A n z i

R e d u c i
d e c i d u i

Ho sempre sognato la rivoluzione e l’amore…

Anzi, una rivoluzione d’amore

Da quando  più non sogno perchè non so distinguere ormai  lo stare al di quà o al di là del sogno.
(quale realtà mi domando fra tutte quelle im-possibili), mi rivoluziono  continuamente all’amore come una pianta che non si muove, cresce e decrescae, amorosamente vive la sua appartenza, non pretende, non attende sta lì, al vento.

Come è nata muore, continuamente, semplicemente.  Dopo aver visto, in sè,   nascere gemme trasformate  e morire foglie fiori e frutti , caduti, colti, marciti, mangiati.
Trasformazione!. Riconoscente al seme che l’ha generato, l’Albero, sta lì. in sè,  a quanto di  riconoscibile ed ineffabile lo fa vivere e morire, sempre un poco. Fino a quando le radici stanno nella terra, fino al movimento che soffi vial’ultima foglia. Allora .la terra nuda e sola, coglierà di nuovo ogni memoria e rigenererà.

E  se non dovesse succedere… ?  Sostituire a terra la parola  niente, che parola non è, pur essendolo, non ne ha la discriminazione. Pure la terra del resto è una parola e , comunque va oltre la definizione, il visibile.  Scava nella memoria. Tua, mia, nostra e di nessuno. Oltre la memoria, resta nel non dire, senza nominare, scivola,  sconfina.

Una sensazione di resa e di pace.
Rivoluzione.

( continua )


M u r i    e   P o n t i

1.
 
Ho praticato le immagini, all’interno/esterno, per tutta la ia vita. Al lavoro e non. Di giorno e di notte le ho incontrate, le ho accolte, disegnate, mi son fatta da loro attraversare. Ho persino sfiorato l’invasione e non so se sono io ad essere stata occupata (invasa?) dalle immagini o viceversa.


2.

Un po’ di riposo, alle immagini, che si sciolgano, si trasformino, altrove. Un po’ di riposo da/a me …
Attraverso il ghiaccio dello specchio, appannato, ciò che s’intravede non si spiega. Si svelerà ?



3.

Ho sempre preferito lo spazio alle cose. Ma non lo sapevo. Ho accumulato ed ora cerco di disperdere. Mi lascio portare via. E’ il vento?
Resto, qui o  non so dove. Sento  tutte le voci che mi hanno toccato, dentro. E non trattengo più, scoprendo che in questo modo non si è più soli. C’è il vento, e che vento.  Anche quando fuori tutto sembra calmo, che ci sia aria di tempesta ?

Eppure, un sospiro,sfiora come una carezza le foglie appena nate, verdissime di giallo e blu.  Improvvisamente gli alberi  si sono vestiti  di leggerezza.  Grazie.  🙂


!. 2.  3. 
Muri e Ponti

 
© lab Harambèe/Kaapi Carla Barnabei, Venezia  & Altrove
 Gennaio 2006 /  Marzo 2009


( c o n t i n u a )