Orizzonti e Cappelli

lab Harambeè – Milano & Altrove, qualche Inverno fa (2006)

m a s k
a n d
a n o n y m u s


Ho appena letto i commenti  di Arturo e Shola al post precedente, sono commossa.
Mi chiedo cosa so io, di loro?  Non so rispondere se non in modo alquanto relativo, so di  quando li ho o non li visti, incontri accaduti e mancati. Ricordo e ricordi.

Oddio, mi rendo conto, anche con l’aiuto di un bel bicchiere,  una misura di vetro spesso a calice, di Vermentino, che  prossimità e lontananza possano essere occasione di consapevolezza.
Una consapevolezza bambina o almeno giovane, che alza la testa e ti guarda diritto negli occhi per un momento, e poi di sbieco, come fanno i giovani, mi pare.
Così in quello spazio esile, fra dritto e obliquo, io sento una pausa….. E’ sufficiente a far arrivare una domanda:
                           “Chi sono?” 

E, finalmente ora, dopo tanti anni,  avverto nella domanda una continuità, un’ombra felice, esplosiva:

                           ”Chi sono loro, chi sono io?”  Gli altri. Noi,

Mi rendo conto di poter soltanto rispondere alla seconda, ascoltandomi. Chi sono, ora?

Mio padre ricoverato per la ribilitazione, ed io  qui, fuori, a riabilitarmi anche io.
Accidenti,  ogni mappa individuale di percorso è intrecciata a quella degli altri,? Lo sento.
Ci vuole spazio per accorgersene. E, del tempo.
Spazio e tempo necessari Sì, illusorie distanze forse,(“le distanze  non esistono” – mi hanno detto), in quell’abbraccio al quale , più o meno consapevolmente, i. questa vita tendiamo e non si saper in quante altre.

Tornando ai commenti, che dire.
Non sapere insieme e comunicarcelo nella maniera che viene. Oppure saperlo bene e crederlo.
Se non altro, sappiamo di essere in ascolto anche se non ci sentiamo fra noi secondo desideri o aspettative.
Ah,  anche quelli sono una trappola, ci dicono:  No,  no, non ha risposto, e allora… Oppure: Sì’, ha risposto e allora

Ma la nostra storia, fra noi, non è in una risposta di qualcun altro. E neanche, forse, è quello che sappiamo accadere.

L’orizzonte, non c’è. Oltre e oltre. lo sappiamo e non lo sappiamo, soprattutto, no?

Che bel cappello!”
Vedi un  cappello, Tu. Che testa potrebbe essere o non esserci, lì sotto?
Più  giù il cuore. Tum… tum… tum.   Batte come un  tamburo.  La senti, da lì, la musica?

La voce di Bobby dice, non  sono qui. E dove sei allora?
Dove sono, chi sono? Eh, già: un passo dopo l’altro, cibo da cucinare e digerire, piatti da lavare, abiti da ripiegare, spazzatura da portare giù. Appuntamenti.
Ed un giardino da coltivare, in silenzio. Che profumo.

 

La commozione è una via che non chiede e non risponde, piuttosto tace.

Grazie.


☺ kaapi carla

 

Cuscino, Ringhiera ed Abbracci



©lab Harambèe. carla kaapi barnabei
 Milano, vicino alla Stecca & Altrove, Estate 2007

d u e

"Bambina mia, questa è ____________________________________________
   
conservala in tasca e quando ____________________________________    
  
ricordati di ______________________________________________________


Ora va, ci dobbiamo lasciare. Non mi troverai più qui, così.
Ma non ti preoccupare ci sarò.
Ti sarò vicino, forse come mai sono stata.
Non ci sarà più nessuno ostacolo, se vorrai ricordare. 
Sorridi, Amore mio.
Apri la porta adagio e non voltarti indietro.
Guarda dentro di te prima e dopo davanti ed intorno a te. Senti.
Se non vedi niente sei sulla via.
Se non senti niente metti una mano in tasca e ascolta , "




©lab Harambèe. carla kaapi barnabei
 Milano, vicino alla Stecca & Altrove, Estate 2008

d u e

 

Quanto tempo è passato  e quanto non è Passato..?  
C’era una volta e non c’era …

Il cuscino sul quale hai espirato per l’ultima volta in questa vita, la ringhiera alla quale mi sostenevo e che ho lasciato per correre da te e camminare per la prima volta da sola. Quell’abbraccio quanto è durato?
 
Un abbraccio così profondamente avvolgente da non distinguere più il confine fra te e me. Quell’abbraccio non è mancato sul cuscino, nè davanti alla bara scura,  senza fine.  Silenzio, svanite  lacrime e svaniti sorrisi.
 in un cristallo tra le tue mani ricomposte, un mazzolino di violette di un’amica. Quarzo, fiori, legno, terra  e sei andata via. Quell’abbraccio solo allora si è rivelato per quello che era: meravigliosa tana e irriconoscibile prigione. In te le mie fughe da te , nei ritorni e nelle rinnovate fughe, sempre.

Quanto tempo , per riconoscere nelle distanza e nelle prossimità che un abbraccio è vivo e cambia. Può cambiare, non trattenere, non stritolare.
Ed il vento che con gli anni di tanti abbracci trovati, perduti e mancati ora sento mi dà un respiro. Un grande soffio di gratitudine. Dalla tua mancanza profonda da svenire, da farmi inconsciamente scegliere allora se morire o con te  a te vicino, o vivere.

Quelle gocce di pioggia, ancora le vedo,  sul filo davanti alla portafinestra come gemme di primavera mi hanno fatto rispondere, sì. Era estate, allora io sono partita, senza neanche saperlo, per un viaggio interiore fra brividi ed accecante fuoco. Una febbrile ed agghiacciante sosta sul confine temuto. Vicino o lontano da te?

Ed ora, quest’abbraccio così lieve, il tuo ed il mio, cambia di nuovo.
Papà, ora forse davanti al suo confine,  non mi abbraccia ed io non riesco ad abbracciarlo.
 Ci sono momenti in cui dimentico, chiedo di essere riconosciuta, mi arrabbio. Poi,s’incrina la voce, mi commuovo della mia stessa rabbia e della sua,  Ecco, sento il nostro abbraccio e mi aiuter&agrave. Cerco in tasca e trovo un vuoto, come un nido. Sei lì.
Mi sembra di sentire quanto ti sia mancato qualcosa, di suo e di mio, che non era tuo.
Tu, lui ed io. Lui e te. Te, io
Lui ed io. Io. Te. Lui. Noi. Separati ed insieme, liberi…?

Nella Fiaba la Madre che non sei tu, dice a Vassilissa, che non sono io, "Io sono, tu sei." inoltre,le dice:"Io sono te te e tu sei me perchè noi due apparteniamo ad un disegno di vita & di morte che ci riconosce nella separazione  e nella continuità…."

C’era una volta e non c’era.  
Ci sono spazi che non possono essere riempiti.
Liberi.


Ringrazio di cuore

Clara P. – Claudia C. – Giulia c:- Giulia S. – Simone M.- Anita R- Viola D.L.(cl.5^ i) e Silvia S. – Claudia F. – Alice G. – Silvia G. (cl.5^ L)
per avermi fatto ricordare, con le loro tesine in tema
 per gli esami di maturità appena conclusi ….
E ringrazio anche tutti gli altri "miei" studenti, nessun escluso…

🙂
kc

( c o n t i n u a )



“Che cos’è …?”


Ken Hyder – Adyg Eeren

Mi sto domandando cos’è. Cosa succede.

Me lo sto domandando ed intanto vivo. Ci vivo, dentro. Non ho nessuna risposta. Dopo un attimo, ciò che mi sembra possa essere, cambia. Cambia continuamente qualcosa e qualcos’altro invece resta, imperturbabile.

Non so come, nè dove.

Vivo in un andare e venire. Ci resto. Fino a quando si mescola il movimento di andata e ritorno. Il canto del viaggio, nomade o stanziale, si sente appena. Occorre silenzio per sentirlo.

Eppure, se non lo confondo con il lamento, se non lo classifico, lo sentirò bene, è gioioso…

Gioia d’altri colori, d’altri suoni. Nuova di sguardo e senza ricordi, possibile?

🙂


© lab Harambèe – kaapi carla barnabei

Qui & Altrove, 2007 / 2008

s c a m b i o

(1.)


” Sei tornata ?… ”


© lab Harambèe – kaapi carla barnabei

Qui & Altrove, 2007 / 2008

s e n z a T i t o l o

(1.)

A questa domanda non so cosa rispondere, e sorrido.

Per rispondere di sì, avrei dovuto andare via, prima.
Anzi, non avrei dovuto, forse avrei voluto o potuto?
Per dovere ma piuttosto per piacere, un viaggio si fa o non si fa…

Le parole dicono poco, si sa. A volte nascondono, s’avvolgono intorno a ciò che non viene detto, alla fine, vi resta celato anche per sempre.

Non dire, fare finta di niente. Come se fosse vero.

Altre volte invece, le parole lasciano intravedere il non detto, quando si può intuire che ci stanno portando lontano da lì o da una altra parte…Dove ci portano?

Forse, ci porteranno davanti ad un inganno o ad un segreto. E c’è differenza, eccome.

La differenza è subito evidente, se si sente dì essere ingannati. Si è in trappola, anche se si urlano parole di risposta o altre domande. Oppure, come è pesante il silenzio.

Al contrario quando ci si sente davanti ad un segreto, allora si resta stupiti e senza parole.

Un segreto ammutolisce. nasconde un altro segreto, quello che immadiatamente nasce nel rispetto di chi ascolta.

In fondo, un segreto si può capire o svelare…?

A volte sì, solo in parte comunque . Come insegnano le fiabe, i segreti sanno trasformarsi sempre.

Se no che segreti sarebbero?


© lab Harambèe – kaapi carla barnabei

Qui & Altrove, 2007 / 2008

s e n z a T i t o l o

(2.)

Rispettare un segreto ti fa sentir parte di ciò che nel profondo vibra dentro di te,
E’ una accettazione di non sapere. E di esserci, anche per questo…


Grazie… 🙂


V a d o

e

t o r n o


© Robbridges – watercolor painting

Mi affaccio attraverso di te, come se fossi una porta, sul mondo, l’altro. Come se si potesse distinguere da quello dove ero e da quello dove sono, ora.

“C’è sempre un altro mondo, dico,altrove. Ed è segreto, i bambini lo sanno. E chiedono:

“Come ti chiami…?”.

Loro sentono la risposta, la intendono per quella che è. Una risposta per quel momento, soltanto. Poi cambierà, sempre”. Dici.

Dici e non dici. Tanto che non servono più parole. Tutte dissolte.
Eppure questa malinconia, musica di piffero o di tamburo, forte,delicata , sommessa ed esplosiva.

“Non ti capisco, Cosa dici…? Dai, tu sogni,sogni… Dove cavolo sei?”

Sogno e son desta. Sul tram verso scuola, sul tram verso casa. Vado e torno.
Cucino, preparo, mangio, assaporo.

Digerisco, vado in bagno. Ritorno e vado. Pulisco, scrivo e leggo. Ripulisco. Andata e ritorno. Avevo fatto il letto, adesso vado sotto le coperte. Cosa succede nel mondo, guerra, guerra.

E dentro?

Ascolto. Mi ascolto, ti ascolto. Son desta e sogno. Sogno, sì.

Torno e vado. Ecco… (Il blog riapre).


© lab Harambèe – kaapi carla barnabei

Qui & Altrove, Novembre ’07

v a


N o m a d e


© lab Harambèe – kaapi carla barnabei

Qui & Altrove, Agosto ’07

v a

Aver il viaggio dentro come un ospite che arriva e ripartirà. Un racconto vivente scorre fra arrivo e partenza indistinti,ora. Presente, quando sono qui, resto o viaggio?

E quando partirò, dove sarò rispetto a me adesso, nella partenza e nel ritorno ?
In un frattempo labile, dolce ed arso di solitudine e di compagnia. Assenza e mancanza si trasformano tra loro, forse. Ed io, capovolta. Tornare e ritornare, dove?

Dove è un luogo sempre diverso. Ed uguale, nell’essere qui e altrove. Altrove imperscrutabile se accetto, nel mio sguardo, guardare senza sapere, senza classificare cosa, quanto e perchè…

Libera solitudine, libera compagnia, indivise.


Nomade, sì.


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei

Altrove & Qui, Settembre ’07

c a p o v o l t a

Nomade e stanziale


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Val di Mello & Altrove, Agosto ’07

s e i

Mi avvicino. Poi, mi avvicino ancora.

Da vicino non si vede niente…? Sì.
E allora mi avvicino come un’Ape
e faccio Zzzzzzzzz per avvisare il Fiore …!

La vita ti porta con sè con leggerezza, a volte.
Basta lasciarsi portare …Et voilà.


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Qui & Altrove, Agosto ’07

<

Vorrei anche scrivere degli auguri.
Tanti auguri a te di un giocoso viaggio di scoperta.
Compi gli anni oggi…!

La danza della distanza fra essere nomadi e stanziali, in bilico ti sia dolce come questa sera di vento.

Ascoltiamo! Da lontano e da vicino…che musica.

( continua)

Nomade e stanziale


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Val di Mello & Altrove, Agosto ’07

s e i

Mi avvicino. Poi, mi avvicino ancora.

Da vicino non si vede niente…? Sì.
E allora mi avvicino come un’Ape
e faccio Zzzzzzzzz per avvisare il Fiore …!

La vita ti porta con sè con leggerezza, a volte.
Basta lasciarsi portare …Et voilà.


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Qui & Altrove, Agosto ’07

<

Vorrei anche scrivere degli auguri.
Tanti auguri a te di un giocoso viaggio di scoperta.
Compi gli anni oggi…!

La danza della distanza fra essere nomadi e stanziali, in bilico ti sia dolce come questa sera di vento.

Ascoltiamo! Da lontano e da vicino…che musica.

( continua)