O g n i

Ogni tanto, scrivo un post e per motivo od un altro, la pagina si chiude ed il post sparisce.
Ogni volta, ho pensato subito che, accidenti, avrei dovuto salvare tutto.
Questa volta, invece, ho sentito di essermene liberata … Voilà!

(quante sovrapposizioni nello Specchio… 🙂

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© NPAL Tour- kaapi carla barnabei, vicino a via Santa Marta- Milano & Altrove, Luglio 2014

(NPAL Post in progress – continua )

M i n u t o (nel senso di piccolo)

Per ora, c’è solo il titolo. Senza post vero e proprio. Oh, come mi piace pensare che le parole siano piuttosto inutil (occupano lo spazio, spesso inutilmente ?).

31 . 5 .2013

1.

Un collage di frammenenti, incontri nello specchio. In questo mondo, riflessi di altri mondi inseparati (da questo e tra loro…).

2.

” Ogni individuo trascorre molti momenti della propria vita in una zona chiamata “Bardo”.
Il bardo è un luogo di “intervallo”, nella tradizione tibetana è uno stadio intermedio tra la vita passata e quella futura, dove la mente acquisisce un corpo mentale simile a quello del sogno ed ha il potere di raggiungere qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, senza alcun ostacolo.

Il Bardo indica un momento di sospensione che nella vita ordinaria può essere identificato anche con momenti di confusione, critici o di disturbo, come con intensi periodi di sogni e fantasia.
Navigare efficacemente nell’intricata rete del bardo è uno degli scopi dell’astrosciamanesimo.

Generalmente gli esseri umani accedono al bardo in maniera inconsapevole e la connessione con IMC o asse verticale avviene quindi in maniera istintiva e irrazionale. Tale spazio risulta illecito e proibito da un punto di vista ordinario. La difficoltà a riconoscere la connessione tra i piani, quello ordinario CUA (orizzontale) e quello non ordinario non CUA (verticale), provoca un senso di malessere e agitazione in ogni individuo, malessere che evidenzia una non comprensione di ciò che accade ad un altro livello.

Esiste un’area segreta denominata astrosciamanicamente Provisional Order che serve gli scopi di entrambi i piani (CUA e non CUA), questo è il dominio di sciamani e agenti segreti …
L’Ordine Provvisorio, come il “Bardo”, mantiene la traccia e la memoria della nascita, morte e rinascita, è un ponte tra la percezione separata e le realtà multidimensionali.
Sebbene la funzione dell’ Ordine Provvisorio sia fondamentale per la stessa realtà CUA , coloro che operano per questa configurazione hanno spesso notevoli problemi e disturbi dovuti a costanti sbalzi energetici e attacchi dell’ambiente CUA. Spesso indicati come, “alieni” o “disadattati” gli agenti dell’O. P. sono individui che conoscono molto bene la geografia alternativa che delimita e penetra la realtà ordinaria.”

by Letizia Moccheggiani- team Asstrosciamanico: https://www.facebook.com/Astrosciamanesimo

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(continua – in progress)

 

P r o f e z i a 

 

 

 

 

 

Video made out of the  " The voice of Pasolini".
The poetry " Profezia" it is recited from  Toni Servillo.


Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come da malandrini a malandrini:
«Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!»
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.

Essi sempre umili
Essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie…

… deponendo l’onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l’onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì
dagli Occhi Azzurri – usciranno da sotto la terra per uccidere –
usciranno dal fondo del mare per aggredire – scenderanno
dall’alto del cielo per derubare – e prima di giungere a Parigi
per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare a essere liberi,
prima di giungere a New York,
per insegnare come si è fratelli
– distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento…

P. S.:
English Translation coming soon !

🙂

W e  l c o m e 

In this period I’m unable to take part in Facebook. I realized that I developed a sort of “dipendenza” (addiction) to it. I’m going back to my blog boscoparlante (talking-forest). I’ll try to post in Italian and English.  If you want, we can meet here.

You can leave commentaries also if you are not logged in Splinder (in this case , please add  your name  at the end of the message).
 

Enjoy in the trasformation!

If you would  like publish here (writing or photos/pictures)  tell me., please  (harambee@libero.it).

I’ll give you the passwordI.

Sorry for all my mistakes in English.
Excuse and correct me please!  

Thanks!

-) kaapi

( 2 5 – c o n t i n u a )

 
 
 

AutoEducazione alla Gioia . . .

  

Yes!                                                                                                                                             (autoeducazione alla Gioia)

kaapi carla barnabei – lab Harambèe – S. Martino August 2010

“Am I . . . ?”

Ho tenuto, per molto tempo, questa foto su una chiavetta usb senza pubblicarla né stamparla,  mi sembrava incompleta, ritagliata.

E’ stata scattata in un giardino con piccolo campo sportivo e giochi per bambini, annesso ad un bar di un piccolo paese in Valtellina.

Appena l’ho vista, ho avuto subito l’impressione che fosse un’immagine  compressa in uno spazio angusto o, che fosse in sospeso. La  mancanza di spazio mi infastidiva.                                                                                                 Forse, era semplicemente in attesa che io ascoltassi  ?

Oggi, eccola qua, di nuovo a ricordarmi  un Dialogo di tanto tempo fa.  E, soprattutto,  una domanda:

“Ricordi,  quando ti sentivi come un’immagine ritagliata da un paesaggio dimenticato?”.

A questa domanda non so rispondere.

Sto cercando di entrare in quella sospensione dopo il punto interrgativo: un Precipizio, una Porta, un Altro mondo… No, non ho ancora fatto, veramente, ciò che potrebbe essere necessario o, semplicemente il Salto.

Piano piano, la risposta sta diventando la mia autoeducazione all’accettazione,  verso il  rilascio dei rancori, verso il perdono (veraMente … ?).

“Autoeducazione alla Gioia”.

Per questo, seguo indicazioni, consigli e trucchi.

Quando s’inceppa qualcosa, danzo, canto, mescolo vita e sogno, me li concedo inseparati!

Senza l’illusione della separazione in me ed intorno, verso la connessione con il Mistero…
500

lab Harambée – kaapi carla barnabei – “StoneCreatures (revelAtion) “- Filoera, Summer 2010

(revelation)

Perdersi, per ritrovare lo sguardo della bambina. Ad un adulto potrebbe sembrare sola,  che si sia persa, o che stia aspettando qualcuno, Invece, lei è presente, sta guardando oltre. Sta resistendo alla separazione.

E c’è.

Grazie a Te, bambina dai capelli rossi … Che il percorso ti sia Dolce e ventoso,                 (verso l’Oceano)

Yes !   🙂

(15 – c o n t i n u a )

N°. 0

If you hear a voice within you say ‘you cannot paint,’ then by all means paint and that voice will be silenced.

Vincent Van Gogh

(89- continua)

J u s t

Les Graffiti de Marsilly

1.

Questo blog mi insegna l'assenza (è poco visitato ed anche io poco vi scrivo). Cosa mi insegna?

Cercherei  di sintetizzare,volando sopra l'accaduto che a descriverlo ci vorrebbero tante pagine (troppe)..
Non mi va che lo stile sostuisca il contenuto, il nulla, l'imprevisto ed il disastro (mi avevano detto: "Tu hai uno stile, qualsiasi cosa tu faccia si riconosce, è tua.").

Eh,no, Non mi va quest discorso dell'arte che eleva e dà superiorità.
Mi interessa invece la testimonianza. Cantata, disegnata, scritta.
A proposito, mi tornano alla mente queste  parole: "Amore mio,non dimenticare d'ascolare il vento. Anche quando nonc'è. Anzi, soprattutto quando non lo senti, ascoltalo. Senti l'oda d'aria che smuore l'albero dalle foglie alle radici. In quel momento prova la gioia e la disperazione d'ssere atterrato."

L'insegnamento  è che la gioia e la disperazione inseparate brillano di vento. Oh, mi trasformano se io no mi affanno a proteggere la debolezza o la forza.  Surrender:.
La forza della debolezza è la moltezza (**) di una farfalla. Amore mio e tuo.

L'assenza insegna di non esserlo in assoluto, perchè parla. Racconta storie antiche, rinnovate e resuscitate. Ad ogni ritorno qualcosa, un segno, una traccia palpitante da non trascurare. Una mappa dell'assenza indica presenze non riconosciute. Onoriamo il non riconosciuto ed offriamo lacrime e sorrisi.
Grazie, ancora.


Les Graffiti de Marsilly

2.

 

Questa notte, no era mattina, ho finito di leggere non stop "Just kids" di Patti Smith, cominciato ieri sera. Non sono riuscita a smettere prima dell'ultima pagina

(** )La Notte precedente, ho visto in dvd Alice in Wonderland

( 20 – continua )

T r o u g h t

lab Harambèe – kaapi carla barnabei  – Milano 6 Altrove, Marzo 2010

d o o r

“Con tutte le divisioni del terreno si vede bene la mappa dei confini e si perde il territorio.

Non voglio stare da una parte o dall’altra, piuttosto ci passerei attraverso…”.

*

Ad ogni partenza, un bilancio fa spazio al nuovo. Il bilancio va esaminato, soppessato, ineterpretato e congedato.

Il congedo è un nuovo progetto. Qui, oltre alla vita c’è ben poco da investire,  sulla vita si sa non si possono fare investimenti, neaNche a breve termine. La vita passa, cambia, si mescola a volte finisce, o così potrebbe sembrare, insomma ci si fa affidamento nell’istante in corso. E subito dopo non si sa.

Quando ho vissuto una settima al Circo Togni , ero piccola e l’avevo chiesto a papà come regalo di compleanno, c’era un Clown anziano che mi aveva raccontato una storia d’amore. Quella fra il Filo ed un’Acrobata.

Ogni giorno durante le prove e più tardi nello spettacolo, si parlavano e lei lo attraversava, per ascoltare fino in fondo la storia.

Ogni gorno continuava  andando da  molte parti, e altrove. Mentre lei sospesa lassù ascoltava, veniva trasportata, restava ed andava via.

Attraversava sì, ma non solo il filo: persino le sembrava, di invecchiare in un solo momento, di tornare indietro di secoli.

In quel posto c’era già stata, lo sentiva nelle caviglie.

Quella canzone nel vento l’aveva già sfiorata, glielo  diceva il cuore.

O invece, ringiovaniva di colpo,  si vedeva un’altra, in un tempo lontano , a venire.

Insomma, ogni congedo poteva essere l’ultimo o il primo.

Paddy  Hamilton


**

Sapeva che sarebbe, prima o poi arrivata da Lui, in quel luogo o in un altro.

Avrebbe potuto saperlo dal filo, ma lui non ci era mai voluto salire.

Non aveva bisogno di conferme o di speranze.  Era sicuro di far parte di una storia in cui tutte e due erano previsti, e gli bastava. Che cosa  accadesse in fondo gli pareva secondario. Che conta, lui si diceva, è che ci sia il vento, già è musica. Che conta è che ci sia una storia, farne parte. E svanire in un’altra, insieme. Ancora.

Di storie me ne ha raccontate altre, almeno una ogni giorno. Eppure, s’intrecciavano tra loro, sia pur in ordine sparso; qualcuna arrivava per ultima ma raccontava di qualcosa che era accaduto prima di qualcosa d’altro raccontato all’inizio. Così che, non si poteva più distinguere nè prima nè dopo.

Come in  un disegno che si compone e non finisce mai, non si può distinguere  inizio e fine . . . Come quella musica che nasce da un’ eco imprecisata, si fa, si disfa e ritorna ad esser eco. Quale suono originario? Da dove?  Chissà.

( 5 . 5 . 51  –  c o n t i n u a )

Senza   Titolo

 

©lab Harambèe – kaapi carla barnabei –
Milano 6 Altrove, 21 Dicembre 2009

 1.
v a r c o

Silenzioso, il Bosco nel cuore, nelle parole. Spazio all’ascolto, senza attesa, Se accadrà un canto… Ascoltiamo,
forse lo sentiremo. Qualunque sarà e dovunque saremo, da soli ed insieme.

©lab Harambèe – kaapi carla barnabei
Milano 6 Altrove, 21 Dicembre 2009

  2.
v a r c o

“Di questa realtà sconfina la definizione e la certezza: altri mondi sono cantati e richiamano”

Semplicemente come filasctrocca di fiabaa ed antico rito, eco della neve che cade dagi Rami. Pufff. E non è un film…!

Tanti auguri per tanti oggi consapevoli,
possibilmente gioiosi…!

 

🙂
kc


( 27 – continua )

( continua

Q  u o t i d i a n o


N. B. :
ho cambiato la voce del blog. Anzi no, la voce è sempre di Bob (come potrebbe essere altrimenti?).  E’ il brano ad essere stato cambiato. Ho fatto dei pasticci nel template e non ho anocra avuto modo di rimediare. Per la cronaca, non si tratta di “This dream of you” come indicatoi ma “Forgetful Heart” (Live Performance  Ever, Milwauke, July 2009) entrambi sono in “Trough Togheter Live”.

Se cliccci  q u i   puoi ascoltare il brano (live 1991, per avitare che si sovrapponga all’altro sempre di Bob apri direttamente il link di You Tube…ok?
Da diverse mattine dopo il caffè apro, senza guardare, l’Antologia (un bel librone di ben quattro dita di spessore edito Feltrienelli) di “Lyrics 1962-2001” di Bobby. La pagina mi indica una canzone/poesia che Subito dopo, ascolto (da un cd cercato fra tutti quelli in attesa, oppure videoascolto col pc acceso da You …). Sento, leggo ed ascolto, fino a quando mi chiedo: “Su cosa pongo attenzione, innanziutto? Quale priorità quotidiana, oggi?”

Ad esempio, ecco qua l’indicazione odierna. Vivere,qui ora. A fine giornata, (me) lo racconterò… 😉

 

 

ACROSS THE BORDERLINE
come eseguita da Bob Dylan con Tom Petty and the Heartbreakers allo Shoreline Amphitheater di Mountain View, California, il 5 agosto 1986

ACROSS THE BORDERLINE
by Ry Cooder, John Hiatt, Jim Dickinson


con Tom Petty, Shoreline Amphitheater, Mountain View, California, 5 agosto 1986

There’s a place, so I been told
Every street is paved with gold
And it’s just across the borderline
When it’s time to take your turn
There’s a lesson you must learn
You could lose more than you ever hope to find

And when you reach that broken-promise land
All your dreams flow through your hands
You will know it’s too late to change your mind
You paid the price to come so far
Just you wind up where you are
And you’re still just across the borderline

Up and down the Rio Grande
A thousand footprints in the sand
Reveal a secret no one can define
That river rolls on like a breath
In between my life and death
Tell me, who is next to cross that borderline

And when you reach that broken-promise land
All your dreams flow through your hands
You will know it’s too late to change your mind
You paid the price to come so far
Just you wind up where you are
And you’re still just across the borderline

AL DI LA’ DEL CONFINE
di Ry Cooder, John Hiatt, Jim Dickinson

da “Covering Them”


Esiste un posto, così mi han detto,
dove ogni strada è lastricata d’oro
ed è appena al di là del confine
Quando sarà il tuo turno
c’è una lezione che dovrai imparare
che puoi perdere più di quello che mai potrai sperare di trovare

E quando avrai raggiunto quella terra di promesse infrante
tutti i tuoi sogni ti svaniranno tra le mani
saprai che è troppo tardi per cambiare idea
Hai pagato il prezzo per esserti spinto così lontano
Resterai dove sei
e sarai ancora al di là del confine

Lungo il Rio Grande
migliaia di orme nella sabbia
rivelano un segreto che nessuno può spiegare
Quel fiume scorre come un respiro
tra la mia vita e la mia morte

Ditemi chi è il prossimo che attraverserà il confine

E quando avrai raggiunto quella terra di promesse infrante
tutti i tuoi sogni ti svaniranno tra le mani
saprai che è troppo tardi per cambiare idea
Hai pagato il prezzo per esserti spinto così lontano
Resterai dove sei

e sarai ancora al di là del confine

traduzione di Michele Murino

 

 

( 71109 –  continua)