A Pioggia

Quando le parole non arrivano, così davanti alla pagina bianca. Un ticchettio di gocce nel lavandino. Sembra Pioggia. Adesso.

Un anno fa non ero qui, e forse neanche due anni fa. Ero, comunque, là e qui, diversamente là e qui. Eppure adesso, ci sono.
Cado giù, giù. Come una Foglia. Grazie 🙂

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NPAL Tour & Meeting, Ottobre 2013

(1- continua)

2 .11 . 2013

I was thinking of a series of dreams
Where nothing comes up to the top
Everything stays down where it’s wounded
And comes to a permanent stop
Wasn’t thinking of anything specific
Like in a dream, when someone wakes up and screams
Nothing too very scientific
Just thinking of a series of dreams

Thinking of a series of dreams
Where the time and the tempo fly
And there’s no exit in any direction
‘Cept the one that you can’t see with your eyes
Wasn’t making any great connection
Wasn’t falling for any intricate scheme
Nothing that would pass inspection
Just thinking of a series of dreams

Dreams where the umbrella is folded
Into the path you are hurled
And the cards are no good that you’re holding
Unless they’re from another world

In one, numbers were burning
In another, I witnessed a crime
In one, I was running, and in another
All I seemed to be doing was climb
Wasn’t looking for any special assistance
Not going to any great extremes
I’d already gone the distance

1380608_541735182585779_119708008_n“Der Blaue Reiter” (The Blue Rider), 1903
Wassily Kandinsky

A pioggia

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Ci sono i momenti delle “Farfalle nello Stomaco”. Questo, invece ne ha una Sola.
E’ arrivata, timidamente, cercando di non disturbare. Ferma, per non fare rumore e per non consumare nessun battio d’ali, ascolta quello del cuore (il mio).
Poi, piano piano bussa delicatamente con le antenne e si annucia. Io sbatto le ali, Ma non sto volando, ancora…

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Non c’è lieto fine? Non c’è.
Eppure, sento il volo, sento un sentiero che passa qui, vicino alla Farfalla e mi attraversa. Lei, quieta chiama le Altre.
Ed, ecco, ora sono in tante (a pioggia). Così, mi muovo.
Lavo la parete (sopra il calorifero) ed appare il disegno, bianco su color fumo lavato.
Tronco, radici e rami, universo di corteccia. Foglie come Stelle.
Ed è anche Cielo.

http://youtu.be/aTz85xBAliE

Oltre il sogno, oltre il desiderio, oltre te… nella penombra senza più attesa, nell’attimo presente, senza passato.
E’ già futuro. Grazie.

(NPAL, post in progress – continua)

immagini: 1 – 2 – 3 da “Islamic and Ottoman Astrology”

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21 . 6.013

Welcome Solstice !

I Remember that Leaf so close to a that beautiful Flower …
Lovers … then both Transformed into a Star .

Two stars forevere in the Blue, reflected in the Waters of the Moon …

22 . 6 . 013

“Dopo il Solstizio d’Estate sarò solo qui”.
Una frase scritta per una pausa da facebook, un’altra ma … (mi) chiedo: ” Dopo il Solstizio d’Estate sarò solo qui…?”.
E (mi) rispondo sorridendo… Sì, perchè in fondo sono sempre qui, dentro, vicino, vicino, anzi vicinissimo.
Che la distanza svanisca nella percezione, quando sono ovunque, di fronte a qualunque cosa e a chiunque.
Non più io, io, io. non più tu, non più ” noi”. Let’s go…!

Inseparata distanza, un respiro dopo l’altro.
Sentiero, o Sentiero che passi attraverso l’ombra ed ora, pure sott’acqua. Welcome, Cancer & New Moon in Capricorn (oh Madonna 🙂

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24 . 6. 2015

“Gli occhi del Drago-Fenice sono Vuoti…”

Mentre danzavo sulle scale, nella mia stanza o per strada era lì che stavo guardando. E non lo sapevo.

Chi sta danzando, la danza e lo spettatore… Tutto in uno nello sguardo infinito, oltre gli occhi.
Ora, lo so…?

http://www.youtube.com/watch?v=nuwVlZKGNsE

Uno dei miei primi dischi, la musica di Bob la portavo sempre con me (senza nessun lettore cd o simile…)!

26 . 6 . 013

“La fuga non è un sentiero…”.

Ci sono tanti modi di fuggire, innanzitutto da noi stessi. Sostituendo gli altri a noi? Nell’aiuto ricevuto – “mi sostiene, da solo non ce la faccio” – ma anche, “ti sostengo, da solo non ce la faccio”.
Volontariato affettivo o spirituale, in cui nascosto c’è un rapporto di potere che ostacola la trasformazione, la blocca nei ruoli. Chi dà e chi riceve, chi aiuta e chi è aiutato?
Il gioco funziona fino a quando si rivela. E non c’è via di fuga dentro e neanche fuori. Bisogna mettersi in discussione con sè stessi, prima. Altrimenti, la recita ricomincia, ogni volta.

La connessione col divino non è una questione di potere ma di resa. Non c’è nessun intermediario, perchè non c’è nessuna separazione?
Sveliamo i trucchi ma non con giudizio, non attizziamo il gioco chiamandolo tale e continuandolo sotto altro nome. Non c’è fuga, non ci sono scuse, c’è lo specchio davanti a noi. Nostra è l’immagine, non lo specchio.
Sempre a nostra immagine sono quelle degli altri, ricordiamolo.

Dire la verità …? Parlare dell’altro ma non di noi. Riempire una mancanza (la propria) chiedendo e ricevendo aiuto. Dare aiuto e riempire una mancanza (la propria).
L’aiuto arriva solo dal cielo, e siamo soli? Nel frattempo … “vogliamoci bene” (in noi-fra noi).

Forse è ora di stare in Silenzio?

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©”Isola” – Lab Harambee – kaapi carla barnabei, Milano & Altrove 2007

(NPAL, post in progress – 4 continua)