AutoEducazione alla Gioia . . .

  

Yes!                                                                                                                                             (autoeducazione alla Gioia)

kaapi carla barnabei – lab Harambèe – S. Martino August 2010

“Am I . . . ?”

Ho tenuto, per molto tempo, questa foto su una chiavetta usb senza pubblicarla né stamparla,  mi sembrava incompleta, ritagliata.

E’ stata scattata in un giardino con piccolo campo sportivo e giochi per bambini, annesso ad un bar di un piccolo paese in Valtellina.

Appena l’ho vista, ho avuto subito l’impressione che fosse un’immagine  compressa in uno spazio angusto o, che fosse in sospeso. La  mancanza di spazio mi infastidiva.                                                                                                 Forse, era semplicemente in attesa che io ascoltassi  ?

Oggi, eccola qua, di nuovo a ricordarmi  un Dialogo di tanto tempo fa.  E, soprattutto,  una domanda:

“Ricordi,  quando ti sentivi come un’immagine ritagliata da un paesaggio dimenticato?”.

A questa domanda non so rispondere.

Sto cercando di entrare in quella sospensione dopo il punto interrgativo: un Precipizio, una Porta, un Altro mondo… No, non ho ancora fatto, veramente, ciò che potrebbe essere necessario o, semplicemente il Salto.

Piano piano, la risposta sta diventando la mia autoeducazione all’accettazione,  verso il  rilascio dei rancori, verso il perdono (veraMente … ?).

“Autoeducazione alla Gioia”.

Per questo, seguo indicazioni, consigli e trucchi.

Quando s’inceppa qualcosa, danzo, canto, mescolo vita e sogno, me li concedo inseparati!

Senza l’illusione della separazione in me ed intorno, verso la connessione con il Mistero…
500

lab Harambée – kaapi carla barnabei – “StoneCreatures (revelAtion) “- Filoera, Summer 2010

(revelation)

Perdersi, per ritrovare lo sguardo della bambina. Ad un adulto potrebbe sembrare sola,  che si sia persa, o che stia aspettando qualcuno, Invece, lei è presente, sta guardando oltre. Sta resistendo alla separazione.

E c’è.

Grazie a Te, bambina dai capelli rossi … Che il percorso ti sia Dolce e ventoso,                 (verso l’Oceano)

Yes !   🙂

(15 – c o n t i n u a )





"L’offesa alla verità sta all’origine della catastrofe."
Sofocle, Edipo re






Le carceri scoppiano
c l i c k
e
c l i c k








Grazie a:
Galdo  –  Libera utopia
 Egidio Morici –  500firme.it)

per la segnalAzione.








( 1.10 – c o n t i n u a )

G r a t i t u d i n e

©lab harambèe – kaapi carla barnabei

Sarzana & Altrove, Agosto 2009

s e n z a     t i t o l o

Se mi metto a contare sbaglio.  E,l’errore mi insegna,  dietro alla parola s’identifica nello sbaglio una colpa.  Proprio lì dentro, ed in fondo, alla colpa c’è la scoperta.  Una scoperta che, forse da tempo lungo e sottile, attende. Una scoperta lo sa di essere un po’ defilata,  il suo nascondersi si rivela.  Rivela di per sè. Trasmette, insegna sempre.

Ogni cosa esistente, visibile ed invisibile, ha in sè una rivelazione, in sè e per sè, collegata da una rete energetetica vibrante, di suoni e colori, luminosa/ombrosa, di ragione e senza ragione.  Incantata. 

Incanto quotidiano. Semplicità speciale, da riconoscere, attende.

Le paroe non bastano.  Anzi, eccedono, nella loro precarietà…!

Una pianta di zucchine, fra foglie fiori e frutti, convive con altre piante, intorno. Condividono la terra e l’aria. Sotto al cielo, in profondità variabile.

Certi le chiamano erbacce, erbe da estirpare (soffocano, dicono, ciò che deve crescere per diventare raccolto, da prendere). 

Invece, chissà come si chiamano le piante, fra loro .

Mi chiedo. E, se fossimo noi le erbacce, nell’universo? Oppure, non esistono male erbe, solo erbe diverse. Impreviste  forme.  Nessuna esclusione. Insieme, unita diversità.

Noi umani accentriamo al nostro lnguaggio azioni e classsificazioni,  come fosse l’unico ed il pricipale.

D’accordo, lo farò. Nessuna fuga?

Ma quale instabilità o variabilità nel confine che distingue me dall’altro/i, quale precarietà persino nel noi (quando distingue e divide amici/nemici) !

Mi hanno insegnato “parla sempre in prima persona per assumerti la responsabilità…!”.  Io, me ne accorgo, a volte, di non essere mai sola, anche se mi sembra di esserlo ;-). Anche se non si vede qualcuno!

Se mi metto a contare chi c’è, cosa vedo?

Non  conterò più. Ascolterò. Dirò, so che ci siete, invisibili.

Sento la musica. I passi soffici, le tracce del cuore, le stelle negli occhi. Gli arcobaleni, i segni sotto le foglie, nello spazio,  dentro.

Le piume di esseri che non hanno certo il nome da noi preteso, indefinibili. E gli sguardi, attenti, curiosi. Eccolo, il teatro invisibile ! Accettare il limite rende lo spettacolo vero, illuminante. Ce lo hanno insegnato, lo abbiamo dimenticato, il potere o la forza del teatro. La sua guarigione dell’im-possibile.

Un amore incondizionato, che guida,  atTraverso una precaria e variabile distinzione (di forma e di sapere) là.  Là,  dove  nessuna distinzione separa ed avvalora.

Grazie.

  © lab harambè - kaapi carla barnabei

 Findhorn, Cluny College, agosto 2009

w i t h o u t 

p l a c e 

Appunti scritti al volo, in un afoso inizio di pomeriggio

,nel perdurare di un  viaggio  (i n – f i n i  t o)  a Findhorn (grazie e grazie).

l o v e 

k. e K.




© lab harambè – kaapi carla barnabei

Findhorn, Cluny College, agosto 2009

w i t h o u t

( 2 2 - c o n t i n u a )




2 4    M a y

 

Buon compleanno Bob…!

Non leggerai e probabilmente  detesti i festeggiamenti d’augurii…!
Forze apprezzeresti un mazzolino di Viole, fiori esili e forti, dai petali come ali  di farfalle…

Bobby, grazie… oggi più che mai!
😉



Il post finisce qui, per ora
(con il portatile non ho più la connessione, si è
rotta la chiavetta?)
Lascio solo un segno, anzi un segna.posto…

(24 – continua)

S e n z a  C a p o

n è  C o d a

© Anne Julie Aubry

s o u v e n i r s

Aju sta viaggiando, da tanto tempo. Non sa neppure lei da quanto.

Senza accorgersene, lungo il cammino non può mai chiudere gli occhI, senza chiuderli mai, nè di giorno nè di notte. La sua vita ha ls veglia ed il Sonno indistinti tra loro. Lei vive ad occhi sempre aperti o quasi,al massimo gli occhi,da soli si socchiudono, ma solo un pochino.

Il giorno della partenza, la Nonna Blu le aveva detto: “Aju, stai attenta a quello che guardi. Ci sono immagini che ti seguono e non ti lasciano più, anche se glielo chiedi gentilmente.

Ora, durante il viaggio, Aju si sta chiedend. “Ma davvero non posso chiudere gli occhgi? E, se perdo qualche immagine o se qualcun’altra si insinua ed io non me ne accorgo?”
Questa domanda non potrebbe farla che a se stessa. Cominciando a provare ad aspettare una risposta.


Se tu pensi ad un paesaggio nel quale cielo, prato, bosco, spiaggia, deserto, città sono tutti insieme in una mosaico vivente di piccoli frammenti nel quale nessuno esclude l’altro, allora puoi intuire cosa sta guardando lei. Potrai  immaginare tra l’altro come il paesaggio, a sua volta, la guardi. Sì, lei si è già accorta di questo scambio!

Guarda che ti riguarda, poco fa dal Paesaggio è apparsa la Nonna Rossa, fiammeggiante ma anche un po’ ombrosa. Eccola qui, con voce ferma esclama: “Oh, cara! Lo senti come ti sta guardando il paesaggio? Va bene. Accoglie le tue tracce di passi e di sguardi, si lascia segnare. E tu?”

Bhe,a questa domanda Aju  risponde con un suono di stupore, soltanto.  Anche adesso continua a sentirne e non risponde.

Intanto però vede. Una foglia  assomiglia ad una goccia di pioggia e s’allunga. Un’altra si accortoccia in forma di nido. E, subito dopo la prima foglio si noltiplica,  divents uns coppia di ali e poi un’altra ed un’altra ancora. Vola via.

O almeno sembra, perchè Aju non ne è proprio sicura. Lei, quelle ali, se le sente addosso. La terra diventa cielo, il cielo diventa strada.

Chopstix Waits

E’ finita la storia?

A  volte mi sento inseguita dalle immaginI. Certe volte le incontro, altre volte mi trovano loro. Ci sono immagine invadenti, sono quelle rapite per comunicare un messaggio, in cerca di consenso, queste ci danno la caccia.

Ci sono le immagine perdute, dimenticate  vagano per aria o dappertutto. Tra loro ci sono quelle che cercano una destinazione, una qualsiasi od una precisa da cercare con cura. Ce ne sono delle altre che cercando destinazione  ad una certo momento smettono di cercarla. Ed arrivano nel Non-luogo delle visioni.

Questo non luogo, vegliato e sognato, in Sonno & in Veglia, è un bel paese sconfinato nel vedere e non vedere. Di sogno, di vuoto, d’impronte e di una moltitudine  di segni in-visibili. Basta un trattino, un punto o una virgola, e la frase di una immagine parlante può cambiare, basta un punto esclamativo a  trasformarla. In un via vai di domande e di risposte indistinte quel paese cambia. Diventa sempre più sconfinato, spostandosi qua è la.

Di una visione, comunque rimane sempre un lampo. Un piccolo lampo o una saetta che segna lo sguardo all’infinito. Smetti di credere a quello che vedi e se ti perdi, quel trattino (in-visibile) si fa strada o filo per farti continuare il viaggio.

Bhe, incontri segni sognati, visioni parlanti, apparizioni d’acquarello che si posano come brina sui fiori e svaniscono. Il fiore può sparire insieme, sta a te  ricordare, o diventare segno…Un puntino, una virgola, niente…

(dedicato ai “miei” studenti)

🙂

( 3 4 – c  o n t i n u a )

A p  P u n t o



Riin  Pallon

clicca   q u i

Appunto, per non dimenticare.
A volte, ricordare non basta, però.

Punto a capo potrebbe essere. sarà possibile … ?

(1 – c o n t i n u a )

Ap Punto (2. )

 A quella domanda, si può fare punto a capo….
Segue chiara un’immagine: il Sogno e l’Incubo: DEntro nella storia ci insegue nel quotidiano e sottile si insinua.
E’ chiaro

Q u i
(link amico, da Urubu/Danilo)

La domanda continua, quindi.

Che si fa?

 

a sua immagine

C’è un filo che collega cuce, distrugge …

A t t e n z i o n e!

Attenzione alle parole del consenso,
allo sfogo della rabbia contro qualcuno…
Ci sono omicidi di parole.
Attenzione al furore!

Attenzione alla paura che i propri interessi
siano oltremodo superiori a quelli di qualcun altro.

Attenzione al consenso
divide, distengue, condanna, annienta
in nome del “nostro bene”
(nostro, della nostra famiglia,
di un nostro amico
ecc. )


c l i c k

bob dylan – masters of war

( 2 – c o n t i n u a )

Angoli  & Spigoli

In un Angolo c’è una mappa di Mondi da decifrare. Tutto lo spazio fra Soli, Lune, Stelle, e Altro ancora.

La Luce e l’Ombra del Cielo e della Terra fra noi,lontani e vicini. nell’Angolo, in una Stanza, dietro Porte e FInestre, siamo noi.

Per Strada, nelle Piazze, oppure su Sentieri diversi che diano la Speranza o l’Illusione di una comune  e reciproca  appartenenza nell’essere stretti, isolati, selvaggi.

In un Angolo di Recinto, Casa, Stanza, Porta, Finestra, ed anche in una Stella disegnata,  nell’Occhio grande o piccolo, persino in un Sentiero, c’è uno Spigolo, almeno uno.

Quello spigolo  che tende la curva della quale è Inizio o Fine, quell’altro che invece si specchia in altri dirimpettai ortogonali. nei riquadri di Ingressi ed Uscite, stanno a ricordare,nel percorso  dentro, fuori e dovunque,un tratto o un momento in cui la Direzione dei Passi, dello stare fermi o dell’andare via o altrove,cambia direzione. A volte supera, a volte torna indietro, altre s’inabissa o vola via.

Dove stiamo andando?

Dove stiamo andando, veramente, intendendo lo Spazio ed il Tempo, oltre quel confine di Recinto, Stanza, Ingresso e Uscita, oltre  la misura del Tempo suddiviso nei Giorni.

Dove stiamo veramente andando, nel Tempo indefinito, in quel Momento che unisce e separa la nostra Vita quando comincia e quando finisce.

Dove stiamo andando, da soli ed insieme, nelle nostre Vite separate ed intrecciate. Chi comincia prima e chi dopo. E poi, quando finirà…?

E soprattutto, cosa stiamo facendo?

Cosa stiamo veramente facendo da soli ed insieme, per Noi stessi e per l’Altro vicino e lontano?

 

Anche oggi, insieme a Te che diventi sempe più sottile, silenzioso, rimpicciolisci fisicamente, e ti stai allontando da questa Vita, a poco a poco,  io mi avvicino piano piano. Vengo verso di Te. E cambio Direzione … 🙂

(Ma comincio a sentire che sto andando anche verso parti di me che non conosco proprio. o quasi …).  Grazie.

C l i c k

Questo blog è in lutto…
per mancanza d’aria, di luce e di colori fondamentali.

Dopo questi risultati elettorali, ho bisogno
di stare lontano dalle parole.

Non mi riferisco a chi ha vinto o perso. Piuttosto, mi chiedo che paese sia questo.Non cerco etichette. Cerco  una verità dietro ai risultati.
Non quella che ci fanno crederee neanche quella alla qualòe vorrei credere
Si’, cerco, sotto all’idea che ci si possa fare i cazzi propri alla faccia degli altri Cerco sotto alla  certezza  che il proprio comodo possa cancellare il disagio,la soffrerenza , l’emigrazione ed altri antichi insopprimibili movimenti  del pianeta.
Come se la nostra vita vera possa dipendere da una scorciatoia, dalla salvezza a buon mercato…magari senza pagare le tasse,comperando l’ultimo medello di telefonino o con un viaggetto di una settimana alle maldive.
Per non sentire parlare di guerra permanente, della catastrofe in corso senza confini, basta cambiare canale?

Oddio, non è casa mia. Senza offesa, eh.
Sono io ad essere fuori posto….

Ho un tappeto
sul pavimento di legno
fiammeggia
inferno
e
paradiso


paradiso
inferno
laggiù
e
quassù

dove
siamo
al confine
di un disatro
cammuffato
straccia vesti
e
maschere

accendi il fuoco
accendilo
illumina
ed
una luce sbieca
espande
malcontento


oh, non guardare
non guardare là
guarda
l’ombra
la tua
della paura
di non esserci
e
deserti
di parole
a convincenrti
schiavo e padrone
schiavo

non acconsentire
uno slogan
di pace

non acconsentire
una guerra
d’annientamento
garantisce

degli altri nemici
difenditi
dicono
dicono

sei tu
a non esserci
di te stesso nemico

sei tu
hai paura
hai paura
nessuno ti salverà
nè nessuno
vincerà

oh amore
 come eri
fragile
e
forte
nell’ ombra lunga
di tramonto
o
d’alba

accendilo
accendilo
il
fuoco

dopo
elezioni
fantocci
ridono
gli uni
degli altri

temono
non mi hanno
riconosciuto
pensano
ma hanno votato
è quello che conta
prendere

pericolo
pericolo
per tutti
anche per loro
chi vince
chi perde

credono
credono

la barca
è la stessa
oppure
non c’è
e svanirà

certo
diluvio
prima o poi
ancora

tremenda
catastrofe
non
di vendetta
 
ma
di caotica
giustizia
come
prima


accendilo
accendilo
o spegnilo
fuoco
sacro

non dipende
da noi

piuttosto
noi

inconsapevoli
gli apparteniamo
senza

saperlo
ora


tappeto volante
rosso
color
sangue
luminoso
sarà
dopo il diluvio
come un mistero
indiviso ritorno

senza arca saremo
questa volta?
non più 
due a due

ma soli

ricomincia
 daccapo
una storia
e
non è questa
no
di casa


amore mio
fiammeggiante,
come qualcosa
che azzurro
nella fiamma
sa di mare



(canzone –  k. & K.)

Questo blog è in lutto…
per mancanza d’aria, di luce e di colori fondamentali.

Dopo questi risultati elettorali, ho bisogno
di stare lontano dalle parole.

Non mi riferisco a chi ha vinto o perso. Piuttosto, mi chiedo che paese sia questo.Non cerco etichette. Cerco  una verità dietro ai risultati.
Non quella che ci fanno crederee neanche quella alla qualòe vorrei credere
Si’, cerco, sotto all’idea che ci si possa fare i cazzi propri alla faccia degli altri Cerco sotto alla  certezza  che il proprio comodo possa cancellare il disagio,la soffrerenza , l’emigrazione ed altri antichi insopprimibili movimenti  del pianeta.
Come se la nostra vita vera possa dipendere da una scorciatoia, dalla salvezza a buon mercato…magari senza pagare le tasse,comperando l’ultimo medello di telefonino o con un viaggetto di una settimana alle maldive.
Per non sentire parlare di guerra permanente, della catastrofe in corso senza confini, basta cambiare canale?

Oddio, non è casa mia. Senza offesa, eh.
Sono io ad essere fuori posto….

Ho un tappeto
sul pavimento di legno
fiammeggia
inferno
e
paradiso


paradiso
inferno
laggiù
e
quassù

dove
siamo
al confine
di un disatro
cammuffato
straccia vesti
e
maschere

accendi il fuoco
accendilo
illumina
ed
una luce sbieca
espande
malcontento


oh, non guardare
non guardare là
guarda
l’ombra
la tua
della paura
di non esserci
e
deserti
di parole
a convincenrti
schiavo e padrone
schiavo

non acconsentire
uno slogan
di pace

non acconsentire
una guerra
d’annientamento
garantisce

degli altri nemici
difenditi
dicono
dicono

sei tu
a non esserci
di te stesso nemico

sei tu
hai paura
hai paura
nessuno ti salverà
nè nessuno
vincerà

oh amore
 come eri
fragile
e
forte
nell’ ombra lunga
di tramonto
o
d’alba

accendilo
accendilo
il
fuoco

dopo
elezioni
fantocci
ridono
gli uni
degli altri

temono
non mi hanno
riconosciuto
pensano
ma hanno votato
è quello che conta
prendere

pericolo
pericolo
per tutti
anche per loro
chi vince
chi perde

credono
credono

la barca
è la stessa
oppure
non c’è
e svanirà

certo
diluvio
prima o poi
ancora

tremenda
catastrofe
non
di vendetta
 
ma
di caotica
giustizia
come
prima


accendilo
accendilo
o spegnilo
fuoco
sacro

non dipende
da noi

piuttosto
noi

inconsapevoli
gli apparteniamo
senza

saperlo
ora


tappeto volante
rosso
color
sangue
luminoso
sarà
dopo il diluvio
come un mistero
indiviso ritorno

senza arca saremo
questa volta?
non più 
due a due

ma soli

ricomincia
 daccapo
una storia
e
non è questa
no
di casa


amore mio
fiammeggiante,
come qualcosa
che azzurro
nella fiamma
sa di mare



(canzone –  k. & K.)


” Sei tornata ?… ”


© lab Harambèe – kaapi carla barnabei

Qui & Altrove, 2007 / 2008

s e n z a T i t o l o

(1.)

A questa domanda non so cosa rispondere, e sorrido.

Per rispondere di sì, avrei dovuto andare via, prima.
Anzi, non avrei dovuto, forse avrei voluto o potuto?
Per dovere ma piuttosto per piacere, un viaggio si fa o non si fa…

Le parole dicono poco, si sa. A volte nascondono, s’avvolgono intorno a ciò che non viene detto, alla fine, vi resta celato anche per sempre.

Non dire, fare finta di niente. Come se fosse vero.

Altre volte invece, le parole lasciano intravedere il non detto, quando si può intuire che ci stanno portando lontano da lì o da una altra parte…Dove ci portano?

Forse, ci porteranno davanti ad un inganno o ad un segreto. E c’è differenza, eccome.

La differenza è subito evidente, se si sente dì essere ingannati. Si è in trappola, anche se si urlano parole di risposta o altre domande. Oppure, come è pesante il silenzio.

Al contrario quando ci si sente davanti ad un segreto, allora si resta stupiti e senza parole.

Un segreto ammutolisce. nasconde un altro segreto, quello che immadiatamente nasce nel rispetto di chi ascolta.

In fondo, un segreto si può capire o svelare…?

A volte sì, solo in parte comunque . Come insegnano le fiabe, i segreti sanno trasformarsi sempre.

Se no che segreti sarebbero?


© lab Harambèe – kaapi carla barnabei

Qui & Altrove, 2007 / 2008

s e n z a T i t o l o

(2.)

Rispettare un segreto ti fa sentir parte di ciò che nel profondo vibra dentro di te,
E’ una accettazione di non sapere. E di esserci, anche per questo…


Grazie… 🙂