V a d o
e
t o r n o
© Robbridges – watercolor painting
Mi affaccio attraverso di te, come se fossi una porta, sul mondo, l’altro. Come se si potesse distinguere da quello dove ero e da quello dove sono, ora.
“C’è sempre un altro mondo, dico,altrove. Ed è segreto, i bambini lo sanno. E chiedono:
“Come ti chiami…?”.
Loro sentono la risposta, la intendono per quella che è. Una risposta per quel momento, soltanto. Poi cambierà, sempre”. Dici.
Dici e non dici. Tanto che non servono più parole. Tutte dissolte.
Eppure questa malinconia, musica di piffero o di tamburo, forte,delicata , sommessa ed esplosiva.
“Non ti capisco, Cosa dici…? Dai, tu sogni,sogni… Dove cavolo sei?”
Sogno e son desta. Sul tram verso scuola, sul tram verso casa. Vado e torno.
Cucino, preparo, mangio, assaporo.
Digerisco, vado in bagno. Ritorno e vado. Pulisco, scrivo e leggo. Ripulisco. Andata e ritorno. Avevo fatto il letto, adesso vado sotto le coperte. Cosa succede nel mondo, guerra, guerra.
E dentro?
Ascolto. Mi ascolto, ti ascolto. Son desta e sogno. Sogno, sì.
Torno e vado. Ecco… (Il blog riapre).
© lab Harambèe – kaapi carla barnabei
Qui & Altrove, Novembre ’07
v a
@ Galdo e Cosìmesono
— Grazie per il buon ritorno…!
@ GPQ
Giò, sono passata poco fa … toc toc…!
Sentito…?
@ albertoterrile
Sì. Alberto… essere presenti non è un moto a luogo,non è un’affermazione di sè o un riconoscimento anche se essere consapevoli del bisogno di essere riconosciuti fa parte del percorso…
Riconoscersi, in noi stessi e fra noi…Essere riconoscenti non è un’altra storia, ne fa parte… 😉
un abbraccio
kaapi