A g a i n 

kaapi carla barnabei – Venezia & Elsewhere, 24 Luglio 2011

a c r o s s

 

Di nuovo, daccapo.

Come dopo un punto minuscolo in divenire.

Da un punto alla fine di una frase, dopo una riga ad un’ altra.

Il punto, ultimo di una pagina cresce da solo e

si espande occupa tutta la pagina e la successiva. Il punto come un seme.

Daccapo rinasce il respiro  trattenuto. Ogni pausa, del resto… finisce.

Sì , daccapo qui. La testa come mai vicina al cuore

perchè svanisce in questo stupore.

Sono stati giorni  senza tempo (15 giorni come secoli  e,dopo fino ad oggi,

quattro giorni come anni …).

“No time”, ora,  porta al sì verso l’accadere.

Again la pagina si gira ma il libro non c’è più.

Lo spazio invece tarda ad essere riconosciuto, circondata come sono da cose traboccanti oltre gni angolo della casa, porta e finestra.

Ma questa è un’ altra storia?

Oh no, va trasformata ma è la stessa storia, quella del punto.

Questa qui e quella là: il ritorno c’era già, l’incontro esisteva ed anche la partenza successiva… Il tema è: non separzaione ed ha a che fare con quel punto che trasforma l’inizio nella fine e viceversa? Il Punto- Nulla, dove stanno tutte le storie e soprattutto lo spazio fra loro che le mescola,  le unisce in una?

Ora, bisogna congedare un po’ di zavorra qui, nella casa: dal pavimento al soffitto da una stanza all’altra.  Chiedo spazio  fuori(a me stessa).

Perchè dentro di me,adesso, c’è spazio ed aria da respirare.

C’è luce  per ascoltare l’ombra ed anche per accendere il fuoco.

Ciò che sta cuocendo alla fiamma verrà trasformato.  Se ne sente già il profumo! Ed il vento lo porta via …

Ciao, Welcome into my heart!

Grazie.

P.S. :

Eh no, due posts al giorno sono troppi… !

Però lo scriverò… come e perchè ho sospeso la pagina di facebook

e son tornata qui… 😉
( 0. – continua – )

 

12 Dicembre 1969 a Milano
24 Maggio 1974 a Bresca

ed altro ancora

 

 

Per evitare sovrapposizioni di audio cercare di spegnere l'audio del blog
cliiccando con determinazione sul player seminascosto nella colonna a destra.
Oppure,
chiudere la pagina del blog ed ascoltare i video direttamente in You Tube.   

 


 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Ciuri di campo chi nasci
biati l'occho di cu lu pasci
ciuri di campo chi crisci
e la lapuzzainchi li vischi
ciuri di campo che mori
chianci la terra chianci lu cori

ciuri chi nasci
ciuri chi crisci
ciuri chi mori
chianci la terra chialci lu cori

come ciuri di campu nascisti
e la terra ti fici di matri
comu ciuri di campo criscisti
e la lotta ti fici li patri
come ciuri di campo muristi
na sira i maju chi stiddi tristi


poesia di Peppino Impastato – cantano I Lautari e Carmen Consoli

foto da: http://www.omero.it

 

  (13  .continua)

 

P r o f e z i a 

 

 

 

 

 

Video made out of the  " The voice of Pasolini".
The poetry " Profezia" it is recited from  Toni Servillo.


Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come da malandrini a malandrini:
«Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!»
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.

Essi sempre umili
Essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie…

… deponendo l’onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l’onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì
dagli Occhi Azzurri – usciranno da sotto la terra per uccidere –
usciranno dal fondo del mare per aggredire – scenderanno
dall’alto del cielo per derubare – e prima di giungere a Parigi
per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare a essere liberi,
prima di giungere a New York,
per insegnare come si è fratelli
– distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento…

P. S.:
English Translation coming soon !

🙂

W e  l c o m e 

In this period I’m unable to take part in Facebook. I realized that I developed a sort of “dipendenza” (addiction) to it. I’m going back to my blog boscoparlante (talking-forest). I’ll try to post in Italian and English.  If you want, we can meet here.

You can leave commentaries also if you are not logged in Splinder (in this case , please add  your name  at the end of the message).
 

Enjoy in the trasformation!

If you would  like publish here (writing or photos/pictures)  tell me., please  (harambee@libero.it).

I’ll give you the passwordI.

Sorry for all my mistakes in English.
Excuse and correct me please!  

Thanks!

-) kaapi

( 2 5 – c o n t i n u a )

 
 
 

Niente dire dire e  Niente da capire …

lab Harambée –  kaapi carla barnabei

Milano v. Volturno& Altrove, Nov. 2008

C i c o g n A q u i l a

La storia di un Iris,  rifiorito tanti anni dopo, senza neanche essere più atteso (ma non dimenticato). E fuori stagione.

 

Ci sono storie che scappano via. O, così sembra, invece, vanno in profondità.  Il Sentimento dell’Abisso e della Grotta ha una sua leggerezza speciale. Ce l’ha in silenzio.

Certe storie ritornano proprio quando sono presa da qualcosa d’altro (o almeno così  mi sembra).

Un’immagine fotografata da qualcuno  manda un richiamo e mi ricordo di un luogo, di viavai quotidiani.

Mi accorgo di come semplicemente indefinibile sia nella (mia)vita  il percorso.: quello che sto facendo. Spesso, è come se me lo scordassi o   mi sembra di essere ferma e nullafacente.

E poi, all’improvviso ecco, il miracolo di sentirmi così leggera, un’altra… :). In questa realtà dove sono i confini, le mappe, le scadenze, gli errori, i traguardi ? Tutto sembra scomparire.

Come posso  raccontare? Piuttosto, mi sento raccontata . E, non mi resta niente da dire….

Anzi, come cantava Francesco D.G. “Non c’è niente da capire”!

Stasera, ascolto il Vento. :-))

 

N°. 0

If you hear a voice within you say ‘you cannot paint,’ then by all means paint and that voice will be silenced.

Vincent Van Gogh

(89- continua)


E'…

"E' tardi, è tardi…!"

dice  Coniglio Bianco guardando di nuovo  l'Orologio.


lab Harambée – K. C. B. – Sarzana 2007 & Altrove

M i r r o r s  &  D o o r s

Sì sono rimasta Là,  non riesco a tornare. Però, lascio un appunto insieme ad una promessa solenne (o quasi). Presto  scriverò una storia con: Molliche o Briciole (per segnare e perdere la strada conosciuta), Crossroad o Bivi/Incroci che esistono e non esistono (sulla v i a , sulla f a c c i a  e  nell' a n i m a ), Iris che da molti anni aspettavano di sbocciare ed essere curati, Corrispondenze  misteriose(senza Spazio.Tempo) chissà qualcosa d'altro in arrivo o pronto (sotto-Terra).


"Master Tarot"
opera di PremBodhi Mario Montano
immagini di Amerigo Folchi

Quindi, a  presto.

E a r l y …!


( 29 – c o n t i n u a )

Normal
0
0
1
212
1211
10
2
1487
11.1287

0

14
0
0


Et Voilà!

 



1.



Le parole hanno un segreto. Portano una maschera ,a volte sottileq, uasi invisibile, altre volte spessa, appariscente e accondiscendente. Dietro ,il segreto sta appartato, nascosto, sotto sotto e persino sopra.

 Attende, forse. Attende di essere scoperto?  O invece, non chiede d’essere  conquistato, ma piuttosto rispettato per quello che è_. Cioè, solo fino ad un certo punto si rivelerà. E questo limite “sono io”. E, l’io.

2.

Camminò a lungo. Aveva cominciato a camminare da giovane. O almeno, così gli era sembrato. la luce, l’oscurità, l’umidità dopo l’aridità di un deserto sconfinato. L’umidità di un lago, di una pozzanghera e di una lacrima. Una dopo l’altra, ogni lacrima lo avvicinava all’oceano. Adesso, giovane non è più. Invece ha perso ogni conto e gli anni lo ricompensano, di un abbraccio oltre confine, infinito. Pieno di Niente, così lieve.

 

 

3.



Amore mio e tuo,indiviso, quando, quando?
In nessun luogo. Qui ora, amore, in te, ora. lI paesaggio dell’amore non ha confini, eppure può stare tutto nella mappa  di linee di una mano, la tua, la nostra o quell’altra mano e quell’altra ancora.

 

 

 

4.

 

Sì, ‘Altro. Esule. Naufrago. Pirata. Nomade.

in una casa con le ruote, ed anche senza. Tutto in una stanza, tutto in una scatola. Tutto e niente,

 

 

 

 

5.

 


Una vita per accumulare ed un ‘altra per rilasciare. E, mai finirò di ringraziare, che ora queste vite si stiano riunendo, Qui, in uno spazio piccolo ed infinito, fra una lacrima ed un sorriso.
Mi perdono l’illusione, la colpa, il desiderio e ….


Grazie.

🙂

 

 

 


 

6.

lab Harambée – Kaapi carla barnabei

Milano & Altrove, Aprile/Giugno 2010



O r a n t e

work in progress (soft sculpture and shamanic journey)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(18 –  c o n t i n u a )

 

 


Senza   Titolo

 

©lab Harambèe – kaapi carla barnabei –
Milano 6 Altrove, 21 Dicembre 2009

 1.
v a r c o

Silenzioso, il Bosco nel cuore, nelle parole. Spazio all’ascolto, senza attesa, Se accadrà un canto… Ascoltiamo,
forse lo sentiremo. Qualunque sarà e dovunque saremo, da soli ed insieme.

©lab Harambèe – kaapi carla barnabei
Milano 6 Altrove, 21 Dicembre 2009

  2.
v a r c o

“Di questa realtà sconfina la definizione e la certezza: altri mondi sono cantati e richiamano”

Semplicemente come filasctrocca di fiabaa ed antico rito, eco della neve che cade dagi Rami. Pufff. E non è un film…!

Tanti auguri per tanti oggi consapevoli,
possibilmente gioiosi…!

 

🙂
kc


( 27 – continua )

( continua


I n   p r o g r e s s

 


1
  fra  un incontro  e  l’altro le  parole non  dette
erano rimaste lì insieme alle tracce delle suole vicino
alla  pozzanghera  specchiante  il  cielo
righe parallele a ricordare l’infinito
(senza  punto nè virgola)


(1 . 11 . 09 – 19.26 – continua)

2

un richiamo dentro esprime il futuro nel presente

ascolto

è tempo di…

È tempo di mettersi in ascolto.
È tempo di fare silenzio dentro di se.
È tempo di essere mobili e leggeri,
di alleggerirsi per mettersi in cammino.
È tempo di convivere con le macerie
E l’orrore, per trovare un senso.
Tra non molto, anche i mediocri lo
diranno.
Ma io non parlo di strade più impervie,
di impegni più rischiosi,
di atti meditati in solitudine.
L’unica morale possibile
È quella che puoi trovare,
giorno per giorno, nel tuo luogo
aperto-appartato.
Che senso ha se solo tu ti salvi.
Bisogna poter contemplare,
ma essere anche in viaggio.
Bisogna essere attenti,
mobili, spregiudicati e ispirati.
Un nomadismo,
una condizione, un’avventura,
un processo di liberazione,
una fatica, un dolore,
per comunicare tra le macerie.
Bisogna usare tutti i mezzi disponibili,
per trovare la morale profonda
della propria arte.
Luoghi visibili
E luoghi invisibili,
luoghi reali
e luoghi immaginari
popoleranno il nostro cammino.
Ma la merce è la merce,
e la sua legge sarà
sempre pronta a cancellare
il lavoro di
chi ha trovato radici e
guarda lontano.
Il passato e il futuro
non esistono nell’eterno presente
del consumo.
Questo è uno degli orrori,
con il quale da tempo conviviamo e al quale non abbiamo ancora
dato una risposta adeguata.
Bisogna liberarsi dell’oppressione
E riconciliarsi con il mistero.
Due sono le strade da percorrere,
due sono le forze da far coesistere.
La politica da sola è cieca.
Il mistero, che è muto,
da solo diventa sordo.
Un’arte clandestina
per mantenersi aperti,
essere in viaggio,
ma lasciare tracce,
edificare luoghi,
unirsi a viaggiatori inquieti.
E se a qualcuno verrà in mente,
un giorno, di fare la mappa
di questo itinerario;
di ripercorrere i luoghi,
di esaminare le tracce,
mi auguro che sarà solo
per trovare un nuovo inizio.
È tempo che l’arte
Trovi altre forme
Per comunicare in un universo
In cui tutto è comunicazione.
È tempo che esca dal tempo
astratto del mercato,
per ricostruire
il tempo umano dell’espressione
necessaria.
Una stalla può diventare
Un tempio e
Restare magnificamente una stalla.
Né un Dio, né un’idea,
potranno salvarci
ma solo una relazione vitale.
Ci vuole un altro sguardo
Per dare senso a ciò
Che barbaramente muore ogni giorno
Omologandosi.
E come dice un maestro:
“tutto ricordare e tutto dimenticare”.

Antonio Neiwiller, Maggio 1993
in Movimento Zoè
diventa un post intermittente
(2 . 11 . o9 – 11.25 – continua)