d e c i d u i
Ho sempre sognato la rivoluzione e l’amore…
Anzi, una rivoluzione d’amore
Da quando più non sogno perchè non so distinguere ormai lo stare al di quà o al di là del sogno.
(quale realtà mi domando fra tutte quelle im-possibili), mi rivoluziono continuamente all’amore come una pianta che non si muove, cresce e decrescae, amorosamente vive la sua appartenza, non pretende, non attende sta lì, al vento.
Come è nata muore, continuamente, semplicemente. Dopo aver visto, in sè, nascere gemme trasformate e morire foglie fiori e frutti , caduti, colti, marciti, mangiati.
Trasformazione!. Riconoscente al seme che l’ha generato, l’Albero, sta lì. in sè, a quanto di riconoscibile ed ineffabile lo fa vivere e morire, sempre un poco. Fino a quando le radici stanno nella terra, fino al movimento che soffi vial’ultima foglia. Allora .la terra nuda e sola, coglierà di nuovo ogni memoria e rigenererà.
E se non dovesse succedere… ? Sostituire a terra la parola niente, che parola non è, pur essendolo, non ne ha la discriminazione. Pure la terra del resto è una parola e , comunque va oltre la definizione, il visibile. Scava nella memoria. Tua, mia, nostra e di nessuno. Oltre la memoria, resta nel non dire, senza nominare, scivola, sconfina.
Una sensazione di resa e di pace.
Rivoluzione.

( continua )




