C o n t i n u a

 

Ci sono due mani. S’avvicinano.
Un teschio su un palo ed un altro.Ondeggiano leggermente.
Non fanno paura. Sono stendardi, indicano. Forse proteggono.

Una  voce impercettibile talmente è profonda, parla di te. Non ci sono altre immagini. Io sono qui e ascolto.
Non c’è bisogno di aspettare, o di capire.

Richiama. Risuona, ma non si sa.

Fra poco l’Equinozio porterà un altro cerchio a chiudersi.. .
O ad aprirsi.


Mi dicevano:

"Se la luce non può  essere senza ombra,l’ombra ha la sua luce.
Non cercare di separale, mai."

"Ascolta."

Quando arrivava Primavera mio Nonno Felice mi portava 
nel Giardino dove lavorava e mi diceva:
"Sei  diventata alta quasi come  questa Betulla."

Però io mi sentivo sempre piccola piccola, vicino a lui
(e ne ero fiera…)

Verso sera tornavamo a casa in biciletta con le prime Viole del Pensiero (avevano occhi grandi. Le avremmo trapiantate, una ad una neill’orto comune (Orto delle Meraviglie in fondo al cortile dietro ad un cancello intrecciato ad onde,nella Vignetta).

Seduta su un cuscino  giallo oro legato sulla canna, sentivo il vento fra i capelli. Lungo il viaggio, insieme cantavamo piano nell’onda odorosa  di quei fiori così piccoli.



( 14 . c o n t i n u a )

Domenica, 9.30

Colori abbaglianti. Dipinti parlanti (la vita del simbolo) anche senza codice. Basta ascoltare, parlano all’energia che scorre dentro (di te/me/noi), oltre le parole ed i significati. Mi verrebbe da dire, ora, che il linguaggio non serva,non comunichi veranemte senza la libertà di ascoltar-(si/ci9 in noi e fra noi. Non conta dare/ricevere  risposte/affermazioni, conta0 sentitire la vita, esserne veicolo.

"Il simbolo è vivo."

Rosso splendente vicino al verde dell’erba e del creato, assorbiti dall’ombra….

Parlando di colori e contrasti cromatici,  giovedì scorso durante una lezione , abbiamo considerato la complementarietà rispetto sia a ciò che c’è sia a ciò che manca (un colore primario è complementare al secondario che non lo contiene e viceversa non è complementare al secondario nel quale c’è. Fondamentale riconoscere tutte le relazioni,  prima e dopo, insieme. Non separare distinguendo e rispettando differenze e variabilità).

Eh sì,preferiamo le congiunzioni alle opposizioni quando quest’ultime dividono,  a parte eccezioni… Che il ciclo si completi e si rinnovi naturalmente, nel rispetto della danza. Fra la vita e la morte, dell’in-visibile… Senza opportunismo, connivenza, compiacenza e complicità nella "realta" o almeno con la necessità un minimo di consapevolezza (ho appena letto il giornale).

🙂
Buon Oggi e buona Primavera!

P.S.: le immagini (sacre) 1. 2. 3. sono riproduzioni dipunte su un mobile cinese (spacciato per tibetano), ma parlano lo stesso, mi sembra 😉

© lab Harambèe – kaapi carla barnabei
Milano  &  Altrove, Marzo 2006

d o p o

( 15 . c o n t i n u a )

2 thoughts on “

  1. ” Fra poco l’Equinozio porterà un altro cerchio a chiudersi.. .
    O ad aprirsi. ”

    E ad aprirsi. E’ sempre la stessa cosa. Ogni cosa che chiude una cosa ne apre un’altra, per virtù necessaria.
    Non potrebbe chiudere niente se non fosse qualcosaltro che si apre; se non ci fosse … l’altro.
    L’unico errore è pensare che debba essere… ciò che noi vogliamo.
    Che ridicolo. Che ridicola idea.
    Un sorriso.

  2. “L’unico errore è pensare che debba essere… ciò che noi vogliamo. ”
    oppure pensare che non debba essere ciò che non vogliamo e che se è sarà sbagliato,. pericoloso, temibile …

    Chiude la porta all’ascolto, all’im-possibile, allo stupore. L’opposizione non potrà essere congiunzione e si blocca il fluire nel nulla meraviglioso. omèrigionati nella pretesa di sicurezza, di controllo.
    Invece che… Chissà!

    grazie, :-9
    k

    😉

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