Ecco, sono qui…


© In The Light -limited edition print
Groundwork.  – South  Caroline


Non è poi così scomodo, se non guardo troppo.
Guardare in basso… Mmmm, meglio di no. Neanche  guardare indietro., però.
 Posso guardae avanti o chiudere gli occhi. e affidarmi al vento.   Pericolo ?

Attraversare, a nuoto o in volo. E’ possibile ?

Oh,  a volte  non si può fare altro.
Non c’è alternativa.

Magari lo si capisce dopo, quando si è detto di sì. Prima, ehi ehi, ti chiama la paura. Se, subito o dopo, la riconosci ti regala un incantesimo…


Surrender.


1.



2.
© lab Harambèe – Kaapi Carla Barnabei
Settembre 2008 – Milano, all’Isola come era prima…

R i f l e s s o
(Foto alla Foto)

( 3 – continua )



1.
C’è uno stupore che riscatta  l’incredulità, per quello che accade intorno e nel mondo, la riscatta.

E’ uno stupore bambino, s’incanta davanti ad una luce nella notte, anche se la luna non è più piena.

S’incanta semplicemente,  per la brezza del mattino d’autunno, per un suono che non si sa da dove venga, nella casa, come una vocina, un sussurro, sommesso. Si, lo sento sciogliersi pian piano nel silenzio.

Non si dimentica, non lascia perdere con indifferenza, eppure qualcosa s’arrende, ma non è nella direzione esterna,  in là, verso di lui, lei, noi, loro. E’ dentro. Impercettibile a volte, altre, come un uragano. Poi, cambia ancora…  😉

2.

3.
1.  2.  3.. – PETER FOLEY

( 1- c o n t i n u a )

© J h o n      A m a t o

 Il gigante e il mago

 Quando la messa è finita
quando si incaglia la vita
quando soffia a volte il vento

quando il lume sembra spento

si fa scuro tutto attorno

non c’è niente del gran giorno
puoi pregare di incontrare il gigante e il mago
Quando è finito il ballo
e non ci sono più parole
il telefono è staccato
quando
 il treno è già passato
quando non c’è più riscossa
quando il freddo è nelle ossa

solo alla puoi trovare il gigante e il mago
Se il cane ciuffo non ritorna
vede solo il tuo esemplare

e le caviglie non consegna
e non sai dove chiamare
e sei diventato grande in una volta in una stanza

e sei restato solo con il gigante e il mago

Quando sei un…

e la pazza giacca si è accorciata

e non ti puoi più liberare dai colpi di legno
 e di bastone
dai petardi sul groppone

se non c’è più dove andare
e non c’è più a chi ritornare
e la cicala ha già cantato

e l’inverno è già arrivato
non hai porte da bussare
solo cartoni da rifare
ti puoi consolare col gigante e il mago
e le lacrime raccolte dentro agli occhi son restate
e i nostri giorni in mezzo al cielo
fanno ricciolo lontano
e ti guardan nei cartoni
i tuoi anni
e il tuo amore

se no resti ad abbracciare il gigante e il mago

(1 – continua. . . .)

VINICIO  CAPOSSELA

dal disco di Vinicio "Da solo" che sta per uscire… ancora meraviglia…!!!!  Grazie.

 

Dove va a finire il Cielo …? © lab Harambèe – kaapi carla barnabei – Val di Mello   &  Altrove, Settembre 2008

Sono domande da bambino, le tue.
Spesso hanno una risposta mancata, mi danno stupore. Non so risponderti ,come davanti ad una immagine come questa, non saprei dire dove finisca il cielo o dove cominci. Se sia il blu a ritirarsi dal bianco, o  invece, se ne sia generato. Manca un pezzettino di cielo, oppure sono nuvole?
Non c’è nessuna parola che codificata come è, non abbia una sua libertà di non dire qualcosa, combinata con altre, di alludere al suo opposto.E tu, quando domandi o dici “Che bello!” hai sempre in tasca quel pezzettino di cielo (che manca, che è scappato via, che si regala).

🙂



Cuscino, Ringhiera ed Abbracci



©lab Harambèe. carla kaapi barnabei
 Milano, vicino alla Stecca & Altrove, Estate 2007

d u e

"Bambina mia, questa è ____________________________________________
   
conservala in tasca e quando ____________________________________    
  
ricordati di ______________________________________________________


Ora va, ci dobbiamo lasciare. Non mi troverai più qui, così.
Ma non ti preoccupare ci sarò.
Ti sarò vicino, forse come mai sono stata.
Non ci sarà più nessuno ostacolo, se vorrai ricordare. 
Sorridi, Amore mio.
Apri la porta adagio e non voltarti indietro.
Guarda dentro di te prima e dopo davanti ed intorno a te. Senti.
Se non vedi niente sei sulla via.
Se non senti niente metti una mano in tasca e ascolta , "




©lab Harambèe. carla kaapi barnabei
 Milano, vicino alla Stecca & Altrove, Estate 2008

d u e

 

Quanto tempo è passato  e quanto non è Passato..?  
C’era una volta e non c’era …

Il cuscino sul quale hai espirato per l’ultima volta in questa vita, la ringhiera alla quale mi sostenevo e che ho lasciato per correre da te e camminare per la prima volta da sola. Quell’abbraccio quanto è durato?
 
Un abbraccio così profondamente avvolgente da non distinguere più il confine fra te e me. Quell’abbraccio non è mancato sul cuscino, nè davanti alla bara scura,  senza fine.  Silenzio, svanite  lacrime e svaniti sorrisi.
 in un cristallo tra le tue mani ricomposte, un mazzolino di violette di un’amica. Quarzo, fiori, legno, terra  e sei andata via. Quell’abbraccio solo allora si è rivelato per quello che era: meravigliosa tana e irriconoscibile prigione. In te le mie fughe da te , nei ritorni e nelle rinnovate fughe, sempre.

Quanto tempo , per riconoscere nelle distanza e nelle prossimità che un abbraccio è vivo e cambia. Può cambiare, non trattenere, non stritolare.
Ed il vento che con gli anni di tanti abbracci trovati, perduti e mancati ora sento mi dà un respiro. Un grande soffio di gratitudine. Dalla tua mancanza profonda da svenire, da farmi inconsciamente scegliere allora se morire o con te  a te vicino, o vivere.

Quelle gocce di pioggia, ancora le vedo,  sul filo davanti alla portafinestra come gemme di primavera mi hanno fatto rispondere, sì. Era estate, allora io sono partita, senza neanche saperlo, per un viaggio interiore fra brividi ed accecante fuoco. Una febbrile ed agghiacciante sosta sul confine temuto. Vicino o lontano da te?

Ed ora, quest’abbraccio così lieve, il tuo ed il mio, cambia di nuovo.
Papà, ora forse davanti al suo confine,  non mi abbraccia ed io non riesco ad abbracciarlo.
 Ci sono momenti in cui dimentico, chiedo di essere riconosciuta, mi arrabbio. Poi,s’incrina la voce, mi commuovo della mia stessa rabbia e della sua,  Ecco, sento il nostro abbraccio e mi aiuter&agrave. Cerco in tasca e trovo un vuoto, come un nido. Sei lì.
Mi sembra di sentire quanto ti sia mancato qualcosa, di suo e di mio, che non era tuo.
Tu, lui ed io. Lui e te. Te, io
Lui ed io. Io. Te. Lui. Noi. Separati ed insieme, liberi…?

Nella Fiaba la Madre che non sei tu, dice a Vassilissa, che non sono io, "Io sono, tu sei." inoltre,le dice:"Io sono te te e tu sei me perchè noi due apparteniamo ad un disegno di vita & di morte che ci riconosce nella separazione  e nella continuità…."

C’era una volta e non c’era.  
Ci sono spazi che non possono essere riempiti.
Liberi.


Ringrazio di cuore

Clara P. – Claudia C. – Giulia c:- Giulia S. – Simone M.- Anita R- Viola D.L.(cl.5^ i) e Silvia S. – Claudia F. – Alice G. – Silvia G. (cl.5^ L)
per avermi fatto ricordare, con le loro tesine in tema
 per gli esami di maturità appena conclusi ….
E ringrazio anche tutti gli altri "miei" studenti, nessun escluso…

🙂
kc

( c o n t i n u a )


Angoli  & Spigoli

In un Angolo c’è una mappa di Mondi da decifrare. Tutto lo spazio fra Soli, Lune, Stelle, e Altro ancora.

La Luce e l’Ombra del Cielo e della Terra fra noi,lontani e vicini. nell’Angolo, in una Stanza, dietro Porte e FInestre, siamo noi.

Per Strada, nelle Piazze, oppure su Sentieri diversi che diano la Speranza o l’Illusione di una comune  e reciproca  appartenenza nell’essere stretti, isolati, selvaggi.

In un Angolo di Recinto, Casa, Stanza, Porta, Finestra, ed anche in una Stella disegnata,  nell’Occhio grande o piccolo, persino in un Sentiero, c’è uno Spigolo, almeno uno.

Quello spigolo  che tende la curva della quale è Inizio o Fine, quell’altro che invece si specchia in altri dirimpettai ortogonali. nei riquadri di Ingressi ed Uscite, stanno a ricordare,nel percorso  dentro, fuori e dovunque,un tratto o un momento in cui la Direzione dei Passi, dello stare fermi o dell’andare via o altrove,cambia direzione. A volte supera, a volte torna indietro, altre s’inabissa o vola via.

Dove stiamo andando?

Dove stiamo andando, veramente, intendendo lo Spazio ed il Tempo, oltre quel confine di Recinto, Stanza, Ingresso e Uscita, oltre  la misura del Tempo suddiviso nei Giorni.

Dove stiamo veramente andando, nel Tempo indefinito, in quel Momento che unisce e separa la nostra Vita quando comincia e quando finisce.

Dove stiamo andando, da soli ed insieme, nelle nostre Vite separate ed intrecciate. Chi comincia prima e chi dopo. E poi, quando finirà…?

E soprattutto, cosa stiamo facendo?

Cosa stiamo veramente facendo da soli ed insieme, per Noi stessi e per l’Altro vicino e lontano?

 

Anche oggi, insieme a Te che diventi sempe più sottile, silenzioso, rimpicciolisci fisicamente, e ti stai allontando da questa Vita, a poco a poco,  io mi avvicino piano piano. Vengo verso di Te. E cambio Direzione … 🙂

(Ma comincio a sentire che sto andando anche verso parti di me che non conosco proprio. o quasi …).  Grazie.

C l i c k

Nomade e stanziale


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Val di Mello & Altrove, Agosto ’07

s e i

Mi avvicino. Poi, mi avvicino ancora.

Da vicino non si vede niente…? Sì.
E allora mi avvicino come un’Ape
e faccio Zzzzzzzzz per avvisare il Fiore …!

La vita ti porta con sè con leggerezza, a volte.
Basta lasciarsi portare …Et voilà.


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Qui & Altrove, Agosto ’07

<

Vorrei anche scrivere degli auguri.
Tanti auguri a te di un giocoso viaggio di scoperta.
Compi gli anni oggi…!

La danza della distanza fra essere nomadi e stanziali, in bilico ti sia dolce come questa sera di vento.

Ascoltiamo! Da lontano e da vicino…che musica.

( continua)

Nomade e stanziale


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Val di Mello & Altrove, Agosto ’07

s e i

Mi avvicino. Poi, mi avvicino ancora.

Da vicino non si vede niente…? Sì.
E allora mi avvicino come un’Ape
e faccio Zzzzzzzzz per avvisare il Fiore …!

La vita ti porta con sè con leggerezza, a volte.
Basta lasciarsi portare …Et voilà.


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei
Qui & Altrove, Agosto ’07

<

Vorrei anche scrivere degli auguri.
Tanti auguri a te di un giocoso viaggio di scoperta.
Compi gli anni oggi…!

La danza della distanza fra essere nomadi e stanziali, in bilico ti sia dolce come questa sera di vento.

Ascoltiamo! Da lontano e da vicino…che musica.

( continua)


A d i e u


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei

Milano & Altrove, Luglio 2007

s e i

Quando non puoi stare in una situazione ma non la vuoi negare, insomma quando non vuoi scappare, che fai?

E’ necessario inventare affinchè questa impossibilità possa esprimersi in modo non distruttivo (senza fuga). Facile, a dirsi,eh.

Attenzione attenzione, si tratta di accettazione e non di negazione!

Che fare ?

Qualcosa che asssomigli a un salto mortale, a una piroetta che ti sposti là, lasciandoti per qualche istante sospeso. Non al di sopra, non al di sotto. Sospeso, senza ganci e forse anche senza rete (radicato però):

E allora, lo vedi…? Il filo,eccolo.

Invisibile e meraviglioso filo di funambolo non professionista, teso fra due opposti (stare o fuggire). Ci si può dimenticare di lasciare andare la presa (non trattenere, non agganciare) fuggendo ?
Mmm, altrochè.

“Che fare ?”

Questa domanda, ohibò. Ti porta altrove. Così succede, lo strupore contagioso ti conduce dove un’estasi quotidiana semplice ti dice di sì, (tranquillo, ce la fai, stai qui o lì…)

Non c’è niente da perdere (nessuna conquista o subordinazione, nessuna sconfitta o vittoria).

Come ti chiami?

Io mi chiamo Nesssuno. Ed è dolce naufragare in questo mare…
Accidenti! Urca, che citazioni) 😉


© lab Harambèe – carla kaapi barnabei

Qui & Altrove, 23 Luglio 2007

s e t t e

Qui ora, a celebrar partenza (domani, ore 12)…
Arrivederci e addio (o viceversa) …!

Un abbraccio

🙂 kaapi carla