e
s e n z a

La Salle, al Mulinetto, Dicembre 2008
(senza parole o quasi… per ora)

La Salle, al Mulinetto, Dicembre 2008 s e n z a N e v e
( continua – 1)

(senza parole o quasi… per ora)

( continua – 1)

1.
Sento un ronzio, S’avvicina un disturbo.
Non temere, non è un’intrusione. E’ un volo.
Per volare bisogna fare un salto.
Saltare dove?
Forse dentro di sè.
Sopra un precipizio:ù
E l’Ape si trasforma in Tigre. o viceversa …

2.
1. – 2.
Yellow Majestic Tiger Children’s Hat
with Double Happiness embroidered on the nose
Shanxi Province
"La paura non protegge dal pericolo della caduta"
(4 – continua)
Nessuna parola

s e n z a t i t o l o
Eppure, eppure, eppure ...
Dopo questi risultati elettorali, ho bisogno
di stare lontano dalle parole.
Non mi riferisco a chi ha vinto o perso. Piuttosto, mi chiedo che paese sia questo.Non cerco etichette. Cerco una verità dietro ai risultati.
Non quella che ci fanno crederee neanche quella alla qualòe vorrei credere
Si’, cerco, sotto all’idea che ci si possa fare i cazzi propri alla faccia degli altri Cerco sotto alla certezza che il proprio comodo possa cancellare il disagio,la soffrerenza , l’emigrazione ed altri antichi insopprimibili movimenti del pianeta.
Come se la nostra vita vera possa dipendere da una scorciatoia, dalla salvezza a buon mercato…magari senza pagare le tasse,comperando l’ultimo medello di telefonino o con un viaggetto di una settimana alle maldive.
Per non sentire parlare di guerra permanente, della catastrofe in corso senza confini, basta cambiare canale?
Dopo questi risultati elettorali, ho bisogno
di stare lontano dalle parole.
Non mi riferisco a chi ha vinto o perso. Piuttosto, mi chiedo che paese sia questo.Non cerco etichette. Cerco una verità dietro ai risultati.
Non quella che ci fanno crederee neanche quella alla qualòe vorrei credere
Si’, cerco, sotto all’idea che ci si possa fare i cazzi propri alla faccia degli altri Cerco sotto alla certezza che il proprio comodo possa cancellare il disagio,la soffrerenza , l’emigrazione ed altri antichi insopprimibili movimenti del pianeta.
Come se la nostra vita vera possa dipendere da una scorciatoia, dalla salvezza a buon mercato…magari senza pagare le tasse,comperando l’ultimo medello di telefonino o con un viaggetto di una settimana alle maldive.
Per non sentire parlare di guerra permanente, della catastrofe in corso senza confini, basta cambiare canale?
“Che cos’è …?”
Ken Hyder – Adyg Eeren
Mi sto domandando cos’è. Cosa succede.
Me lo sto domandando ed intanto vivo. Ci vivo, dentro. Non ho nessuna risposta. Dopo un attimo, ciò che mi sembra possa essere, cambia. Cambia continuamente qualcosa e qualcos’altro invece resta, imperturbabile.
Non so come, nè dove.
Vivo in un andare e venire. Ci resto. Fino a quando si mescola il movimento di andata e ritorno. Il canto del viaggio, nomade o stanziale, si sente appena. Occorre silenzio per sentirlo.
Eppure, se non lo confondo con il lamento, se non lo classifico, lo sentirò bene, è gioioso…
Gioia d’altri colori, d’altri suoni. Nuova di sguardo e senza ricordi, possibile?
🙂

© lab Harambèe – kaapi carla barnabei
Qui & Altrove, 2007 / 2008
s c a m b i o
(1.)
N o m a d e
© lab Harambèe – kaapi carla barnabei
Qui & Altrove, Agosto ’07
v a
Aver il viaggio dentro come un ospite che arriva e ripartirà. Un racconto vivente scorre fra arrivo e partenza indistinti,ora. Presente, quando sono qui, resto o viaggio?
E quando partirò, dove sarò rispetto a me adesso, nella partenza e nel ritorno ?
In un frattempo labile, dolce ed arso di solitudine e di compagnia. Assenza e mancanza si trasformano tra loro, forse. Ed io, capovolta. Tornare e ritornare, dove?
Dove è un luogo sempre diverso. Ed uguale, nell’essere qui e altrove. Altrove imperscrutabile se accetto, nel mio sguardo, guardare senza sapere, senza classificare cosa, quanto e perchè…
Libera solitudine, libera compagnia, indivise.
Nomade, sì.
© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Altrove & Qui, Settembre ’07
c a p o v o l t a
Pietre per le mie tasche
Seppellite le madri una dopo l’altra
ci lasciamo trasportare dalla corrente
le buone e le cattive ragazze.
Nessuno più ci chiederà,
quando torni a casa?
Tutte le valigie si svuotano e ci lasciano.
Dopo le prime ore di dolore in caduta libera
diventeremo sirene o sibille senza età, intoccabili.
Un’amica dipinge le mani di sua madre
su stoffa, vetro, carta.
Una cattura con le parole un certo nitore degli occhi
un certo chiuso dolore.
Una fa volteggiare i suoi piccoli in un vortice di petali dipinti
nell’autunno della loro nonna.
Io raccolgo le tue storie,
pietre per le mie tasche
per ancorarmi a terra
quando la radice cede.
Karen Press
traduzione di Paola Splendore
in
“Lo Straniero” n° 4- Giugno 2007


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Qui & Altrove, Giugno 2007
1. e 2.
Questa poesia mi fa piangere. Come una pioggia leggera a primavera.
Le tracce sbiadiscono ma restano segni invisibili solo agli occhi.
Ci sono segni che trasformano, parole che stordiscono la paura
ed incoraggiano la nuda verità…?

© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Milano & Altrove, Giugno 2007
a u l a 2 2 3
Pietre per le mie tasche
Seppellite le madri una dopo l’altra
ci lasciamo trasportare dalla corrente
le buone e le cattive ragazze.
Nessuno più ci chiederà,
quando torni a casa?
Tutte le valigie si svuotano e ci lasciano.
Dopo le prime ore di dolore in caduta libera
diventeremo sirene o sibille senza età, intoccabili.
Un’amica dipinge le mani di sua madre
su stoffa, vetro, carta.
Una cattura con le parole un certo nitore degli occhi
un certo chiuso dolore.
Una fa volteggiare i suoi piccoli in un vortice di petali dipinti
nell’autunno della loro nonna.
Io raccolgo le tue storie,
pietre per le mie tasche
per ancorarmi a terra
quando la radice cede.
Karen Press
traduzione di Paola Splendore
in
“Lo Straniero” n° 4- Giugno 2007


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Qui & Altrove, Giugno 2007
1. e 2.
Questa poesia mi fa piangere. Come una pioggia leggera a primavera.
Le tracce sbiadiscono ma restano segni invisibili solo agli occhi.
Ci sono segni che trasformano, parole che stordiscono la paura
ed incoraggiano la nuda verità…?

© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Milano & Altrove, Giugno 2007
a u l a 2 2 3
S e n z a
s f o r z o

© lab Harambèe – Milano & Altrove, 30 Maggio 2007
s e g n i c i e l o
<font face="Courier New" color="#727972" size=3
Tada oreba
Oru tote yuki no
Furi ni keri

<font face="Courier New" color="#727972" size=3
C’ero soltanto.
C’ero.
Intorno
mi cadeva la neve.
<font face="Courier New" color="#727972" size=2
Kobayashi Issa (1783.1828)
<font face="Courier New" color="#727972" size=1
A volte, bisogna stare proprio fermi, in silenzio. Non c’è proprio niente da fare.
Per non scappare via, stare qui.
Qualcosa intanto scorre, e va…
🙂