Per incantesimo non intendo qualcosa o qualcuno che incanti, di esterno a me. Intendo un’innominabile presenza che mi collega ad un’assenza. Assenza viva,che oggi mi ha liberato.
Nell’ombra sono rinata, nell’accettare poca luce nella mia casa, nella mia grotta. Il segreto è l’accettazione, ma che significa accettare?
Accettare una visione che scopre, starci dentro quanto sveste da tuttio i riferimenti,chi credevo di essere,(me l’avevano detto e l’avevo creduto..).
Ora, sentire il vento addosso, significa non sapere, finalmente. Non so dove andrò o dove resterò. In fondo non c’è differenza. Dipende da cosa si intende per luogo, casa, presente. Chi sono, dove sono.
Un suono di un telefonino o un canto disperso, un miagolio di gatti in amore, un urlo nel codominio assiepatao. Un fulmime a ciel sereno.
Ed è notte, mattino luminoso, riflesssi sull’acqua rimbalzono sentiero, lucine che segnano la direzione come lucciole superstiti.
Oppure è deserto di dune in cambiamento basta un soffio e il deserto interiore sfuma. Diventa spazio solo, come il letto di un fiume senza acqua, se dell’acqua non si perde memoria.
Cinque maggio… Ero appena nata in un tris di cinque, e mia mamma sorrideva alle primule mentre cercava un quadrifoglio nell’erba alta.
Grazie, grazie a te, ancora, sempre. Noi inseparate, ora, ci ascoltiamo
A te dedico questa musica, come se la sentissimo insieme, tu sulla poltrona azzura ed io sul cuscino arancione pr terra, con le pantofole tu ed io scalza io, stesso sospiro. E qualche lacrima,di quelle dolci dopo quelle così aspre della separazione presunta d’altro tempo.
Alla fine, come all’inizio. Si annullano le distanze, nasce e muore qualcosa che non finisce e cambia, cambia, cambia. Ininterrottamente,continua, ad altro nome, ad altre sponde. Finisce e continua. Grazie, grazie.
Ciao ;-)
(1 – continua )
Verdegall
qui solo un appunto di un augurio, e degli auguri.
Come dire una certificazione.
Quelli diretti in una mail-messaggio, quelli veri direttamente dal cuore, in un abbraccio.
Che bello, che compi gli anni…
Ti sorrido da qui a lì
*
auguri sussurrati, x non disturbare l’ombra! namastè. ..
Ho letto i commenti, il post, e riletto ancora, ascoltando la musica. Con gli occhi umidi, sempre di più. Vi ringrazio G., F., S. (@ GP, monacoxen vuotopieno) tanto e vi dedico uesto ruscello di lacrime che scorre leggero…
L’incanto della commozione fa scivolare via dall’identificazione: chicredevidiessere, chi credevi fossero gli altri e chi credevi di essere per loro (fra, in, per…) e resta lo spazio di ciò che si è sciolto.. Così, sento adesso a me, a voi, a me, (a…invece di per… dice-va Luce Irigar… 😉
è come se in questo spazio non ci sia più nessuna direzione, distinzione, più nessuno.Eppure è anche l’inverso, ci siamo tutti!
Scrivo qui, risponderò più tardi alle mail(s?), fra poco uscirò per organizzare la lezione di domani (andare a ritirarare finalmente degli acquerelli finanziati dalla scuola pergli studenti di prima ), quella di oggì invece incomincerà più tardi,
🙂
Bacini
cappacì