Les Graffiti de Marsilly
1.
Questo blog mi insegna l’assenza (è poco visitato ed anche io poco vi scrivo). Cosa mi insegna?
Cercherei di sintetizzare, volando sopra l’accaduto che a descriverlo ci vorrebbero tante pagine (troppe).
Non mi va che lo stile sostuisca il contenuto, il nulla, l’imprevisto ed il disastro (mi avevano detto: “Tu hai uno stile, qualsiasi cosa tu faccia si riconosce, è tua.”).
Eh,no, Non mi va quest discorso dell’arte che eleva e dà superiorità.
Mi interessa invece la testimonianza. Cantata, disegnata, scritta.
A proposito, mi tornano alla mente queste parole: “Amore mio, non dimenticare d’ascoltare il vento. Anche quando non c’è. Anzi, soprattutto quando non lo senti, ascoltalo. Senti l’onda d’aria che smuove l’albero dalle foglie alle radici. In quel momento prova la gioia e la disperazione d’ssere atterrato.”
L’insegnamento è che la gioia e la disperazione inseparate brillano di vento. Oh, mi trasformano se io non mi affanno a proteggere la debolezza o la forza. Surrender..
La forza della debolezza è la moltezza (**) di una farfalla. Amore mio e tuo.”
L’assenza insegna di non esserlo in assoluto, perchè parla. Racconta storie antiche, rinnovate e resuscitate. Ad ogni ritorno qualcosa, un segno, una traccia palpitante da non trascurare. Una mappa dell’assenza indica presenze non riconosciute. Onoriamo il non riconosciuto ed offriamo lacrime e sorrisi.
Grazie, ancora.

Questa notte, no era mattina, ho finito di leggere non stop “Just kids” di Patti Smith, cominciato ieri sera. Non sono riuscita a smettere prima dell’ultima pagina
(** )La Notte precedente, avevo visto in dvd Alice in Wonderland

