back che s’allontana.
“Non confondere il riflesso con lo specchio. Non confondere il dito che indica la Luna con la Luna. Da scoprire. “
“Ti ricordi?
Non confondere la Terra con il Cielo significa vivere e rispettare la loro energia indivisa… Libera.
Qui Ora!”

lab Harambèe – Dicembre 2005 / Gennaio 2006
2.
Sì, ricordo, non dimentico.
Oh,come il Vento è diventato dolce, mi sorprende nell’essere così dolce nello scompigliare i
capelli…
E mi porta via. Qui ora!
Adios e Buena Suerte !

lab Harambèe – Dicembre 2005 / Gennaio 2006
…
M u t a

Lascio
la Tana nel Deserto
Piste mutevoli
ai sussurri del Vento.
Miraggi d’Acqua.
Attraverso Foreste di Colonne
e Suoli d’Alabastro lucente
non luoghi
dello sguardo perso
fra Soli e Lune.
Caldo.
Se rabbrividisco
vengo
a rinverdire
nell’Asfalto.
Svuotato
ciò che ormai
è stato
e se dimenticato
sarà.
Muto.
Silenzioso canto
mi vive
oltre parole
che non sono più
o forse altre
saranno
Un’altra danza
se risponde
(non si sente)
muta.
Anima.
Vive.
continua…
(sono appena tornata, appena e non del tutto!)

lab Harambèe – Dicembre 2005 / Gennaio 2006
F o r e s t a