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Et Voilà!

 



1.



Le parole hanno un segreto. Portano una maschera ,a volte sottileq, uasi invisibile, altre volte spessa, appariscente e accondiscendente. Dietro ,il segreto sta appartato, nascosto, sotto sotto e persino sopra.

 Attende, forse. Attende di essere scoperto?  O invece, non chiede d’essere  conquistato, ma piuttosto rispettato per quello che è_. Cioè, solo fino ad un certo punto si rivelerà. E questo limite “sono io”. E, l’io.

2.

Camminò a lungo. Aveva cominciato a camminare da giovane. O almeno, così gli era sembrato. la luce, l’oscurità, l’umidità dopo l’aridità di un deserto sconfinato. L’umidità di un lago, di una pozzanghera e di una lacrima. Una dopo l’altra, ogni lacrima lo avvicinava all’oceano. Adesso, giovane non è più. Invece ha perso ogni conto e gli anni lo ricompensano, di un abbraccio oltre confine, infinito. Pieno di Niente, così lieve.

 

 

3.



Amore mio e tuo,indiviso, quando, quando?
In nessun luogo. Qui ora, amore, in te, ora. lI paesaggio dell’amore non ha confini, eppure può stare tutto nella mappa  di linee di una mano, la tua, la nostra o quell’altra mano e quell’altra ancora.

 

 

 

4.

 

Sì, ‘Altro. Esule. Naufrago. Pirata. Nomade.

in una casa con le ruote, ed anche senza. Tutto in una stanza, tutto in una scatola. Tutto e niente,

 

 

 

 

5.

 


Una vita per accumulare ed un ‘altra per rilasciare. E, mai finirò di ringraziare, che ora queste vite si stiano riunendo, Qui, in uno spazio piccolo ed infinito, fra una lacrima ed un sorriso.
Mi perdono l’illusione, la colpa, il desiderio e ….


Grazie.

🙂

 

 

 


 

6.

lab Harambée – Kaapi carla barnabei

Milano & Altrove, Aprile/Giugno 2010



O r a n t e

work in progress (soft sculpture and shamanic journey)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(18 –  c o n t i n u a )

 

 



F o r s e

 

A volte, non mi sembra di vivere a Milano.

Sveglia alle sei, spontaneamnete senza sveglia.
Cinguettii alla finestra,ed alla porta finestra, pure… I
Intraviste zampette vicino ai vasi di fiori (la tenda della porta finetra è plissettata ed a ogni lavaggio s’accorcia e si vede in basso la “ringhiera” (balcone condiviso da vari appartamenti,tre, tipico di alcune vecchie casa popolari milanesi).

Sù dal letto. Finestra socchiusa. I cinquettii continuano.
Caffè a cucchiaini, sopra all’acqua nella caffettiera piccola.
Le Violette han tutte il capo reclinato. Le annaffio. Che profumo.
 Faccio una foto?

Dicono. La mente: cosa serve fotografare? 
Il cuore: non nutrire la disillusione di negazione, nè di buonismo. Consapevolezza, poesia e vento…?

Musica di….Indovinato?!
Radio accesa (in cucina).Doppio ascolto.
Parlano sd’immigrazione. Italiani razzisti e fascisti. Non tutti, però (s p e r è m ).
Dicono:”.Non controllare l’altro, non voler cambiarlo affinchè sia simile a noi”.
Dico: Dimentihiamo? leggi q u i  e   q u i  (grazie 20selvaggi).Ricordare non è un’azione di memoria solo storica o mentale, senza cuore e consapevolezza c’è memoria? L’esiliato, il naufrago, abita anche e sempre dentro di noi…).

Giornata di lavoro (qui, a casa).
Scritto al volo. Mancano. foto, citazioni, musica speciale (domani è il compleanno di Bob(by), eh!).

(24 – continua)