C o n t a
© lab Harambèe – Milano & Altrove, 7 Aprile 2007
D o v e
Lei, lo sapeva da tempo, sarebbe arrivato, prima o poi. Ogni sera, prima di andare a dormire, attendeva il buio. Accendeva un lumino sul comodino. Aspettava di spegnerlo, temendo sarebbe arrivato. Chissà cosa sarebbe accaduto.
Sarebbe riuscita ancora a respirare, a vivere?
Dopo, s’addormentava con la luce accesa. Vista da fuori attraverso i vetri della finestra, era una luce piccola piccola, proprio come quella di una lucciola in volo nell’oscurità.
Nel letto, sotto le coperte spesse e colorate si intravedevano capelli biondi e nient’altro. Scompariva lei, in quel mare di colori. E sognava. L’attesa della veglia si trasformava, era in viaggio, sola. Camminava e camminava fino ad un prato. Ogni notte, la stessa distesa verde, come il mare.
Lì, continuava ad aspettare chi o cosa temeva arrivasse, poi o prima. Temeva ma aspettava. Come un incantesimo confonde pena e rimedio, sperava non di notte accadeva . . . Un abbraccio luminoso si muoveva, silenzioso.
Dalla finestra, qualcuno aveva visto il luccichio di un sorriso sospeso fra pavimento e soffitto. Altre volte, era sembrato un sentiero come un’onda di nubi.
Quanti naviganti s/conosciuti, nello stesso mare…
(dedicato ad
Artemidoro ed alla Farfalla)
