A ciascuno il suo


C’è vento.


Soffia. Tocca. Mare d’aria.
Un respiro da riconoscere. Il primo, il secondo il terzo. E poi, ancora dentro e fuori. Quale respiro, il mio, il tuo, il suo.

Invece, unico respiro dell’esistenza universale.

Non contare, non distinguere più. Non è una catena…

La pelle lo sa.

© lab Harambèe – Milano & Altrove, 21 Aprile 2007

*1.

Vento bambino, nasce senza pensieri. Immediato eppure antico, bagliore negli occhi infantili. Splendore di tesori nascosti nella terra.

Non dimenticare. Non fermarti al luccichio… Cerca il tesoro.

Vento adolescente, spazza via e cerca una strada. Congeda le vecchie foglie dal ramo. Prima, un inaspettato soffio le porta in alto verso il cielo . Poi, giù a terra, si poseranno, quiete.

Intanto, le giovani foglie sul ramo imparano verdi diversi. Qual’è sarà?


© lab Harambèe – Milano & Altrove, 21 Aprile 2007

**2.

Vento senza età, impetuoso scompiglia correntii incanalate, travolge ogni confine. Trascina.

Non opporti, segui il flusso. Rischiando d’annegare, navigherai!

Dopo la tempesta, il riposo. Fino alla prossima folata di vento. Non dimticarla mai, dentro di te.

La pelle, lo sa.

*1. s t r a d e

**2. b a m b i n e

P a s s i


© lab Harambèe – Milano & Altrove, 2 Aprile 2007

U n o
D u e

Ecco, le immagini di un percorso, fra occhi e asfalto, <br<oltre il muro…

“Psss…. psss…Adesso, vuoi scrivere, tu…?”

🙂


© lab Harambèe – Milano & Altrove, 3 Aprile 2007

D u e
U n o

( 1, 2 – continua )

c l i c k

Sainhko N.


canta la stessa canzone Tuvina che stai ascoltando nella versione degli Huun Huur Tu

(sotto il piccolo schermo di Y. T. cliccate a destra per ingrandirlo…)


S T O P

(di nuovo…)


© lab Harambèe – Milano & Altrove, 19 Febbraio 2007

c o r i a n d o l o

Il blog chiude per una pausa, causa sintomi di collasso, asfissia, indigestione e forse pure congelamento.

Terapia preventiva e, se occorerà, d’urto (senza scontro…).

Invece, Boscoparlante non sarà chiuso ma aperto… sempre.

Buona Primavera… 🙂

kaapi


S T O P

(di nuovo…)


© lab Harambèe – Milano & Altrove, 19 Febbraio 2007

c o r i a n d o l o

Il blog chiude per una pausa, causa sintomi di collasso, asfissia, indigestione e forse pure congelamento.

Terapia preventiva e, se occorerà, d’urto (senza scontro…).

Invece, Boscoparlante non sarà chiuso ma aperto… sempre.

Buona Primavera… 🙂

kaapi


Oooh …!


Cos’è…? Da dove viene…? Cosa gli hanno fatto…?

Oddio, quante domande…

“Dai, scrivi una storia… per me…!” dico.


Ed ecco, sto qui. Aspetto.


Arriva una storia e s’interrompe. Se vuoi, continua tu…grazie !


P.S. lunedì 5. 2. 07:

se vuoi continuare la storia scrivi nei commenti, li pubblicherò in questo post… :-
)


Parte I


Dalla pioggia alla neve, in un attimo. Dalle gocce fini… stelle ghiacciate, lievi. S’infittiscono questi fiocchi, diventono pungenti sul viso.

Abbasso il cappuccio del mantello sul viso,lo stringo al collo col il fermaglio a forma di foglia. Toccandolo, non posso non ricordare.

Tu me lo avevi forgiato, nella piccola bottega, così simile ad una caverna d’orso, eppure ordinata e luminosa del fuoco alimentato soprattutto da legna di castagno .

Dicevi che arde di più i e ce ne sono tanti di questi alberi nel Bosco della Riva; se ne trova tanta di legna per terra e non bisogna mai abbatterne nessuno.

Nella spilla il segno curvo come un sentiero mi porta anche adesso da te, col pensiero. Nonostante tutto.
Separazione e mistero.

Sorrido mentre accarezzo l’incavo ed il retro della forma leggermente asimmetrica, quasi come un cuore.

Il cappuccio s’è imbiancato. Rabbrividisco.
Continuo a camminare. Forse, seguo un segnale, non ha nome. Dove sto andando…?


harambee


Parte II


La via non finisce e la nebbia la rende confusa. Le tue parole mai moriranno, le porto con me fino al totem piantato per terra oltre gli alberi bianchi. Il vento prende a soffiare, una lince mi guarda spaventata e scappa. Faccio in tempo a entrargli dentro. Corro, sono lince, ho il suo odore, faccio in fretta, raggiungo il totem.
Abbandono il corpo della lince. La lascio andare. Questa mi guarda confusa, mansueta. Va via. Il totem è alto un paio di metri, è la tua tomba.

Qui, nei pressi dello stagno sei stato ucciso. Qui aspetti di rinascere. Qui le mie preghiere.

Cenresig


( c o n t i n u a )

racconto ed immagini di Mauro Corona

“Storie del bosco antico” – 2005

Da oggi Boscoparlante ci porterà in dono storie

di Mauro Corona e altre…da leggere e magari

da raccontare ad altri, di nuovo.

Del resto, questa è la vita di tutte le storie, continuare.

Ritornare. Cambiare, forse.

Fra poco ci sarà la pausa di chiusura dell’anno

se non per tutti, per molti… Passaggi. Festività…?!

Ci sarà spazio per racconar(ci).

In noi. Fra noi.

Grazie per l’ascolto … cioè per tutto.
🙂

E, comincio a farvi gli auguri… presto?

Un abbraccio

kaapi

P.S. mi scuso per la scadente definizione delle immagini,cercherò di provvedere appena possibile

( c o n t i n u a )


Senza titolo

Copyright © 2006 James Oligney photography

“Ci sono segni che indicano una strada, anzi la insegnano.

Come trovarla. Come perderla.

Come di nuovo riconoscerla. Perchè cambia, si trasforma.

Così può apparire (o scomparire)… ”

Chissà cosa pensi. Se pensi.
Chissà cosa guardi, se guardi.

Certamente vedi.
Dietro al tuo sorriso capovolto.
<br<<br<
Certamente senti la voce dei segni che su di te sono strade…

Trasmetti, tu.

Come voci di radici che parlano al cielo sopra di loro

(senza averlo visto mai).



Copyright © 2005 lab Harambèe – Roma & Altrove, Inverno 2004

s o t t o t e r r a

( b a r c a )


contro la pena di morte

c l i k 1.

c l i k 2.

c l i k 3.

Mercoledì 8 Novembre 2006


La canzone cantava così:



…è stata una vertigine

tenerti stretta al cuor

or ti dirò baciandoti

scusami, scusami ancor…

E subito, nel sentirla, il bambino pianse.
Piangeva senza tristezza o dolore. Piangeva, in così tenera età, di nostalgia e abbandono. Dolcemenete piangeva come un vecchio randagio davanti ad una finestra con dentro la luce blu della televisione accesa, come una madre che preme le mani sul ventre afflosciato nel giorno del suo primo parto.
Piangeva in perfetto silenzio, senza disturbare nesuno e senza neppure smettere di succhiare la sua caramella. Piangeva lacrime che non sgorgavano.


Il bambino era stato visitato dall’amore.


Maurizio Maggiani – “E’ stata una vertigine”


* * * * *

L’abbinamento fra l’agguato della pena di morte e la citazione di Maurizio Maggiani forse è azzardato o improrio.

Arrivata all’improvviso, questa immagine sfumata eppure così vivida, si è fermata qui.


Come nel palmo delle mani aperte a nido,

un sorriso ed una goccia di pioggia.

🙂

kaapi